Prima - Parte V

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17 anni

Nonostante il mio scetticismo, c'è una leggenda in merito al liceo che si è dimostrata vera: l'ultimo anno si rischia di impazzire.
La scuola è cominciata da appena qualche settimana e non ho mai studiato così tanto in vita mia. Tra le lezioni di violino, i test ed i progetti scolastici, non ho nemmeno il tempo per respirare.
Sembra che la felicità che l'estate appena passata mi ha portato sia evaporata: ora c'è solo lo stress, tanto, tantissimo stress.
Mentre mi rammarico di essere una senior, sento un paio di mani adagiarsi sui miei fianchi ed un paio di labbra posarsi sul mio collo. Chiudo gli occhi e sorrido, estasiata dal profumo familiare che comincia a circondarmi. « Ciao, piccola J.» sussurra Jake, con la bocca che ancora sfiora la mia pelle.
Senza attendere oltre mi volto verso il mio ragazzo, trovandomi a pochi centimetri dal suo viso. Non aspetta molto prima di baciarmi, stringendomi la vita ed avvicinandomi al suo corpo. Gli circondo il collo con le braccia, mentre mi abbandono alle sensazioni che lui, e solo lui, può farmi provare.
Non appena mi allontano per riprendere fiato, Jake posa la fronte contro la mia, sta sorridendo più che mai.
« Lo sai, piccola J? Oggi mia mamma ha annullato la tua lezione di violino.» mormora, rinsaldando impercettibilmente la presa sui miei fianchi.

« Non è vero.» rispondo ridendo.

« È vero, sarà in giro tutto il giorno e noi avremmo casa libera per...»

« Tua madre non ha annullato la lezione, Jake.» lo interrompo divertita.

Lui finge un broncio e si sporge per darmi un altro bacio. « Potresti farlo tu, dille che hai da studiare.»

« In effetti ho da studiare.» ammetto pensierosa.

Jake alza gli occhi al cielo. « Con studiare intendo fare s...».

Gli tappo immediatamente la bocca mettendoci la mia mano davanti; dai suoi occhi vedo che sta sorridendo. « Non dire queste cose a scuola, Jake.».

Per tutta risposta lui colpisce il mio palmo con la punta della lingua, al che ritraggo la mano arricciando il naso e fingendomi disgustata. « Ok.» sospira rassegnato. « Andrai alla tua lezione di violino, ma quando questa sera mia mamma uscirà, perchè lei uscirà, ti fermerai a cena da me.»

« Andata.» rispondo sorridendo. In un battito di ciglia, ancora una volta le labbra di Jake sono sulle mie. Si plasmano le une con le altre alla perfezione, come se fossimo nati per baciarci, e ovviamente quando Jake si allontana da me mi sento incompleta.

« Ho un'altra cosa da dirti.» esordisce, ora evidentemente nervoso. « Pensavo che oggi, a pranzo, saremmo potuti andare in mensa e sederci con gli altri.».
È una richiesta semplice, eppure io sento un vuoto allo stomaco e il panico cominciare ad assalirmi. Non conosco bene gli amici di Jake, i suoi compagni di squadra o le loro ragazze, e sinceramente non ho mai voluto conoscerli. Sono diversi da me, io sono diversa da loro.
Jake ed io abbiamo ufficializzato la nostra relazione alla fine del terzo anno, quindi fino all'inizio della scuola il problema di stare con gli amici non si è mai posto. Nelle ultime settimane Jake è stato molto paziente con me: sa che mi sentirei a disagio a sedermi in caffettiera con loro, per questo non mi ha mai obbligato a farlo e spesso e volentieri abbiamo pranzato da soli nel cortile esterno. Per arrivare a chiedermi di mangiare in mensa insieme a tutti gli altri, deve essere al limite di sopportazione e questo è un modo carino per farmelo capire.

Presa da un impulso improvviso scaccio indietro lo sconforto e mostro un sorriso. « Va bene.» rispondo, sentendo la paura insinuarsi sotto la mia pelle.

-

Non appena entriamo in mensa mano nella mano, come al solito tutti gli sguardi sono puntati su di noi. La gente non ha ancora accettato che Tracy sia stata lasciata per me. Jake sostiene che in realtà gli studenti della Richmond High fissino la sottoscritta, sorpresi del fatto che sia uscita dal mio antro. Non so cosa sia peggio: che le persone pensino che Tracy sia migliore di me, o che credano che io sia una sorta di reietto asociale.
Deglutisco prima di tornare al presente. La mensa è affollata di studenti, il loro vociare non è un suono che mi piace, preferisco di gran lunga il silenzio della biblioteca. Mi obbligo a seguire Jake, il quale mi conduce ad un tavolo in fondo alla caffetteria. Qui, ad accoglierci, c'è buona parte dei membri dei Wildcats e delle cheerleaders. Sì, anche Tracy.
Jake saluta i suoi compagni di squadra, i quali salutano me. Rispondo a tutti con un sorriso e sono grata quando il mio ragazzo mi costringe a sedermi al suo fianco, nascondendomi leggermente ed eliminando almeno in parte gli sguardi che abbiamo puntati addosso. Quando sparisce per andare a prendere qualcosa da mangiare però, mi sento in balia degli eventi.

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