Capitolo 24

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Stava andando tutto bene. Per ora almeno.

Costeggiando le sponde del lago id fuoco, camminavamo, né troppo piano, per non dare l'idea di essere spaesati, né troppo veloci, col rischio di sembrare spaventati. Mai però ci azzardavamo a guardare le creature che passavano accanto a noi. C'era solo un piccolo ma d'importanza colossale dettaglio che ci eravamo dimenticati di chiarire: sì, adesso eravamo di liberi di muoverci per la città senza destare sospetto, ma da che parte dovevamo andare?

«Ragazzi», chiamai, «dobbiamo chiedere indicazioni.»

Alexander mi guardò e scosse la testa. «Sapevo che non eri molto sveglia ma addirittura raggiungere questi livelli di stupidità... non me lo sarei mai aspettato.»

«Vuoi continuare a vagare a vuoto con il rischio di essere scoperti? Non so te ma io speravo in qualcosa di meglio.»

Anche se con grande fatica, il ragazzo dovette ammettere che avevo ragione. «Va bene, va bene. A chi chiediamo?»

Ci fermammo davanti ad un ponte. Guardandomi un po' intorno, cercai di trovare qualcuno che potesse essere in grado di aiutarci. Sicuramente questo qualcuno non doveva sputare fuoco e avere almeno in parte una qualche forma umanoide. Scrutai attenta le diverse creature lì in zona.

Non sarebbe stato per niente facile soddisfare le mie richieste.

«Ehm, potresti provare a chiedere a lui», dissi indicando un fauno che teneva tra le braccia un enorme roccia che si era fermato a riposare poco lontano da noi. Almeno per metà sarebbe stato umano.

«Tua l'idea, tuo il piacere di portarla termine», fece Alexander sorridendomi falsamente.

Digrignai i denti sigillando la bocca prima che potesse sfuggirmi qualcosa di molto poco carino.

«Posso provare io se vuoi, Lydia», si offrì Edgar, sempre pronto a fare il cavaliere.

«Non si può, non sei un Woodwhisperer. Lasciamo che la signorina se la cavi da sola», rimbeccò di nuovo Alexander.

«Te l'ho già detto che ti odio, vero?»

Fece finta di pensarci un po' su, posando teatralmente la mano sul mento e guardando verso l'alto. «Mmm... no, direi di no.»

Lo guardai sperando di poterlo uccidere con gli occhi. Purtroppo non mi rimaneva molta altra scelta se non quella di immolarmi per il bene comune. «Okay, vado.»

«Stai attenta», si raccomandò Taika mettendomi ancora più ansia di quella che avevo già.

Senza pensarci troppo, mi staccai dal gruppo, attraversai la strada e mi accostai alla creatura.

«Mi scusi, le saprebbe indicarmi la strada per...»

La strada per dove? Per un regno che in teoria non doveva esistere?

Il fauno, che aveva posato rumorosamente il masso ai suoi piedi, si mise le mani sui fianchi e mi guardò dal basso con fare accigliato. «Per...»

«Ecco, in pratica c'è questo regno che...»

Come potevo spiegargli brevemente che eravamo alla ricerca delle pagine del Tomix rubate da Ivan, che avevamo attraversato tutta Yupritepa perché delle sirene ci avevano detto che qual mascalzone si era nascosto in un regno inesistente sulle mappe ma che noi dovevamo raggiungere? In più, l'elfo aveva un aspetto grottesco e col suo atteggiamento non faceva che mettermi in soggezione.

Mi girai verso i mei compagni cercando aiuto. Loro mi guardarono alzando le spalle.

«Per favore», mimai con le labbra.

The WoodwhispererDove le storie prendono vita. Scoprilo ora