Thirty

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E come aveva promesso Bucky, nel giro di una settimana si era rimesso in piedi. Era stata dura la prima volta, assistito dalla dottoressa Romanoff e dal dottor Banner, con il sostegno immancabile di Steve. Il paziente era stato fatto sedere sul letto per alcuni minuti, per evitare eventuali capogiri e soprattutto, dargli un sostegno psicologico; subito dopo, con Steve e Banner alle sue spalle, il moro si era messo in piedi, barcollante e piegato tutto sul lato del braccio destro, ma stabile e sicuro. Si concentrò come se stesse per fare la cosa più difficile del mondo e lentamente, terrorizzato, azzardò dei piccoli passi. I muscoli diventarono immediatamente rigidi e doloranti, mentre il suo cuore batteva all'impazzata. Era terrorizzato dall'idea di poter cadere, di avere la prova che ormai era sul punto di non ritorno, ma la mano di Steve lo fece aggrappare, come se l'avesse appena salvato da un baratro profondo e buio. Bucky sorrise, stringendo ancora di più la mano chiara del biondo, mordendosi l'interno della guancia e ritornando a camminare. Non fu poi così difficile, di certo quello che aveva immaginato Barnes era qualcosa di terribilmente catastrofico e doloroso, ed il sollievo che provò non appena si rese conto di star camminando da solo e senza troppa difficoltà gli fece avere un attacco di panico. Non in senso cattivo, come quando qualcuno va' in iper ventilazione e non la smette più di strillare, al contrario, Bucky iniziò a ridere, con lo sguardo sempre pronto a guardare Rogers, per paura di poterlo perdere di vista. Era triste, avere la consapevolezza di dimenticare quell'evento così emozionante.
Fece una sorpresa persino a Peter il pomeriggio stesso; il ragazzo non sapeva nulla dell'improvvisa decisione di Bucky, o meglio, non sapeva quando avesse trovato il coraggio di provare a camminare, così, quando Peter bussò alla porta della stanza, ad accoglierlo non c'era Steve, come di consuetudine, ma al contrario, Bucky, che era stato lì difronte ad aspettarlo per tutto il tempo.
Peter gettò la sua cartella per terra, si immobilizzò e fissò il moro a bocca aperta, con le mani sul viso in un'espressione scioccata ed emozionata. Senza pensare a nulla, senza esitare, con delicatezza, sicuro, abbracciò Bucky. Era strano, non essere stretto da qualcuno con entrambe le braccia, e sentire quella forte mancanza sotto le costole. James rimase sorpreso, divertito dalla reazione improvvisa del ragazzino, che rimase per alcuni secondi ancora stretto al suo petto.
Dal corridoio, dove la porta aperta della stanza di Barnes faceva scorgere lo spettacolo a chiunque, Rachel fermata da Logan, emise un gemito acuto e commosso, raggiungendo il paziente non appena il dolce abbraccio fra lui e Peter terminó per imitare il coetaneo.
Ben presto la voce della coraggiosa impresa di Bucky si sparse un po' ovunque; il paziente malato di alzheimer ed il suo ragazzo medico che lottavano fra la vita e la morte avevano fatto scalpore per l'ospedale, e di quel grande passo avanti tutti ne furono emozionati. Dal pronto soccorso dove Gamora doveva sopportare le coreografie inappropriate di Peter, al reparto di terapia intensiva dei due fratelli Laufeyson e Odinson. Ormai era nata una vita fra quelle mura, fatta di stranezze, belle stranezze. Il gruppo di Steve che passava durante la pausa pranzo per spettegolare, Peter che delle volte veniva accompagnato da Wade e, straordinariamente, anche dal famoso Matt, finalmente presentato ai due; la Romanoff e Barton si intravedevano per le vie del corridoio, certe volte accompagnando Stark e Banner, che con il pensiero fisso su quei due particolari ragazzi ne approfittavano per lasciare un saluto. I ritrovi organizzati da Rachel nel corridoio, dove Logan, Charles, Erik e chiunque altro volesse aggregarsi erano all'insegna delle risate e delle avventure della ragazza che si era rimessa in piedi come una vera guerriera, dove spesso e volentieri il dottor Laufeyson si intrufolava usando la scusa di vedere Bucky in realtà per vedere la riccia. Le infermiere del reparto, anche se severe, assecondavano sempre i pazienti, e in fondo Raven non era poi così cattiva. Tutto sembrava andare bene, lentamente la situazione si stava risolvendo, e l'aspettativa di vita di Bucky era migliorata parecchio soprattutto grazie agli incoraggiamenti di Steve. Chiunque avrebbe detto che la loro storia si sarebbe conclusa con un lieto fine, ma si sbagliavano.
Non era il cerca persone a suonare, quel giorno, era proprio il cellulare di Rogers, che veniva usato solamente da Rachel per cercare immagini di animali buffi. Con serietà e preoccupazione, il biondo rispose allontanandosi da Bucky, che lo fissò confuso ed in cerca di spiegazioni. Steve annuì, non dicendo una parola alla persona dall'altro capo del telefono, riattaccando in silenzio e avvicinandosi al compagno.
«Chi era?» domandò preoccupato il moro, scrollando la testa.
«Il mio colonnello, sono ancora in servizio per le emergenze, ed è stato segnalato un terrorista all'aereoporto, per adesso è stato chiuso e pare che ci siano degli ostaggi.» spiegò, togliendosi il camice.
«Quindi?» continuò Bucky, sperando in una risposta positiva. Steve si fermò e lo guardò, sorridente e sereno;
«Quindi, da bravo capitano, ho il compito di guidare la mia squadra e di salvare i civili.»
«La tua squadra è quella dei tirocinanti.» sbuffò Bucky preoccupato.
«Anche loro mi danno del filo da torcere, ma devo pur destreggiarmi tra le due.» si avvicinò di più a lui e gli baciò la testa teneramente, guardandolo negli occhi: «Sta tranquillo, tornerò prima che tu possa rendertene conto, non ci sarà bisogno nemmeno di aprire il fuoco.»
James si convinse che quelle parole potessero essere vere, mostrando al biondo un falso sorriso per trasmettergli serenità. Steve lo guardò, con gli occhi azzurri illuminati da una luce chiara e magica, la stessa che compariva ogni volta che aveva sotto gli occhi Bucky, baciandolo con estremo amore e paura, ma non per la missione che stava per affrontare, tanto più per quello che avrebbe potuto accoglierlo una vota tornato dal suo paziente.
«Ricordati di me.» sussurrò Steve tra le labbra di Bucky, piano.
James annuì, pronto a morire difronte a quel viso, fra il tocco di quel corpo, accarezzando il ciuffo biondo e profumato di Rogers e lasciandolo andare.

Remember me ||Stucky AU|| ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora