Ventitré

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- Álvaro, io ringrazio entrambi, ma, per favore, smettete di insistere. - ribattè per l'ennesima volta Giulia, girandosi poi verso il ripiano della cucina ed accendere la macchinetta del caffè.

- Ma almeno pensaci... - provò ancora Emily, seduta al tavolo con il proprio ragazzo.

I due alla fine si erano messi insieme, erano fatti l'uno per l'altra e non valeva la pena di temporeggiare ancora, anche perché era come se fosse così già dai giorni della vacanza a Cuba. Emily era finalmente felice e serena, sebbene avere il ragazzo a settecento chilometri da te non sia il massimo. In ogni caso, lei aveva trovato il proprio equilibrio e stava bene, anche se, ovviamente, le sarebbe piaciuto vederlo più spesso.
Giulia invece non si era più data pace. Erano passate un paio di settimane dalla relazione (se così si poteva definire) con Manuel e lei aveva ripreso ad essere triste per Daniele, anche se in maniera meno accentuata rispetto ai giorni immediatamente successivi il loro ritorno a Roma. Era più allegra e meno scontrosa e qualche volta accettava anche di uscire a fare shopping per negozi con Emily, erano state anche al cinema, ma si vedeva comunque che qualcosa non andava. L'amica ammetteva però che era stato un grande passo avanti e la situazione era mille volte più vivibile.

- I biglietti ve li posso trovare anche all'ultimo minuto, in caso decideste di venire. - aggiunse Álvaro, per invogliare Giulia a riflettere sulla proposta.

Lo spagnolo aveva loro domandato se volevano andare a vedere allo stadio la prima partita di campionato della nuova stagione, la quale sarebbe iniziata di lì a poco. Ovviamente avrebbe provveduto lui ai biglietti, ma Giulia non sembrava molto dell'idea.
In realtà, gran parte dell'idea l'aveva voluta Emily, che voleva assolutamente che la sua amica e Daniele si rivedessero, ma questo Giulia non lo sapeva.
Era a conoscenza del fatto che li avrebbe rivoluti vedere insieme, ma non che stesse addirittura organizzando lei stessa un modo per farli incontrare contro la sua volontà.

La ragazza sbuffò, mentre porgeva le tazzine piene di caffè ai due amici. Poi si sedette sul mobile della cucina e appoggiò la testa agli armadietti in alto. - Tanto ho già deciso. - ripetè ancora, poi si rivolse ad Emily. - Tu puoi andare, io rimango a Roma. - non voleva che l'amica rinunciasse a vedere una partita del proprio ragazzo allo stadio a causa sua, solo perché non voleva incontrare Daniele. Non sapeva perché stava dicendo di no. Temeva un rifiuto, forse che lui l'avesse già sostituita e considerava la storia tra lei e il ragazzo biondo finita ancora prima di iniziare. Non aveva motivo di tornare da lui.

- Tu non prendi il caffè? - domandò ingenuamente il ragazzo.

Giulia scosse la testa. - Negli ultimi tempi ne bevo fin troppi... - rispose.

Ci fu circa un minuto di silenzio nella stanza.

- In allenamento non lo si riconosce, lui è sempre stato uno molto concentrato e che lavora molto, vederlo così fa un certo effetto. - riflettè Álvaro. - Fa continuamente cazzate... - aggiunse, sempre pensieroso e riportando alla mente le immagini degli ultimi allenamenti che avevano svolto prima di quel paio di giorni liberi in cui lui aveva deciso di far visita alla propria ragazza a Roma.

Le rispose di Giulia ed Emily si sovrapposero.

- Non sarà di sicuro a causa mia. - fu la reazione della prima.

- Non è l'unico che fa cazzate. - fu la frecciatina della seconda.

- Emily! - la richiamò Giulia, guardandola male. Anche se il ragazzo sapeva vagamente qualcosa dell'accaduto, non le pareva il caso di tirare ulteriormente fuori l'argomento.

L'altra si girò verso il proprio ragazzo, il quale non aveva completamente afferrato l'argomento del discorso, e forse era meglio così. - Ti faccio sapere, okay? - gli disse dolcemente, per poi fargli una carezza sulla guancia.

Lui le sorrise e le lasciò un piccolo bacio sulle labbra.

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Quella sera stessa, i due ragazzi decisero di passare la serata insieme, com'era ovvio che avrebbero fatto. Desideravano trascorrere insieme tutto il tempo possibile prima che lui dovesse ripartire per Torino il giorno dopo.
Avevano cenato in un ristorante e ora camminavano per le vie del centro, mano nella mano.
Roma era una città bellissima ed Emily non poteva chiedere di meglio che passeggiare con il proprio ragazzo in mezzo a quelle luci, sotto i suoi sorrisi sinceri e gli occhi che gli brillavano quando la baciava.
Dopo un po' che camminavano, arrivarono in un parco alla fine di una via e si sedettero su una panchina vuota illuminata dai lampioni.
Álvaro le mise un braccio attorno al collo e i due rimasero per un po' abbracciati, a provare come unica cosa la felicità che il loro contatto provocava loro.

- Grazie per essere qui. - gli sussurrò Emily, dopo aver alzato il volto. Non avrebbe mai voluto fare a meno di quelle sensazioni per tanti mesi.

Lui in risposta le appoggiò delicatamente le labbra sul naso, facendola ridere. Poi si spostò sulla bocca e iniziarono a scambiarsi un bacio dolce e lento, pieno di emozioni capaci di far contorcere lo stomaco.

- Non avrei mai pensato che una delle cose che mi terrorizza di più mi avrebbe fatto conoscere la persona che ora amo. - rise Álvaro, dopo che si furono staccati.

- Per caso stai parlando del ragno? - domandò lei, iniziando a ridere per la sua affermazione.

Il ragazzo annuì e la riabbracciò di getto, riunendo le loro labbra che ancora sorridevano.

- E comunque, ti amo anche io. - disse piano la ragazza ad un centimetro da lui, con lo sguardo immerso nelle sue profonde iridi color cioccolato.

Ripresero a baciarsi e coccolarsi sotto le luci di Roma, nella città che entrambi avrebbero voluto che potesse accoglierli ogni giorno, anche se non era possibile.

Vorrei essere capace di odiarti - Daniele RuganiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora