Nove

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Giulia aprì il più silenziosamente possibile la porta della stanza che condivideva con Emily e controllò subito dove fosse la sua amica.
Lei dormiva profondamente nel suo letto, con la schiena rivolta alla porta della terrazza che si trovava infondo alla stanza. Poteva capirlo dal volto completamente disteso e rilassato.
La ragazza si rilassò e si avvicinò lentamente alla sua parte di armadio, per poi cambiarsi ed infilarsi sotto le coperte. Guardò l'orologio, erano quasi le 2. Se la sua amica si fosse accidentalmente svegliata a causa di qualche suo rumore brusco, sapeva che non avrebbe avuto via di scampo alle varie battute maliziose che le avrebbe fatto.
Era tardi, certo, ma una volta tornati al villaggio Giulia e Daniele si erano trattenuti a guardare la fine dello spettacolo che veniva rappresentato al teatro e a chiaccherare per diversi minuti seduti su un divanetto. Avevano perso entrambi la cognizione del tempo, lei si trovava bene e rideva. Solo quando era caduto loro l'occhio sull'orologio si erano resi conto del fatto che si fossero trattenuti un po' troppo. Con un leggero malincuore i due si erano salutati di fronte alla porta della camera di lei. La ragazza era rimasta a guardarlo fino a che non era scomparso dietro l'angolo che portava alla seconda rampa di scale, e si erano salutati con una mano ed un sorriso.
Ora Giulia si trovava seduta sul letto, attenta a non appoggiare i sandali sul letto troppo rumorosamente. Intanto pensava.
Se con il malinteso della sera precedente aveva avuto la certezza di non interessare minimamente a lui, con il chiarimento di poche ore prima aveva, invece, avuto la quasi certezza che Daniele provasse qualcosa nei suoi confronti e non sapeva come comportarsi. Nemmeno a lei il ragazzo era completamente indifferente, il suo sorriso la faceva rabbrividire e sentire felice, per non parlare della sua voce. Quando l'aveva presa per mano a Giulia tutto era sembrato perfetto, e davvero non esisteva nient'altro attorno a lei. Le trasmetteva una scarica di energia in ogni istante in cui erano insieme, energia positiva, energia serena e felice. Era tutto bellissimo e non sapeva cosa fosse più opportuno fare, forse era il caso di godersi il tempo trascorso con lui, perché dopo quella vacanza non sapeva come sarebbe andata a finire. Lui sarebbe tornato a Torino per giocare il suo campionato con la Juventus ed allenarsi, mentre lei sarebbe tornata a Roma, per continuare con gli studi dell'università.
Non era il momento di pensarci e Giulia lo sapeva benissimo, non era strano farsi degli amici in vacanza. Quella sera era stata bene e l'importante era quello.
Si coricò sul comodo materasso serenamente felice e ripercorrendo il susseguirsi degli eventi della serata mentre attendeva di addormentarsi, cosa che non potè non fare inevitabilmente con il sorriso sulle labbra.

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Giulia aprì gli occhi sentendosi scuotere per la spalla sulla quale non era distesa. Non appena mise a fuoco la visuale, si rese conto che Emily stava facendo in modo che lei si svegliasse.

- Giuli, svegliati! - le diceva. - Dobbiamo andare in spiaggia. - aggiunse poi.

La ragazza mugulò e si girò dall'altra parte, dando la schiena all'amica.

Emily sbuffò. - Che hai fatto ieri sera da essere così stanca? - domandò con una vena maliziosa nella voce, che l'altra riconobbe subito, girandosi per tornare a guardarla in faccia.

- Niente, sto solo bene nel letto. - le rispose guardandola male per poi richiudere gli occhi. Dopo qualche istante, li riaprì e la sua amica era ancora di fronte a lei. - E poi anche tu ieri sera dormivi come un ghiro quando sono tornata. - proseguì poi.

- Che cosa vorresti dire? - chiese l'altra, incorciando le braccia.

Giulia si mise seduta. - Niente... - fece l'altra alzando le sopracciglia.

Emily si allontanò dirigendosi verso il bagno, scrutandola con espressione pensierosa.
Le due si vestirono velocemente e scesero nella sala del buffet per la colazione. Entrambe si guardarono intorno diverse volte, ma di Daniele ed Álvaro non c'era alcuna traccia. Continuarono a controllare la loro presenza anche mentre si avvcinavano ai vari banchi per prendere da mangiare, ma ancora nulla.
Si trovavano davanti al cestino delle brioche, quando a Giulia scappò da ridere.

- Che c'è? - le domandò Emily guardandola.

- Miraccomando, non quella al cioccolato. - rispose per poi riprendere a ridere.

L'altra sospirò e dovette trattenersi dal rispondere alla battuta. Per ripicca, prese proprio la brioche ripiena di cioccolato, mettendosela nel piatto e avviandosi al loro tavolo con espressione soddisfatta.
Giulia la seguì, sempre ridendo.

- Apparte che quei due oggi non si vedono... - proseguì poi lei, una volta che furono sedute.

- L'ho notato anch'io. - rispose Emily non appena si fu svuotata la bocca dal pezzo di mela che aveva addentato. - Stanchi anche loro... - commentò poi, mettendosi a fissare Giulia con un'espressione che a quest'ultima non piacque.

- No, ferma quella testa e i suoi pensieri. - affermò l'altra minacciosa. - Tanto quando torneremo a Roma finirà tutto... - aggiunse poi, mentre afferrava con le dita la tazza piena di caffèlatte.

- È per questo che neghi tutto? La paura della distanza? - chiese la ragazza.

Giulia scosse la testa. - Non ho paura. - e rivolse gli occhi altrove.

- E allora cosa? - insistè Emily.

- Non può andare avanti per le lunghe, non funzionerà. - e se anche lei non sapeva come in futuro sarebbe andata, l'eventualità di cui si stava convincendo le faceva male e nemmeno la sua amica credeva che lei si sarebbe tirata indietro per quel motivo.

Vorrei essere capace di odiarti - Daniele RuganiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora