Seventeen

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-Aggiorniamoci come si deve...-

Sam aveva mandato quel messaggio non molto presto, facendo svegliare comunque di malavoglia Steve, ancora bisognoso di sonno dopo la notte precedente.

-Sam, smettila.-

Era riuscito a leggere Rogers, con la vista ancora appannata, mentre le parole severe della Maximoff incutevano timore persino a lui.

-La nostra cara amica sta vedendo un certo giovanotto del reparto di ricerca...-

-Sta zitto!-

-Wanda non vergognarti, siamo qui per consigliarti ed aiutarti.- aveva aggiunto sarcasticamente Scott.

-Peccato che siete tutti dei ragazzi...-

-Se vuoi dei consigli in fatto di uomini puoi sempre chiedere a Steve, senza offera amico.-

Steve sorrise come un idiota difronte al display del suo smartphone, digitando velocemente;

-Sono felice che Wanda abbia trovato qualcuno, e sei fortunato che io sia di buon umore oggi Sam.-

Improvvisamente si sollevò un sipario di gridolini poco virili udibili sin da Brooklyn, e la chat iniziò a trasformarsi in un alfabeto privo di senso di parole scritte a stampatello maiuscolo.

-L'AVETE FATTO-

Steve arrossì, cercando di fronteggiare Sam con una risposta appropriata.

-Aspetta, abbiamo solo dormito insieme.-

-HAI CAPITO IL CAPITANO.- aggiunse Scott.

-STEVE VOGLIAMO SAPERE COME È ANDATA.- con stupore di tutti Wanda si fece avanti, forse, molto più emozionata dello stesso Falcon.

-D'accordo, però adesso datevi una calmata. Siamo andati in albergo, abbiamo "discusso" sulla sua malattia e lui mi ha chiesto di disegnarmi per lui.-

-Come se Rose avesse chiesto a Jack di farsi un auto ritratto.-

-Scott smettila di guardare Titanic tutte le sere.-

Ignorando quel bizzarro intervento, Steve continuò a scrivere:

-Quando gli ho mostrato il disegno lui mi ha detto di ricordarsi di me, così ci siamo baciati e poi è successo quello che doveva succedere...-

-ODDIO.- in quell'urlo simulato si poteva percepire anche della disperazione controllata da parte di Scott.

-AMICO TI MERITI UN FILM.- Sam, come lo immaginava Steve, stava soffocando silenziosamente nei corridoi dell'ospedale.

-Smettetela adesso.-

-Quando ritornerete in ospedale?-

-Wanda non fare la guasta feste.-

-No Sam, ha ragione, credo che oggi sia l'ultimo giorno, e poi dopodomani saremo già rincasati.-

-Se l'ospedale è una casa...- constatò Scott.

-E oggi cosa farete? Non vorrete mica occupare la camera tutto il giorno...-

-Sam per favore! Lo porterò nella mia vecchia casa qui a Brooklyn, sono certo che gli farà bene rivedere qualcosa di familiare.-

-Sei romantico quasi quanto il fidanzato di Wanda.-

-Non è il mio fidanzato!-

-Ma se quando tu e Visione vi guardare iniziano a piovere cuori di zucchero filato?-

-Scott!!-

Steve chiuse la chat con un sorriso divertito, voltandosi verso Bucky che aveva iniziato a mugugnare, lui si mise seduto con i capelli in disordine ed un sorriso stanco in volto. Con gli occhi ancora semichiusi guardò Steve, notando la sua nudità:
«Ci siamo divertiti ieri sera, giusto?»
Steve annuì provocatorio, sorridendo maliziosamente.
«Potresti appuntarlo sul quaderno? Stamattina ho un piccolo vuoto di memoria.» disse il moro con un tono divertito; chinò il capo e sorrise. Ancora cosciente del discorso riguardante la sua malattia, non perse occasione di parlarne, soprattutto perché sapeva che avrebbe dato speranza a Steve.
All'inizio, quando aprì gli occhi venne persuaso dal panico, benché dopo anni passati a fissare il bianco sterilizzato dell'ospedale ogni giorno, trovarsi improvvisamente in quel luogo sconosciuto lo aveva messo sulle difensive. Poi aveva visto il ragazzo seduto con la schiena chinata in avanti, intento a fare qualcosa con il cellulare. Non capì chi fosse, dovendosi tirare su con i gomiti per individuare il suo profilo perfetto. Respirò con più calma, concentrandosi sulla sue pelle nuda e sui suoi capelli chiari; aveva un profumo che hanno le cose familiari, un pizzico di ricordo nascosto che non se ne sarebbe mai andato. Si rilassò, sorrise fra se e se, ricordandosi dopo svariati sforzi il nome di quel ragazzo.
«Steve.»
«Cosa c'è Bucky?» domandò dolcemente voltandosi verso di lui.
«Avevo solo bisogno di sentire il tuo nome sulle mie labbra, per ricordarti.»
L'espressione del biondo si intenerì, e i suoi occhi seguirono i movimenti cauti del maggiore, che prese dal comodino un foglio di carta e ne osservò il disegno sopra. Sorrise lievemente, alzando il piccolo ritratto a matita difronte a se e confrontandolo con il viso di Steve rivolto verso i suoi occhi.
«Questo è meglio di qualsiasi tipo di medicina.» poggiò il disegno fra le gambe coperte dalle morbide lenzuola disfatte, ed annuì: «Tu sei la vera medicina di cui ho sempre avuto bisogno.»
Steve si avvicinò a lui, le poche lenzuola che gli stavano addosso scivolarono dai suoi fianchi accarezzandogli la pelle. Bucky si sdraiò, guidato dal corpo caldo del minore che gli si mise sopra, sfiorandogli le labbra. In quel momento non avevano bisogno di parole, si guardavano e basta, vicini come non lo erano mai stati, con il loro respiro come unica colonna sonora. Si baciarono con estrema delicatezza, come se si stessero accarezzando con le labbra, e potessero scomparire in ogni sospiro.
Le mani di Bucky gli toccarono il viso, come un cieco che cerca di immaginare la vera natura dell'immagine attraverso il tatto, memorizzando con più attenzione ogni minimo particolare, dagli spigoli delle sue labbra alla morbidezza degli zigomi, sfiorando con più attenzione la ferita umida ormai priva di medicazione.
«Te l'ho fatto io questo, non è così?» la voce rauca di James lo intristì, non volendogli dare la conferma di quella domanda. Con gli occhi bassi, annuì intristito.
Le dita di Bucky si strinsero al suo collo, accarezzando con i pollici l'attaccatura dei capelli:
«Non voglio farlo mai più, capito? Quindi, se dovessi rifarlo, difenditi.»
«Non posso.»
«Si.» il suono tono duro e arrabbiato si addolcì, e la sua fronte si poggiò su quella di Steve, dicendogli: «Si che puoi, devi.»
Rogers si alzò dal suo corpo, mettendosi in piedi al lato del letto e rivestendosi: «Non pensiamo a questo, piuttosto, ti va una bella colazione a base di frittelle? Dopo devo portarti in un posto che sicuramente di piacerà.»
«La gelateria?» domandò entusiasta, sedendosi dritto sul letto.
«Non ci sono solamente gelaterie a Brooklyn.» rise il biondo, alzando la cerniera dei jeans e passando i vestiti al compagno, aspettando che si mettesse in piedi così da poter uscire, e portarlo a casa.

Remember me ||Stucky AU|| ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora