Capitolo 20

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Spengo la mia auto davanti a un palazzo poco lontano dalla casa editrice e apro la portiera, appoggiando i tacchi blu sull'asfalto liscio.

Sono eccitatissima, per me lavorare in questa casa editrice è sempre stato un sogno e finalmente posso realizzarlo.

Cammino sorridendo sullo stretto marciapiede a lato della strada e prendo tra le mani il cellulare, mandando un messaggio a Harry per avvisarlo che sono già arrivata.

La casa editrice compare davanti ai miei occhi, mentre il mio sorriso si allarga.

Entro nel grande edificio, sorridendo alla segretaria.

«Ciao, benvenuta» sorride gentilmente Ariana, così mi pare si chiami, dal bancone all'ingresso.

«Ciao, grazie» sorrido e lei annuisce, indicandomi l'ufficio poco più in là.

«Lì c'è il tuo ufficio. Sulla tua scrivania ci sono già tre manoscritti, ci piacerebbe che tu riuscissi a finirli entro questo fine settimana. Se hai qualche domanda, puoi tranquillamente chiedere a me o a Mr. Gray. Buon lavoro» scuote i capelli lisci legati in una coda alta e sorride, mentre io mi volto ed entro nel mio ufficio.

Rimango stupita dalla grandezza dell'ufficio in cui entro.

La stanza è grandissima e molto luminosa grazie all'immensa finestra sul lato destro dell'ufficio e una grande scrivania in vetro è in mezzo alla stanza.

La parete di destra è coperta da un'enorme libreria in acciaio, sul quale sono posizionati alcuni libri e delle cornici per foto ancora vuote.

Sulla scrivania è posizionata una pila di fogli bianchi, c'è un portapenne e dietro la scrivania c'è una sedia bianca girevole e imbottita.

È tutto bellissimo.

Mi siedo alla mia scrivania, tirando fuori il mio laptop dalla borsa e accendendolo.

Prendo anche la mia agenda e segno sul giorno di domani di portare ASSOLUTAMENTE delle foto con cui riempire le mie cornici e delle decorazioni per rendere l'ufficio un po' più mio.

Richiudo l'agenda e prendo tra le mani il primo manoscritto della pila, mettendo gli altri nel cassetto alla mia sinistra.

«Signorina Light, buongiorno» la porta del mio ufficio viene aperta e il signor Gray mi sorride, penetrando nella stanza.

Indossa una giacca nera, una camicia di un azzurro chiarissimo, una cravatta nera e un paio di pantaloni neri.

La sua barba è perfettamente rasata sul suo viso e i suoi lampanti occhi blu spiccano sul volto pallido.

I capelli neri sono perfettamente sistemati e ricoperti di gel, che li rende lucidi e rigidi.

Deve avere una trentina d'anni, ha un fisico atletico ed è anche molto alto.

Il mio ufficio viene immerso dal suo profumo di colonia.

«Buongiorno signor Gray» sorrido richiudendo il manoscritto e appoggiandolo sulla superfice liscia della scrivania.

«Vedo che ha già cominciato a lavorare, ne sono felice! Lo studio è di suo gradimento?» chiese.

Annuisco, sistemandomi meglio sulla sedia e sorridendo.

«Grazie infinite, è perfetto» dico e lui annuisce.

«La lascio al suo lavoro, se ha qualche domanda non si faccia problemi a chiedermela»

«Certo, arrivederci» annuisco e lui esce, richiudendo la porta.

Sospiro, rilassando i muscoli della schiena e anche quelli della bocca.

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