Capitolo 24

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Diego

Ma che cazzo mi è saltato in mente? Non la conosco neanche. Non ce l'ho più fatta, è così bella.
Sentii un po' di debolezza. Devo ritornare a Genova e per fortuna sono solo le sette passate.

Arrivai a Genova alle nove meno un quarto. La debolezza non passò e io non so più che fare. Pensai a lei tutto il tempo.
Entrai nel nostro appartamento dell'hotel e vidi Walter sul divano a guardare la tv.
"Fre dov'eri?" mi chiese.
"Ero a fare dei giri." risposi freddo con un filo di voce. Sentii la debolezza aumentare.
"Dove sono gli altri?" chiesi.
"Mario è in cucina, Mirko è uscito."
Andai da Mario.
"Scommetto che eri di nuovo a Spezia!"
"Forse. Mi puoi dare un bicchiere d'acqua?"
Mario mi diede il bicchiere e io finii di bere l'acqua in un secondo.
"Che ti sta succedendo? Sei più pallido del solito."
"Fra, non sta succedendo niente. Mi sento un po' troppo de.."

"Diego?" sentii la voce di Mario.
"Diego, ci sei? Stai bene?"
Vidi tutto appannato, che diavolo è successo?
"Sì ci sono, cos'è successo?"
"Quando hai preso l'insulina?" mi chiese.
Cazzo, oggi non ci ho proprio pensato.
"Ecco, sei svenuto cazzo. Stai a letto adesso." mi passò un bicchiere d'acqua e andò via.
Menomale che dovevo stare più attento dopo il coma. Cazzo.
Mi tornò in mente Giulia. I suoi occhi, il suo naso pieno di lentiggini, la sua bocca. Dio.
Presi il telefono dalla tasca e guardai l'ora. Erano già le due di notte. Quindi ho dormito così tanto?
Il diabete è un mostro.

Dopo un paio di minuti mi alzai e andai nel piccolo salotto dell'appartamento.
Sentii Mario e Walter parlare in cucina.
"Cazzo, non può fare così. Dobbiamo tenerlo d'occhio, sembra un bambino incosciente." disse Mario.
Un bambino incosciente?
"Già. Però hai notato che da quando siamo qui, a Genova, è cambiato cazzo. Cioè, resta e resterà per sempre Diego, ma noto qualcosa in lui di diverso." continuò Walter entrando in salone e subito dopo di lui Mario.
"Diego, ti ho detto di stare a letto."
"Ma ho dormito per quasi sei ore?"
"Sì, avevamo una paura tremenda frate." disse Walter spaventato.
Andai in camera mia e mia sdraiai sul letto.
È Giulia che mi ha portato a questo stato? No, ma cosa me lo chiedo a fare. Sono solo un coglione con il diabete, cazzo.

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