Capitolo 3

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Sono le nove di mattina e Harry sta caricando la mia poca roba nel baule della sua auto.

Oggi sembra rinato, sorride di continuo e non si è ancora lamentato nemmeno una volta per il mio comportamento o per i pianti di Luke.

A guardarci da fuori sembriamo la classica coppia felice e inesperta, che non ha mai avuto un litigio o una discussione.

Lui si comporta come un impacciato padre di famiglia, che tenta di allacciare il seggiolino al sedile della propria auto con scarsissimi risultati.

Io, invece, sembro semplicemente una madre inesperta ancora alla scoperta del mondo dell'essere madre.

Certo, non è facile.

Alzarsi ad ogni ora del giorno e della notte per cambiare pannolini, allattare o fare bagnetti, sopportare pianti e urla di giorno e di notte.

Però essere madre è anche la sensazione migliore di sempre.

Ci si sente costantemente parte di qualcosa di grande, che è la vita.

Sentirlo piangere ogni mattina mi da nuova speranza, perchè so che lui è lì e che qualsiasi cosa accada lui ci sarà sempre.

Non è come un amico o una cotta, che prima o poi se ne vanno.

Un figlio rimane per sempre, in qualsiasi situazione lui è presente ed è la sensazione migliore che si possa mai provare.

Harry è l'altra parte bella dell'essere madre.

Harry è colui che anche quando le ore di sonno saranno troppo poche, quando mi sentirò stanca in ogni mia azione, mi ricorderà che quel figlio io l'ho voluto.

Noi l'abbiamo voluto.

E nonostante tutta la stanchezza che potremo mai provare, noi saremo insieme.

Per sempre.

«Amore, andiamo?» la voce di Harry allontana i miei pensieri dalla mia mente e io metto Luke nel seggiolino, per poi andarmi a sedere al suo fianco.

Durante il viaggio nessuno proferisce parola.

Harry è concentrato sulla strada e io su Luke, lo spettacolo più bello che io abbia mai visto.

Assomiglia già tantissimo a suo padre e io sono felice che prenda tanto da lui perchè così mi ricorderà Harry in ogni momento della mia vita.

«Siete così belli insieme» sorride Harry rompendo il silenzio e lanciandoci uno sguardo attraverso lo specchietto.

«Lui è bello, io in queste condizioni sono impresentabile» dico alludendo al fatto che non sono per niente truccata e che indosso un paio di pantaloni della tuta grigi e una maglietta nera larga.

«Nah, sei stupenda anche così» arrossisco e lui sorride.

Presto arriviamo a casa sua e la mente mi si affolla di ricordi, belli e brutti.

Rimango incantata davanti alla casa che un tempo per me significava tutto.

Non è cambiata per niente.

Stesso muro bianco panna, stesso tetto rosso mattone, stesso giardino ben curato.

Nonostante sia giorno la mia mente torna a quella sera.

Harry probabilmente si accorge che sono sovrappensiero e mi guarda negli occhi.

«Sapevo che non dovevo portarti qui, cavolo. Ti porto a casa di Ian se vuoi» dice passando nervosamente la mano tra i capelli ricci.

«No, Harry. Abbiamo discusso troppo perchè tu mi portassi qui, io e Luke restiamo» dico sicura e prendo Luke tra le braccia.

Un sorriso si espande sul viso di Harry e capisco di aver fatto la cosa giusta.

Entriamo in casa e io sorrido, pensando a quanti momenti abbiamo passato insieme qui.

*Flashback*

«Voglio preparare una torta, Harry. Ci stai?» chiedo al mio bellissimo fidanzato seduto sul divanetto bianco.

«Ci sto, ti ricordi la ricetta a memoria?» chiede alzandosi e io annuisco.

Prepariamo tutti gli ingredienti sul bancone della cucina e poi comincio a mescolare il cioccolato fuso con il latte.

Harry si appoggia al bancone e mi guarda cucinare.

«Che c'è?» chiedo dopo un po'.

«Sei sporca qui» si avvicina.

«Sul naso, dici?»

Lui annuisce.

Strano, come ho fatto a sporcarmi il naso mescolando?

Quando tocca il mio naso con un dito mi rendo conto che è lui a sporcarmi con il dito ricoperto di nutella.

Rido e intingo il dito nella nutella, colorando la sua guancia.

«Vuoi sfidarmi?» chiede con un sorriso malizioso.

Cominciamo a sporcarci qua e la con il cioccolato e ad un certo punto Harry mi rovescia mezza ciotola di farina in testa.

«Cattivonee!!» urlo ridendo e gli salto addosso, iniziando a fargli il solletico.

«Basta, ti prego» ride come un matto e io lo torturo ancora un po, facendolo contorcere sotto di me dalle risate.

Poi mi alzo e lui sospira di sollievo, mettendosi a sedere.

«Vado a farmi una doccia, tu pulisci il casino che hai combinato» ridacchio avviando mi verso le scale.

«Io? Spero tu stia scherzando» sorride alzandosi.

«Mai stata più seria»

«Light, tutto bene?» la voce di Harry ferma il mio flashback e mi riporta alla realtà.

«Sì, stavo solo pensando» gli sorrisi e lui distese la sua fronte, facendo un piccolo sorriso.

Saliamo le scale e Harry apre una porta bianca che ricordo fin troppo bene.

La stanza in cui abbiamo fatto per la prima volta l'amore.

All'interno la stanza è completamente cambiata.

Il letto è dall'altra parte della stanza, l'armadio è stato spostato e dipinto di nero e tutto è molto più elegante e sofisticato di prima.

«Ti piace?» chiede Harry sorridendo.

«Molto, è... Diversa» constato e lui annuisce.

«Non sono entrato qui dentro per quasi due mesi, mi sentivo un mostro per ciò che ti avevo detto» dice sedendosi sul letto e invitandomi a fare lo stesso.

«Poi ho finalmente avuto il coraggio di entrarci, così ho cambiato tutto. Ora è più da "adulti" e mi ricorda di meno quello che sono stato... È un segno del mio cambiamento, Light»

Non dico niente, lo abbraccio soltanto. Avvolgo il suo corpo possente con le mie mani, stringendolo come se avessi ancora paura di perderlo. Di nuovo.

Sono ancora innamorata di lui.

Nonostante tutto il dolore che mi ha distrutta dentro durante questi nove mesi, nonostante tutto quello che mi ha detto, nonostante tutto io lo amo ancora, e non posso fare altro che ammetterlo a me stessa.

Lo amo, e questo basta.

DNA #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora