Ventuno

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Giulia si risvegliò in un letto matrimoniale, immaginò nella stanza di Manuel. C'era già luce nell'ambiente, segno che probabilmente il ragazzo si era svegliato prima di lei.
Non appena riuscì a mettere a fuoco, infatti, la ragazza riuscì a capire di essere coricata sulla spalla sinistra e vide Manuel seduto sul letto che la fissava. Giulia si stiracchiò e si mise a pancia in su, tentando di svegliarsi meglio.
Osservò il ragazzo, il quale rimaneva a fissarla con un certo sorrisetto, probabilmente stava osservando i segni della notte sul suo corpo.

Ad un certo punto, ridacchiò. - È stato divertente. - affermò solo, con ancora sul viso un'espressione di superiorità.

La ragazza sorrise, anche se ancora mezza addormentata. La sua mente fu invasa dai ricordi di ciò che avevano fatto, e capì che lui aveva ragione. Era stata una notte di sesso, puro sesso senza alcun sentimento. Avevano soddisfatto l'attrazione fisica e la voglia che i loro corpi avevano di quello dell'altro.
Manuel si chinò a darle uno dei suoi soliti baci, mentre lei ricambiava con poca forza a causa del sonno.

- Ti ho proprio stancata per bene... - commentò Manuel mentre si staccava leggermente, riferendosi al bacio.

Giulia si sentì piccata e alzò le sopracciglia. Riunì con foga le loro labbra e si sporse verso di lui. Gli mise le braccia attorno alle spalle e poi lo spinse di lato sul materasso, rimanendogli sopra ed unendo per la prima volta quella mattina i loro corpi ancora nudi.
Si diedero un bacio energico e lungo, durante il quale ripresero a stuzzicarsi la pelle a vicenda.
Dopo diversi minuti, Manuel fermò il corso delle proprie mani sulle sue cosce, e si alzò per poi prenderla in braccio.
Lei avvinghiò le proprie gambe attorno al bacino di lui e continuò a baciarlo con passione, sorreggendosi anche con le braccia strette al suo collo.
Il ragazzo la portò in bagno e aprì la porta della doccia, poi vi entrarono ancora avvinghiati. L'acqua cadde addosso ai loro corpi accaldati di passione, bagnando anche le loro labbra unite.
Fecero la doccia insieme, mettendo il sapone l'uno sul corpo dell'altra, e soffermandosi di più sui punti che sapevano essere più causa di piacere.
Fu l'ennesima situazione di appagamento in quel rapporto di convenienza e divertimento, di distrazione e di voglia.
Una volta usciti, lui la abbracciò da dietro e le percorse il corpo con un asciugamano. Si asciugarono a vicenda, poi lui le tolse di dosso il panno che si era annodata sopra il seno.
La bloccò contro il muro e le lasciò una scia di baci lungo il corpo che arrivò fino a sopra l'inguine. La prese in braccio e la appoggiò al lavandino, dove andarono avanti a baciarsi ancora per diversi minuti, durante i quali lui le esplorò ancora con le mani quel corpo bramato.
Dopo un po' la fece scendere.

- Vado a vestirmi di là. - disse la ragazza, per poi raggiungere la stanza principale in cui avevano fatto sesso e in cui aveva lasciato i vestiti.

Percorse il corridoio e giunse nella grande sala, dove potè notare i danni che avevano provocato la notte precedente. C'erano un piatto di plastica, una tovaglietta e delle riviste ai piedi del tavolino sul quale era stata stesa, ed era stato spostatato quasi contro il mobile della televisione. Anche la poltrona era molto spostata indietro rispetto alla posizione originale.
Fece un paio di giri attrono alla stanza e riuscì a recuperare tutti i propri indumenti. Per ultimi, andò a prendere i tacchi che si trovavano dell'ingresso mentre prendeva in mano anche il cellulare che aveva lasciato lì dal momento in cui erano arrivati in casa.
Vide una decina di chiamate di Emily a diversi orari e due suoi messaggi che Giulia non si premette nemmeno di aprire e leggere. Non osò nemmeno richiamarla e credeva che la urla che le avrebbe riservato una volta rimesso piede in casa sarebbero bastate.
Le aveva detto che sarebbe tornata tardi e poteva anche sospettare che non sarebbe tornata affatto. Non le importava di quello che stava facendo dalla sera del pub, quindi perché non la lasciava stare e basta?
Mollò nuovamente il telefono e iniziò a rivestirsi. Quando aveva finito di mettersi l'intimo, le caddero gli occhi su Manuel che la stava fissando dallo stipite con un certo sguardo soddisfatto. Lui si era rimesso solo i boxer. Probabilmente, Giulia immaginava, se si fosse avvicinata di nuovo a lui, il ragazzo l'avrebbe spogliata di nuovo.
Terminò di vestirsi e poi lo raggiunse.

- Mi accompagni a casa? - chiese appoggiandogli le mani alle spalle e accarezzandogli la pelle fino al petto, mentre poteva sentire la stoffa dei boxer premere contro il suo ventre data la vicinanza tra i corpi.

- Non posso, ho da fare. - rispose, freddamente.

- Okay, non fa niente... - ribattè Giulia. - Prenderò la metro. - aggiunse poi.

Manuel rimase in silenzio.

- Quando possiamo... - la frase della ragazza fu interrotta.

- Ti chiamo io. - fece lui, ancora molto distrattamente.

Giulia annuì, per poi baciarlo.
Lui ricambiò in maniera breve e sbrigativa, prima che la ragazza si staccasse e lasciasse la sua casa.

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Giulia arrivò davanti alla porta dell'appartamento che era quasi mezzogiorno e infilò velocemente la chiave nella serratura, ansiosa di mettere fine ancora prima di iniziare alla furiosa discussione che avrebbe avuto con Emily e chiudersi in camera. Entrò in casa e l'altra ragazza spuntò dalla porta della cucina.

- Si può sapere cosa cazzo hai fatto?! - esordì. - Mi hai fatta preoccupare! - aggiunse.

- Non mi sembrava che ti importasse molto quello che faccio. - ribattè Giulia fredda, iniziando ad attraversare veloce la stanza.

- Se non approvo, non significa che non voglia sapere quando vieni a casa! - Emily era furiosa, ma forse più per il fatto che aveva passato la notte fuori in sè che per il non essere stata avvertita. Ormai le due ragazze erano l'una davanti all'altra e lei potè notare segni di unghie sui suoi fianchi, graffi sulle spalle che proseguivano sulla schiena e due grandi lividi viola, uno che fuoriusciva dal top e l'altro tutto sulla parte sinistra del collo. Non voleva credere ai propri occhi, eppure aveva capito tutto ancora prima che le spiegasse.

Giulia la ignorò e andò in camera sua, ma l'altra la seguì.

- Non abbiamo finito! - esclamò innervosita ancor di più dall'atteggiamento dell'amica.

La ragazza si stava cambiando ed era rimasta in reggiseno. - Te lo dico adesso: ho dormito da Manuel. - fece, secca. - Sei contenta ora? - domandò poi ironicamente.

Emily notò anche il succhiotto sul seno, e dopo la sua frase non ci vide più. - Vedo come hai dormito! - rispose indicandola. - Sei andata a letto con uno sconosciuto, e ti stai comportando da troia per non ammettere che hai sbagliato a lasciare Daniele! - le disse tutto ciò che pensava. - Ma se pensi che sia giusto, continua pure a farti toccare il culo da gente in discoteca e poi scoparci assieme, sicuramente ti diverti! - concluse poi.

Giulia non l'aveva mai vista così arrabbiata. Se era andata a letto con Manuel, era perché lui la attraeva e non di certo perché desiderava farlo e basta, non importasse con chi. - Grazie per avermi resa partecipe del tuo pensiero, ora puoi lasciarmi stare. - così la mandò via.

Emily sbattè la porta con violenza, lasciando la stanza.

Spazio autrice
Mancano tre capitoli alla fine di questa storia.
Giulia♡

Vorrei essere capace di odiarti - Daniele RuganiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora