Twentyeight

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Quel giorno era particolarmente speciale per Bucky; quella settimana aveva iniziato a nevicare, e nel reparto l'entusiasmo di Rachel aveva contagiato tutti, dai pazienti ai medici. La ragazza aveva già mostrato al pubblico il suo pigiama a tema natalizio, percorrendo il corridoio una volta al giorno con le stapelle, allenandosi con tenacia per ritornare in piedi al più presto possibile; su di ogni porta delle stanze dei pazienti aveva attaccato una ghirlanda innevata chiedendo severamente a Logan di andare a comprarle entro il giorno stesso in cui il suo spirito natalizio si era fatto avanti. Aveva decorato la sedia a rotelle di Charles con delle capanelle, la reception del reparto con un piccolo albero di Natale, Peter e Wade si erano aggiudicati un maglione di lana con delle piccole luci, ed i capelli lunghi di Bucky erano raccolti da un fiocco rosso.
Era ancora il dieci dicembre ma la signorina Anderson guardava tutte le sere film di Natale.
E proprio quel giorno, quando sui davanzali un piccolo strato di neve appena caduta addolciva l'atmosfera, il gruppo composto da Steve, Rachel e Logan era nella stanza di Bucky per la pausa pranzo, a sorseggiare della cioccolata calda tutti seduti intorno al letto.
La ferita di James stava lentamente guarendo, e da pochi giorni i drenaggi erano finalmente stati tolti, donandogli meno dolore e più sicurezza, per quanta potesse averne. Non aveva ancora mosso un passo, benché il dottor Banner assieme a Thor fossero andati a visitarlo dopo il suo grave ricovero post operatorio, gli spiegarono che avrebbe avuto molti problemi a livello di equilibrio, e ciò avrebbe reso difficile poter camminare. Questo lo spaventava, e non riusciva nemmeno a dimenticarlo. Chiedeva a Steve almeno quattro volte al giorno come fosse finito in ospedale, e perché il suo braccio mancasse all'appello, ma quel pensiero fisso di poter cadere lo assillava, spesso, anche non sapendo il reale motivo. Aveva ormai ricollegato l'azione del camminare come qualcosa di tremendamente spaventoso.
«Siamo in conflitto capitano!» sbottò Sam bruciandosi la lingua per colpa della razza troppo calda. Steve scosse la testa e in cerca di spiegazioni.
«C'è un nuovo gruppo di matricole in ospedale, li chiamano i fantastici quattro!» disse Wanda che con un cerchietto a forma di corna di renna sembrava quasi una bambina.
«Quill mi ha detto che forse li promuoveranno prima di noi.» bisbigliò Scott.
«Non pensarlo nemmeno, con me come paziente potete già considerarvi professori.» commentò Bucky, che a poco a poco aveva imparato a fidarsi di loro.
«Delle fonti affidabili mi hanno detto che Reed Richards e Ben Grimm hanno un flirt.» disse poi Sam.
«OOOOH» sbottò di colpo Rachel saltellando sul posto e facendo suonare i campanelli sui suoi polsi.
Tutti risero, quando lei aggiunse: «Johnny mi ha fatto visita giusto l'altro giorno assieme a sua sorella, è davvero un tipo tutto fuoco e fiamme.» ammiccò la ragazza in piena crisi adolescenziale.
«Vedrò di dare una lezione a questo Johnny.» mormorò gelosamente Logan, ricevendo una gomitata svogliata dalla ragazza.
Bucky si mise sull'attenti, come se avesse appena avuto un'idea geniale: «Giusto, mi sono segnato cosa dovevo dirti, anche perché non lo ricordo...» diede una veloce lettura al diario dei ricordi suo e di Steve che teneva vicino le gambe, adesso usato anche per annotare degli eventi particolari che gli accadevano durante il giorno, riprendendo a parlare con tutti gli occhi puntati addosso.
«Loki mi ha detto che ti trova, come ha definito lui, superbamente aggraziata
Gli occhi di Rachel si fecero enormi, e la sua bocca si spalancò di scatto. Wanda le andò vicino e iniziò a sorridere insieme a lei.
«Non posso crederci! Il dottore più gnocco dell'ospedale crede che io sia carina!» urlò Rachel. La Maximoff con il suo camice bianco e la paziente con le sue stampelle colorate iniziarono a schiamazzare come due oche, mentre Logan fulminò con lo sguardo la sua protetta in maniera severa e gelosa.
Tutti iniziarono a sorridere, finché la porta non si aprì, ed una giovane infermiera di colore e con i capelli bianchi sentì il caos proveniente da quel gruppetto strambo, cercando di apparire severa, ma troppo dolce e premurosa per sgridare tutti. Spingeva la carrozzina di Charles mentre accanto la seguiva Erik, entrambi con un sorriso complice sotto i baffi.
«Tornate subito a lavoro prima che Raven se la prenda con me.» disse, chiudendo la porta e riprendendo a camminare verso la sua meta, mentre la stanza si sgomberava velocemente.
Sam si fermò sulla soglia, aspettando che Rachel uscisse con la sua armata di stampelle e gambe fasciate, sussurrando in modo divertente ai due;
«Quella bambolina, Tempesta, si vede con il nostro T'Challa.»
Wanda lo richiamò, e lui corse via lasciando sorridere Steve e Bucky.
Rogers si voltò in direzione del compagno, ed era bello, semplicemente quello. La prima volta che l'aveva rivisto, in quella stanza silenziosa e spoglia, Bucky era ormai morto, dentro di lui nessuna emozione o pensiero lo distingueva da chiunque altro malato ormai in fase terminale. E adesso, con un sorriso sul volto e delle parole nella testa, James, pur essendo ancora molto instabile e malato, da quando Steve aveva migliorato la sua aspettativa di vita, tutto era cambiato drasticamente, come se Steve lo avesse rianimato da un attacco cardiaco, ma non grazie al suo lavoro da medico, semplicemente amandolo come aveva sempre fatto. Ed era bello.
Peter andò a trovarli non molto più tardi del gruppo di tirocinanti, passando un piacevole pomeriggio a raccontare le sue mirabolanti avventure scolastiche e le disavventure di Wade assieme all'amico cieco, ma poi l'ora di tornare a casa arrivò, e purtroppo Bucky dovette restare solo, ancora una volta.
Quella notte c'era particolarmente freddo, e dalla finestra si poteva scorgere la cascata dolce ed armoniosa di neve candida. Erano circa le due passate quando Bucky, tenuto sveglio dai suoi soliti incubi, riuscì a distrarre la sua disperazione semplicemente ammirando la nevicata oltre la finestra. Gli piaceva, lo attirava, perché uno dei suoi soliti vuoti di memoria gli aveva fatto dimenticare cosa fosse la neve. Smise immediatamente di piangere, con le guance umide e gli occhi arrossati. Si mise seduto, separando finalmente le ginocchia dal petto, tenute strette con l'aiuto di un solo braccio. Mise i piedi a penzoloni dal letto e lentamente, li poggió sul freddo pavimento. Ebbe un veloce giramento di testa, ed i muscoli delle gambe iniziarono a pulsare dopo tutto quel tempo passato a letto. Caricandosi di coraggio, e attirato sempre di più da quei fiocchi candidi oltre la finestra, tolse il braccio dal letto, che era il suo unico sostegno, e barcollò con difficoltà in avanti, muovendo due passi, che si trasformarono in quattro, lentamente, con il peso del busto caricato tutto sul lato destro del corpo, in una posizione storta e zoppicante. Allungò il braccio, i piedi scalzi aderirono con tenacia al pavimento, e finalmente riuscì a toccare il vetro che si appannò a contatto con la sua pelle calda. Aprì la finestra velocemente e non esitò ad allungare il braccio fuori, con l'aria gelida che gli pizzicava la pelle ed il viso, mentre i fiocchi si scioglievano sul suo palmo grande. Chiuse gli occhi e ascoltò il rumore timido del vento invernale.
Ripensò ai modi bizzarri in cui quella gente che vedeva spesso, di cui aveva dimenticato il nome, si affibbiava, al nomignolo con cui Steve veniva chiamato, e poi sentì la medaglietta argentea sfiorargli il petto. Non ricordò il suo nome, diavolo, in quel momento non ricordava assolutamente nulla, e mantenere vivo il viso di Steve nella sua memoria era una missione quasi fallita. Si accigliò, addolorato.
Pensò, stavolta, a qualcosa di bello.
La neve si trasformò nelle mani di Stve, ogni suo senso era ormai oppresso da quello del biondo, e finalmente si sentì sereno.
Si bagnò le labbra e le socchiuse: «Il soldato d'inverno.»
Lo sussurrò in maniera che potesse così ricordarlo, o quantomeno scriverlo da qualche parte. Quell'uomo, senza nulla nell'anima, era un soldato di una guerra silenziosa contro se stesso, che si era rimesso in piedi in una notte d'inverno.

Remember me ||Stucky AU|| ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora