Two

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Quando la porta alle sue spalle venne chiusa da Natasha, Steve mantenne un portamento dritto ed educato, studiando i ragazzi che avrebbero lavorato con lui.
Nella stanza, che evidentemente doveva essere un ufficio di qualche medico importante, messi in riga ed in piedi stavano i quattro tirocinanti, tutti già nel loro camice verde.
La prima della fila era una ragazza, l'unica del gruppo; i suoi lunghi capelli castani e mossi erano tirati indietro da una coda di cavallo alta. Il viso piccolo e timido, tinto di una carnagione pallida ma deliziosa.
Timidamente, con le unghia smaltate di nero, stringeva le dita nervosamente, facendo arrossare le falangi magre.
Accanto a lei un ragazzo di colore sembrava a suo agio, con uno strascico di sarcasmo sulle spalle. Aveva più o meno la stessa età di Steve, con la carnagione scura ed una barba che gli contornava il mento.
Abbassò gli occhi buffamente, guardando l'uomo accanto a lui.
Molto più basso e adulto, con una barbetta incolta ed un ciuffo morbido sulla testa, sembrava essere un ragazzino in un negozio di modellini.
E come ultimo, ma non meno importante, un ragazzo alto, muscoloso e fiero completava la fila. Quasi incuteva timore, ma nel suo sguardo si leggeva un ghigno di superiorità.
Steve fece un passo in avanti, mentre Natasha prendeva posto dietro alla scrivania nella stanza.
Accese l'iPad posto accanto ad un mucchio di fogli, scrutando immediatamente i dati delle matricole.
«Lui è Steven Rogers, l'ultimo membro del vostro gruppo.» la dottoressa non staccò gli occhi dallo schermo, come se stesse contemporaneamente facendo qualcosa di troppo importante per essere interrotta.
I quattro fecero un segno con il capo, e salutarono Steve in modo discreto ed educato.
Romanoff si alzò in piedi, con il dispositivo ancora fra le mani, indicando ad uno ad uno i ragazzi.
Si avvicinò alla ragazza, molto più giovane di tutti loro, mettendola in un'evidente stato di ansia.
«Steven, lei è Wanda Maximoff, accanto a lei abbiamo Sam Wilson, poi Scott Lang, ed infine il figlio del facoltoso professore di Wakanda, T'challa.»
Tutti gli altri fecero una smorfia seccata quando Natasha evidenziò la provenienza dell'ultima matricola, lasciando Steve in uno stato di imbarazzo.
«È un piacere poter lavorare con voi...» Rogers mantenne la sua buona educazione, e cercò di apparire più cordiale possibile.
«Su' adesso mettiamoci a lavoro, non abbiamo tempo da perdere.» suonò quasi come un richiamo severo da parte di Natasha, che uscì dalla stanza con il suo ormai abituale passo svelto, lasciandosi seguire dal gruppo, confuso ed entusiasta.
Così iniziò il primo e sfiancante giorno di lavoro di Steve ed i suoi campagni. A dire il vero fu più un orientamento fra tutti i reparti dell'immensa struttura, fra camere di terapia intensiva, sale operatorie, camere di sevizio, pazienti anziani e medicazioni non di certo piacevoli.
Ma finalmente, dopo ore di continuo girovagare su e giù per i piani, arrivò per i ragazzi l'ora della pausa pranzo.
Presero ognuno un vassoio, lo riempirono di cibo poco salutare, e si sedettero nel primo tavolo libero sotto la loro traiettoria. Tutti, tranne T'challa.
Accanto a Steve prese posto Sam, con in mano la forchetta di plastica bianca sempre rifornita di maccheroni al formaggio.
Era spiritoso, ed iniziò una piacevole conversazione: «Bene amico, parlaci un po' di te.»
Steve scrollò le spalle, posando il bicchiere accanto al piatto;
«Beh, non ho una laurea, ma sono stato accettato comunque pur avendo un misero diploma di specializzazione infermieristica. Quest'estate ho preso parte all'addestramento dell'esercito americano, ma nessuna missione, almeno fino a quando lavorerò spero.»
Wilson fece un'espressione buffa e sorpresa: «Oh! Anch'io facevo parte dell'esercito, l'ho abbandonato quasi due anni fa, quando ho capito che la mia famiglia aveva bisogno di me.»
«Quando voi due avete finito di chiacchierare, mi farebbe piacere prendere parte a questo dialogo!» con la bocca piena di patatine fritte, Scott si fece avanti, sarcastico.
«Aspetta un po' il tuo turno, ladro di elettrodomestici.» Sam in tutta risposta imitò il suo tono, quando Wanda li fece calmare, sorridendo timidamente:
«Calmatevi voi due, e tu Sam, smettila di prendere sempre questo discorso.»
Steve guardò Scott confuso, in cerca di spiegazioni.
«Beh, diciamo che sono stato al fresco una notte per aver rubato un frullatore al centro commerciale...»
Sam si spinse avanti buffamente: «Due frullatori!»
Rogers iniziò a ridere, mentre il ladro in camice cercava di discolparsi con un sorriso divertito.
Sembra essersi instaurato un rapporto amichevole e sicuro, quando Steve, osservando di sfuggita T'challa seduto due tavoli più avanti da solo, domandò: «E lui perché è così scorbutico?»
Tutti si zittirono, Sam alzò gli occhi al cielo, irritato, e Wanda cercò di tenerlo a bada con la sua gentilezza:
«T'challa è il figlio di un pluripremiato professore di cardiochirurgia di Wakanda, e per lui noi siamo solamente una ridicola squadra di super eroi analfabeti che credono di trovare una cura per il cancro...»
Sam la interruppe con disgusto: «Il piccoletto figlio di papà non sopporta nutrirsi fra due reclute dell'esercito, un ladro di frullatori e una ragazzina stramba.»
«Hey!» Wanda posò la sua porzione di insalata sul piatto, aggrottando la fronte.
«Scusa Scarlett Witch, ma è la verità.»
Steve scrollò la tetsa, incerto: «Da quanto tempo vi conoscete?»
«Abbiamo frequentato tutti la stessa università, ma ci siamo conosciti gli ultimi due anni del corso.»
Rogers sorrise, annuendo.
Sam gli strinse la spalla, indicando Wanda: «La chiamiamo Scarlett Witch per la sua strabiliante dote di riuscire a studiare per un esame due ore prima e superalo con il massimo dei voti! E poi per il suo strambo modo di vestirsi, simile ad i personaggi delle serie TV che parlano di magia...»
La ragazza fece la linguaccia ed arricciò il naso.
«Scott invece si è affibbiato il fantastico nome di Ant man, dopo quella volta che riempì la cattedra del prof di biologia di formiche rosse, urlando dal suo posto "la prego, non uccida Anthony!"»
Il protagonista della storia aggiunse un particolare molto importante: «Anthony è la mia prima formica, ed anche la mia preferita.»
La Maximoff alzò le sopracciglia, divertita: «Vuoi presentati anche tu, Falcon?»
Steve, continuando a sbellicarsi dal ridere per quei racconti strambi, replicò stranito: «Falcon?»
Wilson sospirò, scrollando la testa: «Alla prima festa del campus ho esagerato un po' troppo con la Vodka, e mi sono lanciato dal primo piano con un paio di ali rosse sulle braccia, quelle del costume della mascotte della squadra di baseball...»
«Non dimenticarti che eri in boxer rosa!» Wanda alzò la voce, e tutti scoppiarono a ridere.
Di colpo Scott ammutolì tutti, guardano sconvolto alle spalle di Steve e Sam.
«Oh cazzo, è entrato il dottor Stark, e sembra dirigersi verso di noi!»
Steve si voltò in quella direzione, mente Sam sembrò sbiancare di colpo.
«La dottoressa Romanoff me ne ha parlato, lui è...»
«Il genio, milionario, playboy, filantropo di tutta New York!» sbottò Scott.
«È qui, state tutti zitti!» Wanda posò le sue posate, e abbassò lo sguardo.
Stark si accostò a Steve, ed il biondo fu costretto ad alzarsi in piedi, rispettando la buona educazione verso un suo superiore.
Una donna dai capelli rossi, con una frangetta sulla testa ed una cartella in mano, seguiva il medico.
«Dottor Stark...» Sam chinò il capo, e lo salutò in modo rispettoso.
«Giovani studenti, quale onore potervi finalmente conoscere!» aveva un atteggiamento palese di sarcasmo, ma soprattutto di presa in giro.
Fecero silenzio, imitando Steve ed alzandosi in piedi.
«Ho saputo che qui abbiamo uno studente non specializzato, un capitano dell'esercito.» guardò Steve, con sarcasmo e superiorità.
«Già, proprio così.» Rogers annuì, non azzardando a mettersi al suo stesso livello.
«Bene, allora, direi di fare un test a sorpresa d'ammissione! Coraggio capitano, interrogato!»
Steve deglutì, tenendo testa all'uomo dai capelli castani. Prese un respiro profondo, ed iniziò a parlare:
«Non esiste un test semplice per diagnosticare l'alzheimer, infatti è importante che la persona con sintomi di deterioramento grave alla memoria sia sottoposta ad un completo accertamento medico. L'alzheimer è la più comune causa di demenza, esistono però numerosi altri tipi di demenza simili.
Questa condizione non è altro che un processo degenerativo che distrugge lentamente e progressivamente le cellule del cervello. Prende il nome da Alois Alzheimer, neurologo tedesco che descrisse per primo i sintomi della malattia. È una malattia che colpisce la memoria e le funzioni mentali, ad esempio parlare, pensare, eccetera, ma può causare anche confusione, cambiamenti d'umore e disorientamento. All'inizio i sintomi sono così lievi da non essere nemmeno notati, ma con il progredire della malattia diventano sempre più evidenti, ed iniziano ad infierire con le attività e le relazioni sociali.
La fascia d'età colpita non va oltre i sessantacinque anni, ma meno di una persona su mille può comunque ammalarsi indipendentemente dall'età. Ma può essere scatenata anche da fattori genetici, traumi cranici e altro, perché non esiste prova sicura che un particolare gruppo di persone sia candidata a sviluppare la malattia. »
Con la gola secca, ed il cuore a mille, Steve ritenne di essersi divulgato abbastanza, lasciando Stark in silenzio per alcuni secondi.
Tutti rimasero con in fiato sospeso, finché il medico non sorrise, soddisfatto.
«Bene. Promosso, con il massimo. Non avevo dubbi quando ho deciso di assumerla nel nostro ospedale, e adesso, dopo la sua spiegazione, nulla mi farà combinare idea.» dopo essere diventato improvvisamente serio, smistó nella cartella della donna accanto a lui e parlò di nuovo «Stanza numero cento sette. Congratulazioni, il caso migliore che una matricola potesse avere, io mi riterrei fortunato. Un giovanissimo paziente di vent'anni affetto da alzheimer sin da adolescente. È suo Rogers.»
Getto un'occhiata spiritosa agli altri, alzando un sopracciglio.
«Vi sembra che mi sia dimenticato di voi? Wilson, stanza novantotto, Maximoff, centodue, Lang, cento nove.»
Scambiò una battuta spiritosa con i ragazzi, e poi se ne andò.
«È stato davvero uno stronzo, lo ha fatto apposta Steve!» Scott era entusiasta.
«Io sarei svenuta!» Wanda sembra essere la più terrorizzata di tutti.
«Capitano...è un bel soprannome! Cap! Che te pare, eh Steve?» Sam si voltò verso di lui, attendendo una riposta.
Abbandonando i suoi pensieri, Steve scrollò la tetsa, ed annuì sorridendo, con un'apparente serenità.
Ripensò a quel numero, al cento sette, cercando di immaginare quale ragazzo potesse nascondersi in quella stanza.

Remember me ||Stucky AU|| ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora