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Giocare distrattamente con l'anello di Jake questa volta non riesce a calmarmi, a questo punto dubito che qualcosa mi tranquillizzerebbe. La lettera e posata sulle mie gambe, la carta leggermente più stropicciata di prima: ormai la so a memoria.

" Gentile signorina Lil,

Siamo spiacenti di informarla che a causa di imprevisti tagli alle spese, la sua borsa di studio non potrà più coprire il pagamento dell'alloggio in cui si trova al momento."

Il mio stomaco si stringe al solo pensiero di ciò che questo implica: gli alloggi sono pieni e lo saranno anche l'anno prossimo, l'unica possibilità che ho per restare a New York è vivere qui, ma senza un lavoro mi sembra alquanto improbabile poter pagare una parte dell'affitto. Daniel, Peggy e Jordan hanno le entrate provenienti dalle esibizioni al Crime, dopo l'uscita del singolo per loro i soldi non saranno più un problema. Per quanto mi riguarda, lo saranno almeno per i prossimi tre anni.
Non posso lavorare durante la settimana mentre studio alla Juilliard, un lavoro occuperebbe metà della mia giornata, l'altra metà la passerei a lezione. Non avrei tempo né di studiare né di dormire, e trovare un impiego durante il weekend sarebbe del tutto inutile: lo stipendio non riuscirebbe mai a coprire le spese. Non posso lavorare ora e non posso chiedere ai miei genitori di sborsare altro denaro per me. Ne consegue che l'unica soluzione sarebbe lasciare la Juilliard per un anno, tornare a Richmond Hill, lavorare a tempo pieno per racimolare soldi e, in seguito, riprendere gli studi. Interrompere così la mia preparazione però, significa solo una cosa: farò schifo. Resterò indietro rispetto a tutti gli altri, quando i direttori d'orchestra leggeranno il mio curriculum storceranno il naso. La mia carriera è finita, rovinata.
Sospiro, per poi posare la fronte sulle ginocchia strette al petto, sgualcendo ancora di più la carta della lettera. Dopo averla letta una decina di volte, mi sono rannicchiata qui e non mi sono più mossa. Daniel non è ancora tornato dallo studio di registrazione, quindi nessuno mi è venuto a cercare; questo mi permette di pensare più o meno lucidamente al vero motivo per cui non posso tornare a Richmond Hill.
L'ultima volta è stata a Natale, quando il peso dei ricordi presenti in quel posto mi ha colpito come un fulmine a ciel sereno. Ho scoperto verità che avrei preferito ignorare, sono piombata in uno stato di depressione che è durato settimane. Non posso tornare a Richmond Hill. Daniel dice che sono la persona più coraggiosa che lui conosca, ma la realtà è che sono una codarda bella e buona: i ricordi mi terrorizzano.

Sento bussare alla porta, subito dopo quest'ultima si apre e Daniel compare sulla soglia. Non appena alzo il viso per poterlo guardare in faccia, il mio cervello manda una scarica elettrica al mio corpo e in fretta, avvalendomi della penombra della mia stanza, sposto la lettera dalle mie gambe e la nascondo in malo modo tra i cucini.
« Stai bene?» domanda Daniel avanzando di qualche passo. Sospiro in un tentativo di calmarmi, ma non appena lui si avvicina al letto si siede e mi costringe a lasciare la presa intorno alle mie gambe, per poi attirarmi contro il suo petto ed avvolgermi in un abbraccio che mi fa rilassare all'istante. Stringo la sua maglietta ed affondo il viso contro il tessuto, impregnato del suo profumo. « Cos'è successo?» domanda, prima di lasciarmi un bacio sui capelli.

La lotta interiore che è cominciata come un sussurro aumenta di volume: la ragione mi supplica di dirgli ciò che è successo, il cuore di tacere. È il suo momento, fra poco i Grey Skies diventeranno famosi a livello internazionale, non voglio intaccare la sua felicità. Mi auto convinco del fatto che troverò una soluzione da sola e poi ci rideremo su. « Non è successo niente, tesoro. Sono solo stanca.» lo rassicuro. Daniel allenta la presa, per permettermi di allontanare il viso dal suo petto e guardarlo negli occhi. Un istante dopo le sue labbra sono sulle mie, dolci ed insistenti al tempo stesso. Stringo ulteriormente il tessuto della sua t-shirt, attirandolo a me ed impedendogli di allontanarsi, lui mi trasmette lo stesso messaggio posando le mani sui miei fianchi ed affondando le dita nella pelle. Sento i brividi in tutto il corpo, il cuore correre veloce mentre Daniel mi porta a sedermi sulle sue gambe e a circondargli la vita con le mie. Non voglio fermarmi, ho bisogno di rilassarmi, di permettergli di prendersi cura di me. Ho bisogno di lui e, a quanto sento a contatto con la mia intimità, lui ha bisogno di me.

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