Undici

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Giulia e Daniele, seduti l'una di fronte all'altro, erano ormai finiti a parlare solo tra loro fissandosi negli occhi costantemente mentre sorridevano. Quando la ragazza abbassava gli occhi per ridere, lui non riusciva a smettere di sguardarla.
Anche per Emily ed Álvaro era quasi lo stesso, con l'unica differenza che, ad un certo punto, guardarono gli altri due facendo silenzio e loro non si accorsero di nulla continuando con i loro discorsi, presi com'erano.
Álvaro fece un segno con la mano alla ragazza e i due si alzarono, allontanandosi dal tavolo. Giulia e Daniele non li guardarono neppure.
Emily pensò alla situazione della sua amica. Era evidente che provava qualcosa per quel ragazzo, ma non capiva perché non ammettere che sperava diventasse qualcosa di più. Forse aveva paura perché comunque si conoscevano da poco, ma l'atteggiamento che aveva Daniele nei suoi confronti era evidentemente sincero. Magari aveva davvero paura delle relazioni a distanza. Non sapeva cosa pensare mettendo a confronto le cose che Giulia le aveva detto con il comportamento che teneva in presenza di lui, sperava solo che alla fine lei fosse felice, niente di più.
Si girò e sorrise guardando Álvaro, pensando che alla fine le loro due situazioni fossero le medesime. Lei si trovava benissimo con lo spagnolo, ma vedeva la cosa in maniera differente dall'amica: se quello che stavano vivendo avrebbe avuto i margini per funzionare, non l'avrebbe mai interrotto per una cosa come la distanza. Certo, non sarebbe stato facile, ma se qualcosa ti fa felice si può anche sopportare qualche ostacolo. Interruppe i pensieri e le fantasticherie sul futuro e si concentrò sul vivere il presente.
Il ragazzo l'aveva presa per mano e si stavano dirigendo verso la spiaggia. Ad un certo punto si fermarono e si girarono indietro, per vedere ancora Giulia e Daniele che conversavano come se niente fosse.

- Sono proprio cotti... - commentò lo spagnolo.

L'altra rise. - Già... - rispose.

Poi continuarono a camminare fino ad immergere i piedi nella sabbia. Camminarono per diversi minuti sulla spiaggia, fino ad arrivare ad un ammasso di rocce non troppo alto che formava una piccola scogliera.

- Andiamo a fare i tuffi? - le domandò Álvaro indicando il luogo davanti a sè.

L'altra storse il naso e assunse un'espressione di disapprovazione. - Ho paura. - ribattè.

- Ci tuffiamo insieme, non è niente di che! - la incoraggiò lui, per poi riprendere a camminare.

Arrivarono ai piedi della scogliera e il ragazzo fece il primo passo su di essa per raggiungerne la cima, poi si voltò indietro e porse una mano ad Emily per aiutarla a salire, mentre la ragazza metteva i piedi negli stessi punti in cui li aveva messi lui poco prima.
In questo modo arrivarono sulla cima, che aveva qualche metro pianeggiante dal quale ci si poteva preparare a lanciarsi in acqua. Álvaro si avvicinò alla punta e guardò giù, si trovavano ad un'altezza media. L'altra rimase più indietro, ancora impaurita.
Lui la prese per mano e la tenne per un fianco, come per darle sicurezza e permetterle di guardare di sotto senza che avesse il timore di cadere.

- Ma io non mi butto eh... - fece lei, in risposta al tentativo di Álvaro di metterle sicurezza.

- Dai, lo facciamo insieme. - disse ancora, fissando i propri intensi occhi marroni in quelli della ragazza.

Lei annuì, ma non sembrò convintissima.
Il ragazzo lasciò il suo fianco e strinse di più la mano di lei all'interno della propria, poi contò i numeri all'indietro a partire da tre e si buttarono in acqua. Quando rinvennero, lui la cercò subito e la abbracciò ridendo, mentre lei si spostava indietro i capelli bagnati.

- Hai visto che ce l'hai fatta? - fece lui.

Emily lo fissò per istanti infiniti con il sorriso sulle labbra e le mani appoggiate alle sue spalle per aiutarsi a tenersi a galla più facilmente.
I due avvicinarono i loro visi sempre di più e unirono le proprie labbra. La ragazza spostò le mani sulla sua nuca mentre Álvaro la stringeva dai fianchi e approfondiva quel contatto meraviglioso.
La ragazza si sentì incredibilmente bene, mentre sorrideva sulle labbra del ragazzo.

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Daniele raddrizzò la schiena a e si guardò attorno, poi Giulia fece lo stesso.

- Ma... - iniziò la ragazza. - Da quando se ne sono andati? - chiese subito dopo, riferendosi ad Emily ed Álvaro.

- Non ne ho la minima idea. - rispose Daniele, sorridendo imbarazzato.

Risero e si alzarono dal tavolo.

- Chissà cosa fanno... - insinuò lei.

- Cose private. - ribattè Daniele ridendo, mentre si alzava dal tavolo seguito dalla ragazza.

Sotto le palme e poco prima che iniziasse la spiaggia, c'erano alcune poltrone e un materasso simile a quello dei letti delle stanze con sopra una tettoia che riparava dal sole, dove gli ospiti del villaggio potevano rilassarsi comodamente. Fu lì che i due si diressero mentre chiaccheravano.
Giulia si sedette sul bordo del materasso e Daniele su una poltrona di fronte a lei. Mentre parlavano, ebbe la conferma del fatto che il ragazzo era davvero con i piedi a terra e non rispettava gli ideali comuni che la gente aveva sui calciatori, anche se lo aveva già capito dallaprima volta che avevano parlato e gliene dava la dimostrazione ogni giorno.
La ragazza si coricò e nello stesso istante vide Daniele alzarsi e fare il giro del materasso. Si stese dietro di lei e la abbracciò, premendo il petto contro la sua schiena e stringendola per la pancia, con il braccio che le oltrepassava il fianco.
Giulia non seppe dire cosa quel gesto le smosse dentro.

- Ti dò fastidio? - chiese lui alzando la testa e guardandola.

- Proprio no. - sorrise la ragazza, per poi rilassarsi all'interno di quella bellissima stretta.

Vorrei essere capace di odiarti - Daniele RuganiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora