Capitolo 35

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Giulia

Stiamo andando in macchina nella libreria per il firmacopie. Diego è seduto vicino a me e vicino a Diego c'è Walter. Mario sta guidando e Mirko è davanti.
Ma perché Diego l'ha picchiato? Non sono nessuno per lui, per loro. Non capisco. Non dovevo venire, con me ci sono sempre problemi, come al solito.
Dai miei pensieri mi risvegliò il mio telefono che vibrava. Un messaggio da Lara.
"Giuliettina, non mi hai ancora detto dove sei."
Anche lei ci si deve mettere?
"Non ci crederesti." risposi.
Online.
Sta scrivendo.
Online.
Sta scrivendo.
"Giuliaaa"
"Chi è?" mi chiese Diego.
"Lara."
"Ah, ma quella isterica?"
"Sì." risposi ridendo.
Mi prese il telefono e cominciò a leggere. Cercai di prenderglielo ma non ce l'ho fatta.
Schiacciò il pulsante per fare il vocale.
No. Non lo può fare.
"Diego!" urlai.
"Ciao, Lara. Non sono Giulia, sono Diego. Siamo a Milano e stiamo andando al mio instore. Suppongo che lei non ti ha detto niente perché forse non le credevi? Sinceramente non lo so. È tutto okay, non ti preoccupare." disse ridendo dopodiché staccò il dito dallo schermo e le inviò il vocale.
Mi guardò con un sorriso malefico.
"Ma sei scemo!" dissi io.
Tutti stavano ridendo e io non ce la facevo più. Volevo ridere, ma dovevo sembrare incazzata.
"E dai! Non è niente!" mi rispose.
Subito dopo mi chiamò Lara.
"L-Lara?"
"Ma stai scherzando?! Sei con il tuo idolo, ma come cazzo è possibile?! Secondo me non è lui, ma Manuele, ha quasi la voce uguale. Ma comunque, è vero?! Giulia!"
Cosa le devo dire?
"Sono in macchina con il mio idolo, okay?"
Silenzio.
*Tre anni dopo*
"Ma mi stai prendendo per il culo?! Perché non mi hai detto niente?! Perché non mi hai detto che lo conosci?! Porca troia! Sei a Milano cazzo!"
"Ma è una storia lunga!" risposi ridendo.
"Quando torni?"
"Domani sera dovrei già essere a Spezia."
"Menomale! Mi dovrai raccontare tutto! Io non ci posso ancora credere! No okay, basta. Comunque mi ha chiamato tua mamma perché non riusciva a contattarti, le ho detto che stavi dormendo e che siamo andate a scuola."
Merda.
"Sei una gioia. Dai devo andare, ci vediamo domani sera. Ciao Lara."
"Wewe!" urlò ridendo.
Attaccai e misi il telefono in tasca.
"Pure lei è tipo Eminem." disse Diego e tutti insieme scoppiammo a ridere

"Ma quanta gente c'è?" disse Walter.
"Tanta." rispose Mirko. Due guardie ci stavano accompagnando all'ultimo piano della libreria.
Tutti i ragazzini erano messi da una parte, una corda li separava da un'altra parte isolata dalla quale siamo passati noi.
Ogni singola persona stava urlando, piangendo, cantando canzoni di Diego... la stessa cosa che facevo io a Genova, quando l'ho visto per la prima volta.
Non ero l'unica femmina, c'era anche la sorella di Walter, Jasmine, che ci ha aspettato dalla libreria e con la quale ho fatto subito amicizia. Mi sentivo a mio agio con lei. Era bassa come me, i capelli lunghi come i miei ma castani e un po' crespi, gli occhi color nocciola. Era bella. Piena di nei come me, non aveva tutte le mie lentiggini ma qualcuna ce l'aveva. Il carattere quasi uguale al mio.
Hanno fatto sedere Diego dalla scrivania e noi dietro di lui.
"Diego è nervoso! Diego è nervoso!" gli canticchiò Mirko. Lui si girò e lo guardò male. È bellissimo, si vede che è nervoso.

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