Capitolo 12

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Quello che vedevo andava oltre ogni mia fantasia più assurda od oltre ogni mio sogno più irreale, e nonostante ci fossi davanti, non riuscivo a credere ai miei occhi. Con il termine "stalle", mi ero immaginata il solito insieme di cavalli, ognuno nella sua rispettiva postazione, con fieno e tutto il resto. Mai avrei potuto pensare a qualcosa di più lontano da quello che erano in realtà e nella specie di magazzino in cui fummo condotti, al posto degli equini, ci ritrovammo delle enormi foglie dalla forma concava.

«Forza, sceglietene una» ci invitò Taika.

Mi girai a guardarla per assicurarmi che fosse seria. La sua espressione non accennava nemmeno al minimo segno derisione. Osservai di nuovo la fila ordinata di foglie: dovevano essere dieci in totale e tutte avevano un numero che pendeva dal gambo. Erano talmente spaziose che avrei addirittura potuto sdraiarmici dentro.

Alexander che non sembrava mai sorpreso di nulla, si avvicinò e puntò il dito.

«Io prendo la numero uno.»

La fatina mosse entrambe le mani e creò una sfera di luce che poi lanciò contro la foglia. Non appena il colpo fu assorbito, quella cominciò a levitare, sollevata da un filo invisibile. Poi, quasi fosse un vero e proprio cavallo, nitrì ed impennò. Feci un passo indietro spaventata.

«Sshh, buona bella» disse Taika accarezzando la foglia e riuscendo così a calmarla.

Quando la situazione tornò tranquilla, mi avvicinai per studiare quello strano essere e, presa da un improvviso momento di coraggio, allungai la mano per toccarlo. Quando lo accarezzai, lo sentii sbuffare e ciò mi fece sorridere.

«Tutto questo è assolutamente meraviglioso! Ma come hai fatto?»

Taika si mise le mani sui i fianchi e disse orgogliosamente: «È il dono delle fate di Prithivi: noi possiamo forgiare i semi che danno la vita e seppellirli nel cuore di ciò che è inanimato per renderlo animato.»

Che capacità straordinaria! Dentro quella foglia era sbocciata la vita, proprio come fa un fiore da un seme.

«Io voglio la sette!» dissi con euforia, battendo le mani quasi fossi una bambina.

«Che sette sia!» e Taika fece di nuovo la sua magia. 

Quando anche la mia foglia si fu risvegliata, le andai vicino di corsa.

«Io prenderò la cinque» riferì Edgar per ultimo, ma quando il ragazzo parlò, Taika si fece seria d'un colpo e sembrò perdere il suo entusiasmo.

«Tutto bene?» le domandai, continuando ad accarezzare quello che era diventato il mio "cavallo".

Scosse la testa come per riprendersi. Si stava comportando in modo davvero strano.

«Sì... Quale foglia devo risvegliare?»

«La cinque» le ripetei.

La fatina portò allora a termine il suo incantesimo e fummo finalmente quasi pronti per andare.

«Salite sui vostri destrieri e aggrappatevi forte.» raccomandò Taika «Per farli avanzare, dovete battere due volte la mano sul loro dorso. Per girare...»

«Secondo te perchè si è comportata in modo tanto strano?» sussurrai ad Edgar mentre la fata continuava a spiegare.

«È perchè non sono un Woodwhisper come te o Alexander.» rispose lui socchiudendo le palpebre e lanciando un lieve sbuffo «Quelli come voi sono gli unici in grado di comunicare con le creature magiche.»

Mi ricordai di quando ero riuscita ad ottenere le informazioni dalle sirene della laguna.

«Ma allora perchè andavi tanto d'accordo con la regina Tatiana?» osservai.

The WoodwhispererDove le storie prendono vita. Scoprilo ora