Capitolo 19

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L'auto di Christian si ferma davanti a casa mia e io sorrido, voltandomi per salutare i ragazzi.

«Grazie ragazzi, grazie davvero. Ci vediamo domani, magari convinco Harry ad andare a prendere un caffè insieme» dico.

Christian apre la portiera e mi abbraccia, stringendo me e Luke tra le sue braccia.

«Grazie di tutto, Light» dice.

«Andiamo? Ho sonno» dice Ashley dall'interno dell'auto e io annuisco, staccandomi da Christian.

«Ciao!» saluto entrambi con la mano e mando un bacio a Ashley.

Lei ricambia e poi l'auto si allontana, lasciando che il cortile si rabbui di nuovo.

Con questo buio riesco a vedere bene le stelle che riempiono il cielo.

Sono davvero tante stanotte, non ne avevo mai viste così tante nell'ultimo periodo.

I ricordi mi affollano la mente, mentre immagini fugaci di me e Harry a guardare le stelle mi balenano davanti agli occhi.

*Flashback*

«Avanti, Harry. Non essere così negativo, non ti ammalerai!» esclamo trascinandolo fuori dalla casa.

Il cielo è limpidissimo, riesco a vedere tantissime stelle.

È la serata perfetta per stendersi sotto le stelle a guardare il cielo in cerca di costellazioni.

Harry rabbrividisce nel suo giaccone e unisce le sue mani cominciando a sfregarle.

«Te l'ho detto che fa freddo, avanti rientriamo» borbotta sfregando le mani tra di loro.

«Ti prego, solo dieci minuti! Dieci minuti e poi rientriamo, ti prego»

Un piccolo sorriso si dipinge sulle sue labbra e annuisce, prendendo la mia mano e seguendomi nel grande prato.

Stendo la nostra coperta sull'erba fresca di umidità e mi ci sdraio sopra.

Harry sospira sorridente e si stende al mio fianco.

«Certo che sei strana» dice.

Mi volto a guardarlo e il suo sguardo è rivolto verso il cielo stellato, mentre un piccolo sorriso è dipinto sulle sue labbra.

«In positivo o negativo?» chiedo.

Allarga il suo sorriso.

«In positivo, credo. Sei sempre impaziente di provare cose nuove, buttarti. Sei strana» sorride.

Sorrido, appoggiando la testa sulla sua spalla.

«Vuoi un esempio?» chiede.

Annuisco.

«Chi altro, se non te, si metterebbe su una coperta la prima notte di gennaio con un amico pessimista a guardare le stelle? È folle»

Ridacchia, cingendomi la vita con un braccio e attirandomi a se.

«Non è folle, è solo strano» dico a mia difesa e lui si volta, improvvisamente serio.

«Insegnami ad essere come te, insegnami ad essere strano»

Si avvicina alle mie labbra e mi bacia, facendomi salire su di lui.

La velocità aumenta sempre di più, insieme alla temperatura dell'aria intorno a noi.

DNA #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora