Uno

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Giulia ed Emily, stanche dalle tante ore di viaggio in aereo che separavano l'isola di Cuba in cui si trovavano in vacanza e Roma, la città in cui facevano l'università, tornarono subito in camera dopo la prima cena della loro vacanza. Non avevano ancora avuto tempo di esplorare tutto il villaggio, ma da quello che avevano potuto vedere la hall con al centro una fontana era molto grande, così come la sala per i pranzi e le cene, che erano a buffet. La gente cordiale e il posto da sogno. Un lungo percorso circondato da alberi e una natura abitata da piccoli animaletti del posto conduceva verso le varie camere. La loro si trovava al primo piano di una struttura che comprendeva varie abitazioni, con un giardino centrale. Avevano il terrazzo su un altro spazio verde e la zona era estremamente tranquilla.
Una volta entrate in camera, le ragazze si poterono finalmente rilassare e cambiare. Presi i vestiti per dormire dalle valigie e rimandata la loro sistemazione al giorno successivo, si prepararono subito per mettersi nei comodi letti di quel villaggio turistico del Centro America.
Si dissero che avrebbero prima guardato un po' di tv, ma presto la stanchezza invase ancora di più le loro membra, così Giulia spense la tv con il telecomando che si trovata sul suo comodino e decisero di dormire.
Emily si addormentò subito, la stanchezza aveva avuto la meglio sull'adattamento. Giulia, invece, aveva sempre avuto problemi a dormire in posti che non fossero casa sua e normalmente impiegava qualche giorno a fare l'abitudine al contesto diverso. Le ore passavano e la stanchezza si faceva sentire, senza che riuscisse a prendere sonno. Iniziava a salirle il nervoso a causa di questa cosa, sensazione che aumentò non appena sentì del rumore piuttosto notevole provenire dal piano superiore. Guardò l'orologio digitale che rifletteva sul soffitto: erano le 2.00.

Emily si mosse nel letto infastidita. Si era svegliata anche lei e l'altra non lo credeva possibile. - Smettila di fare sto casino, ho voglia di dormire. - biascicò verso l'amica.

Giulia sospirò, innervosita. - Non sei l'unica che ne ha voglia, non senti che viene da su? - chiese forse un po' troppo maleducatamente.

L'altra si mise seduta sul letto e scostò il lenzuolo, mettendosi in ascolto. - Effettivamente hai ragione. - disse con voce leggermente più sveglia rispetto a prima.

Giulia si stava alterando sempre di più: già aveva le sue difficoltà a dormire, dovevano mettercisi anche i vicini? - Andiamo a vedere che succede. - fece per poi alzarsi di scatto, seguita dall'amica.

Emily non ebbe tempo di calmarsi e ribattere, così le due uscirono dalla stanza dopo essersi messe le ciabatte e salirono le scale illuminate da qualche lampada da esterni che metteva in risalto il colore arancione dei muri. Giulia saliva gli scalini con l'energia dell'arrabbiatura, seguita dall'altra ragazza che ancora si trascinava un po' a causa del sonno e il risveglio brusco.
Una volta arrivate al piano superiore, le ragazze capirono subito da quale stanza stesse proveniendo il rumore, poiché quest'ultimo non era cessato. Si avvicinarono alla porta cercando di capire i motivi di quel fracasso. Sentirono delle voci e il solito rumore che non seppero riconoscere, sebbene si trovassero più vicine al luogo da cui proveniva.
Si guardarono e Giulia bussò, spostando poi lo sguardo e non fissare la porta.
Venne ad aprire un ragazzo biondo e molto alto, che portava una maglietta tinta unita e dei pantaloncini comodi. Giulia aveva alzato lo sguardo, fissandolo in quello del ragazzo, che era arrossito notevolmente. Poi sembrò cercare di farsi forza per parlare.

- Posso... fare qualcosa? - domandò imbarazzato lui.

Giulia non parlava ed Emily poteva notare il ragazzo guardare la sua amica di sottecchi. - C'è un po' di rumore... - rispose allora lei, con la voce ancora non completamente sveglia.

Lui si grattò la nuca, facendo un'espressione strana. - Scusate, è colpa del mio amico... - spiegò imbarazzato mentre il rumore dietro di lui riprendeva. Guardò all'interno della camera e anche le ragazze cercarono di sporgersi per capire qualcosa. - Álvaro! - esclamò, facendo capire alla ragazze il nome dell'altro. - La finisci o no?! - lo richiamò.

- È nella federa del cuscino! - gridò l'altro, in ginocchio sul letto mentre sbatteva il cuscino sul materasso tenendolo per i bordi.

Il ragazzo sulla porta tornò a guardare le ragazze. - Ha un ragno nel letto. - spiegò con un sorriso imbarazzatissimo.

Giulia trattenne una risata, mentre vide avvicinarsi alla porta la figura dell'altro ragazzo.

Affiancò l'amico. - Scusatemi, i ragni mi terrorizzano. - fece, grattandosi una spalla con la mano apposta.

Emily lo guardò, l'imbarazzo nella sua voce le aveva fatto tenerezza, e questo fu il motivo del tono della sua risposta. - Ti capisco e non importa, tanto io ho sonno pesante. - sorrise gentilmente, così come fece lui dopo quelle parole.

Giulia spalancò gli occhi e si girò verso l'amica. - Tu, io no! - esclamò seria.

- Buonanotte. - li salutò Emily.

I ragazzi ricambiarono e anche Giulia, sebbene ancora innervosita, li salutò.
Le ragazze riscesero le scale fino alla propria stanza e Giulia estrasse la chiave fatta a carta dalla tasca dei pantaloncini. Aprì la porta della camera e si lanciò letteralmente sul comodo letto.

- Finalmente si dorme! - esclamò mettendo le mani sotto il cuscino, girandosi su un fianco e chiudendo gli occhi.

Emily, che era ancora in piedi, chiuse la porta da dentro e andò anche lei a mettersi nel letto, alquanto ansiosa di riprendere il proprio sonno fino al mattino dopo per recuperare le energie del viaggio in aereo, sul quale era riuscita a riposarsi poco. - Comunque, io, se mi trovo un ragno nel letto, vado a dormire in spiaggia. - scherzò poi, ma con una certa vena seria.

Giulia rise. - Magari con lui, così io dormo tranquilla qui. - ribattè poi.

- Ma smettila! - l'altra le tirò uno dei tanti cuscini che c'erano sul letto, beccandola su una spalla.

La ragazza rise, per poi non parlare più e tentare di dormire.

Vorrei essere capace di odiarti - Daniele RuganiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora