Quindici

635 45 8
                                    

- Giulia, tra dieci minuti dobbiamo liberare la camera. -

Le parole di Emily la riscossero dai suoi pensieri. Era seduta sulla valigia a gambe accavallate, con il viso appoggiato alla mano e il gomito sul ginocchio, che fissava il vuoto in preda ad uno sei suoi momenti pensierosi. Si alzò e allungò il manico del proprio trolley, dirigendosi verso la porta della stanza.
L'amica la aspettava in piedi, con le altre valigie già fuori e la chiave in mano.

- Dimenticato niente? - le chiese, una volta che furono fuori entrambe.

- Non penso... - rispose l'altra sovrappensiero, nemmeno avendo ascoltato veramente la domanda di Emily.

L'amica se ne rese conto, ma non le disse nulla, sapeva che con lei non sarebbe riuscita a ragionare, anche se un altro tentativo valeva la pena di farlo.
Le ragazze si avviarono verso la hall del villaggio percorrendo la stradina in mezzo agli alberi per l'ultima volta. Avrebbero passato lì le ore che le separavano dalla partenza del pullman per l'aeroporto. Vi sarebbero state portate poco dopo pranzo, con il volo per Roma in partenza nel tardo pomeriggio.
Era mattina, ma pioveva, quindi un ultimo bagno non era possibile farlo. Le cose da fare per far passare meglio il tempo non sarebbero state molte, ma ci avrebbero pensato dopo la colazione. Lasciarono le valigie in una zona apposita ed entrarono nella sala del buffet.
Una volta sedute, non tardarono a veder entrare anche Álvaro e Daniele, i quali partivano in serata ma avevano dovuto comunque lasciare la camera alla loro stessa ora.
Il biondo evitò di guardare da quella parte, intrattenendosi con il cellulare non sapevano se per finta o veramente.
Giulia non se ne preoccupò, poiché nemmeno lei lo guardò mai.
Inutile dire che Emily e Álvaro si salutarono, anche se con un viso leggermente più triste rispetto al solito. Sarebbero stati lontani per molto e le relazioni a distanza non erano mai facili.

- Come stai? - domandò Giulia, sentendosi leggermente in colpa per non essersi interessata allo stato d'animo dell'amica a causa del suoi problemi degli ultimi giorni.

L'altra la guardò. - Sono giù, mi mancherà. - rispose mescolando il caffè. - Però tu stai peggio. - aggiunse poi.

La ragazza rimase impietrita. Era vero, ma sentirselo dire in quella maniera l'aveva spiazzata. - Passerà. - ribattè, semplicemente.

- Non passerà, tu ami quel ragazzo. - disse, con la speranza che mettendola davanti alla verità ci fosse una reazione in lei. - Come io amo Álvaro. - aggiunse, più piano.

A Giulia scese una lacrima, che si affrettò ad asciugare. - Non importa. - disse mormorando e cercando di non piangere ancora.

Emily allungò un braccio lungo il tavolo e le appoggiò una mano sul gomito, facendole qualche carezza.
L'altra alzò lo sguardo e ricambiò il sorriso che l'amica le stava facendo, anche se le fece capire che non avrebbe cambiato idea, ancora una volta.
Sperò solo che una volta a Roma e alla lunga, tutto quello la portasse al limite ella sopportazione e lei tornasse da lui.

----------

Era passata anche l'ora di pranzo e le ragazze avevano ancora un'oretta da aspettare prima che il loro pullman per l'aeroporto arrivasse. Emily continuava ad osservare Giulia e lei, malgrado qualche momento di debolezza, aveva sempre cercato di non far pesare eccessivamente il proprio stato d'animo all'amica. L'altra voleva tirarla su, distrarla, ma non le veniva in mente nulla da fare di troppi entusiasmante.

- Ti va di andare a far un giro qua attorno? - le propose ad un certo punto. - Vediamo per l'ultima volta questo posto. - proseguì poi.

- No. - rispose secca Giulia. - Vado io, tu vai da lui. - continuò, indicando Álvaro seduto da solo ad un tavolino del bar.

Emily la guardò. -  Sei sicura? - chiese, per non volerla lasciare sola.

- Certo. - sorrise annuendo l'altra, forse il sorriso più sincero degli ultimi giorni.

La ragazza ricambiò e le abbracciò. - Ci vediamo dopo. - salutò poi.

- A dopo! - fece Giulia.

----------

Il pullman arrivò e lo staff dell'albergo invitò tutti gli ospiti che dovessero prenderlo a radunarsi di fronte ad esso all'entrata.
Emily si avvicinò, seguita da Álvaro, al divanetto su cui si trovava Giulia insieme alle valigie, mentre quest'ultima si era appena alzata in piedi. Portò accanto a sè il proprio trolley e si girò verso il ragazzo, guardandolo tristemente.

- Io... - iniziò lei.

Lo spagnolo le mise un dito sulla bocca, poi le diede un bacio dolcissimo. - Andrà tutto bene, io ti amo. - sussurrò quasi.

Emily rimase spiazzata e quasi si commosse, per poi dargli un altro bacio. - Anche io... - rispose balbettando.

- Ci vediamo presto, va bene? - disse Álvaro.

La ragazza annuì abbracciandolo forte e baciandolo ancora una volta.
Poi i due si staccarono ed Emily raggiunse l'amica, già piuttosto lontana.
Una volta che le fu accanto, le due videro Daniele passare davanti a loro, probabilmente andava dal suo amico. Il suo viso e quello di Giulia si incontrarono per alcuni istanti, che bastarono per far riafforare le lacrime sul viso della ragazza.
Emily la abbracciò non appena se ne accorse.

- Vai a salutarlo. - le consigliò.

Sentì l'amica scuotere la testa sulla sua spalla, per poi staccarsi e andare verso il pullman.
Emily si rigirò un'ultima volta e salutò Álvaro con una mano.

Vorrei essere capace di odiarti - Daniele RuganiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora