Diciotto

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Emily e Giulia si trovavano nel pub in cui avevano deciso di andare quel sabato sera ormai da qualche ora e avevano appena finito di mangiare. La prima non era particolarmente tranquilla fin da quando avevano varcato la soglia di casa. Giulia, infatti, aveva indosso dei pantaloncini piuttosto corti e una canotta scollata, era inoltre truccata con il rossetto rosso, che veramente in poche occasioni le aveva visto usare, e l'eyeliner, la cui linea correva lungo tutta la palpebra. Non riusciva ad interpretare il suo atteggiamento, non capiva il perché si fosse vestita e truccata in quel modo. Si faceva domande da tutta la sera e ancora non aveva trovato una risposta ai suoi dubbi, non voleva nemmeno chiederlo a lei perché non voleva che si sentisse attaccata.
La musica, che era stata ad un volume normale per tutta la sera, ad un certo punto si alzò perché iniziava la parte di serata in cui il pub faceva da discoteca.
Emily stava per chiedere all'amica di andare a casa, quando qualcun altro le parlò prima di lei.

- Vieni a ballare? - chiese sfrontatamente un ragazzo a Giulia.

Era alto, muscoloso e moro con due piercing, uno al labbro e uno sul sopracciglio. Un tatuaggio che doveva essere piuttosto grande gli spuntava dalla maglietta, sul lato destro del collo. I capelli tagliati non troppo corti che non stavano troppo in ordine.
Ad Emily non sembrò eccessivamente affidabile, ma l'amica non doveva pensarla esattamente come lei visto che accettò la proposta, alzandosi e avviandosi con lui verso la parte di locale dove anche l'altra gente stava iniziando a ballare.
La ragazza rimase stranita e decise di aspettare, senza però mai staccare gli occhi dall'amica.
Giulia teneva la sua mano all'interno di quella del ragazzo che aveva appena "conosciuto", piccola in confronto alla sua. Non appena i due raggiunsero la folla mischiandosi ad essa, il ragazzo le afferrò saldamente i fianchi e fece incontrare i loro corpi. Lei sentiva i suoi muscoli premere contro la sua pancia e il suo seno, mentre gli posizionava le mani dietro al collo e lui abbassava lentamente le proprie fino alla fine dei suoi pantaloncini corti, esattamente sul suo fondoschiena.
Rimasero così per tutto il tempo in cui ballarono con i corpi avvinghiati, in cui lei potè scoprire che il ragazzo con cui stava ballando si chiamava Manuel e aveva ventisei anni, contro i suoi ventuno. Non sapeva precisamente cosa l'avesse portata ad accettare quella proposta, si era vista presentare una comoda possibilità di distrazione dai suoi pensieri fissi e aveva pensato che avrebbe anche potuto divertirsi per una sera. Non pensare a Daniele per un po' le avrebbe fatto bene e Manuel era l'ideale a questo scopo, poiché era completamente il suo contrario.
Senza nemmeno avere il tempo di pensare a quell'azione, le loro labbra si trovarono unite a baciarsi con foga e ardore. Fu un bacio diverso dagli ultimi che aveva provato Giulia, all'interno di quello che stava dando non c'erano lacrime salate e dolcezza, ma poteva invece sentire il ferro freddo del piercing che quel ragazzo aveva al labbro e la voglia di lei che aveva. Mentre cercava di includere nelle sue labbra sempre più parte della bocca di lei, stringeva leggermente le mani nel punto in cui erano sempre rimaste per tutto il tempo, facendo anche passare le dita nell'interno coscia.
Andarono avanti così per qualche canzone, fino a quando lui non le propose di bere qualcosa al bancone.
Inutile dire che il volume della musica era altissimo, e la ragazza fece segno a Manuel di ordinare anche per lei. Mentre aspettavano i cocktail, i due parlarono e la ragazza notò che gli occhi di lui si posavano spesso sulla scollatura della sua canotta. Le sorrideva affabile e si sporse sullo sgabello per baciarla mentre le appoggiava una mano aperta sulla coscia. Poi si staccarono e presero i bicchieri che il barista aveva appoggiato sul bancone di fronte a loro.
Il liquido contenuto in essi era di un colore tendente al verde, con le bollicine che salivano verso la superficie e tre cubetti di ghiaccio all'interno.
Terminarono di bere l'alcolico e si alzarono.
In quel momento, Giulia si sentì tirare per un braccio da una Emily che sembrava piuttosto alterata e nervosa.

- Vieni un attimo? - le gridò per superare il volume della musica.

L'altra annuì e fece segno a Manuel di aspettarla, poi seguì l'amica fuori già sospettando di cosa l'avrebbe rimproverata.
Infatti, non appena furono fuori, le gridò contro.

Vorrei essere capace di odiarti - Daniele RuganiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora