Capitolo 30

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Giulia

Ci impiegammo quasi un quarto d'ora per arrivare all'hotel.
Diego camminò per tutto il tragitto vicino a me con le mani in tasca. Guardava per tutto il tempo i palazzi intorno a noi, senza fare caso agli altri.

Arrivammo all'hotel. Vidi subito un alto palazzo grigio con in basso la scritta 'Hotel'che lampeggiava.
"Fre ma perché non hai parcheggiato la macchina qui?" chiese Walter a Mirko.
"Domani la parcheggio qui." rispose alzando gli occhi al cielo.
Entrammo dentro e subito dopo ci venne incontro una signora di mezz'età.
"Buonasera ragazzi!"
"Buonasera." rispondemmo in coro.
"Avete già chiamato oppure dovete scegliere la stanza?" ci chiese.
"Non abbiamo chiamato." rispose Mario.
"Venite con me." ci disse sorridendo.
La signora ci portò alla reception dove ci accolse un'altra signora, lei giovane.
"Benvenuti!"
"Grazie." dicemmo in coro.
"Buonasera." continuammo.
"Quante stanze?" ci chiese.
"Due." rispose Mario.
Due? Come due?
"Per quanti giorni?"
"Due." continuò Mario.
La signora lanciò uno sguardo a me e a Diego dopodiché mi sorrise.
Okay.
"Va bene."
"Ma come due?" chiesi a Diego sussurrando.
"Una nostra e l'altra per loro tre." accompagnò la risposta con un sorriso malvagio e io lo guardai male.
"Dai, tranquilla. Posso dormire per terra." sbuffò.
La signora scrisse qualcosa sul computer e dopo diede le chiavi a Mario.
"La stanza 37 al quarto piano. Buonanotte." ci sorrise.
Per adesso non è niente male l'hotel.

Trovammo subito la stanza e entrammo dentro.
"Cazzo!" disse Walter sorpreso dopodiché si buttò sul divano che c'era nella saletta all'inizio dell'appartamento, se si può chiamare così. Però è davvero bello qua dentro.
La sala è piccola ma c'è tutto, la cucina lo stesso, il bagno è abbastanza spazioso. Alla fine della sala c'è un grande balcone da dove si vede tutto. I palazzi, tutti i negozi. È tutto illuminato.
Prima della sala ci sono due porte, una davanti all'altra. Diego ne aprì una e subito dopo vidimo una stanza spaziosa con un letto matrimoniale, due comodini ai lati del letto e due grandi finestre da dove si vede un parco pieno di verde.
"Cazzo!" urlò sorpreso Diego.
Anche lui.
"Ma c'è un'altra porta là!" disse.
Notai che vicino alla porta della stanza c'è un altra porta in legno.
Cavolo.
Entrai dentro con Diego e vidimo un altro bagno, più piccolo di quello di prima, ma era bellissimo. Era tutto bianco con una finestra grande, anche essa dava sul parco.
"Ma dove siamo finiti?!" disse Diego felice.
Beh, è dall'inizio che dico che non merita solo tre stelle.
"Già." risposi.

Ritornammo dagli altri che erano nella loro camera. Anche lì c'era un letto matrimoniale, due comodini e due finestre grandi. Una stanza simile alla nostra.
"Ma è comodissimo anche questo!" urlò Walter disteso sul grande letto.
Dovrebbe lavorare come uno che prova la comodità di letti, divani...
"Ti piace qua?" mi chiese Diego sfiorando la mia mano.
"È bellissimo." fissai i miei occhi nei suoi.
"Non è il momento! Che schifo!" disse Mario con un tono di voce da bambina.
"Ma stavamo solo parlando!" disse Diego e subito dopo scoppiammo tutti a ridere.

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