Diciassette

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Era ormai passata poco più di una settimana da quando le due ragazze erano tornate a Roma e avevano ripreso la propria vita quotidiana. Anche quel pomeriggio si trovavano chiuse in casa, un po' per il caldo e un po' perché Giulia rifiutava qualsiasi proposta di Emily che implicasse il fare qualcosa fuori di casa.
Quest'ultima continuava a chiedersi che razza di scelta avesse compiuto la sua testa. Insomma, se aveva deciso di chiudere con Daniele avrebbe perlomeno dovuto provare a distrarsi, ma in realtà sembrava che volesse solo struggersi nella mancanza. Allo stesso tempo non cedeva all'opinione di aver sbagliato, per cui rimaneva in un'insostenibile e sofferente situazione di mezzo.
Emily era seduta sul divano del piccolo salotto della loro casa, con i piedi sul tavolino e il portatile sull ginocchia. Scorreva con le frecce le foto della vacanza a Cuba. Arrivò ad un certo punto su un'immagine che ritraeva lei ed Álvaro stessi sullo stesso lettino, mentre lui le dava un bacio.
Lo sentiva ogni giorno e in ogni momento possibile da quando erano rientrate, ma la mancanza si faceva lo stesso sentire. In quel momento i giocatori della Juventus erano impegnati negli allenamenti del ritiro, ma il ragazzo le aveva assicurato che sarebbe andato fino a Roma non appena avrebbe avuto almeno una giornata libera. Emily attendeva quel momento con tutto il cuore, desiderava rivederlo e finalmente avere qualcuno con cui sfogarsi della situazione attuale.
Lei, infatti, non trascorreva bene le giornate anche a causa di Giulia, la quale le dava tanti pensieri. La vedeva sempre triste, non parlava quasi mai e passava le giornate a fissare il soffitto, coricata sul letto o sul divano, alle volte guardava annoiata un po' di televisione.
Emily cercava ogni giorno e in ogni modo di distrarla: le chiedeva se avrebbe potuto cucinare lei quella sera e magari lo faceva anche, ma tristemente; le proponeva di stare un po' insieme a chicchierare, anche se ogni volta il discorso cadeva dopo poco; le domandava se le andava di uscire, nonostante i suoi sempre più frequenti rifiuti. Ormai era stanca e frustrata da quella situazione e desiderava che l'amica reagisse, non poteva andare avanti così.
Proprio in quel momento vide aprirsi la porta della camera, Giulia era andata a riposarsi un po' dopo pranzo. La ragazza si avvicinò al frigo per cercare la bottiglia dell'acqua, sotto gli occhi di Emily.

- Che fai? - le chiese quella che si era appena alzata, vedendo l'altra al computer e rimettendo in frigo la bottiglia.

- Niente, guardo delle foto... - rispose Emily per poi chiudere il portatile il più presto possibile, ma allo stesso tempo senza far capire che lo stava facendo perché Giulia si stava avvicinando. Non voleva, infatti, che vedesse le foto della vacanza poiché aveva paura che si intristisse ulteriormente, e non era il caso.

L'altra sembrò non porsi troppe domande e lasciò cadere l'argomento, senza chiedere dettagli.

Dopo qualche minuto di silenzio in cui Emily armeggiò con il computer ma non più con le foto e Giulia mangiava qualche biscotto, la prima tornò a parlare, anche se già sospettava come sarebbe andata a finire quella conversazione. Aveva deciso di fare comunque un tentativo, consapevole della reale possibilità che ci sarebbe stata di essere respinta di nuovo, come era successo le altre volte che aveva provato ad introdurre l'argomento del suo umore.

- Giulia, ascoltami. - iniziò a dire, mentre appoggiava il computer al tavolino e si girava leggermente sul divano. Vide che l'altra la stava guardando, allora continuò. - Spero che tu ti renda conto che non puoi andare avanti così, stai male e io, da amica, voglio aiutarti. Ogni tanto potresti parlarmene, sono qui apposta per capirti... - le disse, sperando di colpirla.

- Non voglio parlarne, io sto già meglio e presto non ci penserò nemmeno più. - le rispose.

Emily riconobbe in lei l'atteggiamento di chi sta davvero male e, piuttosto che ammetterlo, si autoconvince del contrario prendendo in giro gli altri e soprattutto sè stessa. Non ce l'aveva con lei per questo, perché capiva che non era un atteggiamento volontario, ma voleva comunque cercare una mediazione, qualcosa da farle fare ma non per il pretesto che lei rifiutava. Ossia, se lo scopo reale di Emily era farla uscire per aiutarla a distrarsi, le avrebbe presentato la proposta con altre ragioni, poiché sapeva che altrimenti le avrebbe rifilato un "no" categorico. Ci avrebbe girato intorno.

- Che mangiamo per cena? - domandò poi Giulia, passato qualche istante di silenzio.

L'altra le tirò un'occhiataccia. - Non cambiare discorso. - fece seria. - È un po' che non vado a cena fuori, ti andrebbe di accompagnarmi domani? Siamo sempre a casa ultimamente... - propose cauta.

La ragazza sembrò rifletterci. - Vuoi proprio? - domandò.

Emily sorrise. - Sì. - rispose poi semplicemente.

Giulia fece uno sghembo e triste sorriso. - Lo faccio solo per te... - ribattè, mentre l'amica la abbracciava. La ragazza capiva che in quel periodo la stava costringendo a casa con il suo cattivo umore ed era certa che avrebbe fatto del suo meglio per farle passare una serata tranquilla prima di tutto, poi avrebbe provato anche lei a non pensare a nulla.

Vorrei essere capace di odiarti - Daniele RuganiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora