Capitolo 23

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Ahia!

L'atterraggio non era stato per niente morbido questa volta. Per fortuna non avevo battuto la testa ma sentivo tutto il corpo ammaccato. Chissà quanti lividi avevo collezionato.

Mi alzai per vedere dove fossi finita. Fortunatamente, la nebbia si stava alzando e mi veniva concessa una visuale sempre più ampia. Mi trovavo in una conca, in quello che sembrava essere il vecchio cratere di un vulcano dormiente. O almeno tale sperai che fosse. Guardai in alto e vidi che il regno di Vaju si era ormai dileguato. Il sole picchiava forte e la mia pelle, a causa del calore, si era pralinata di gocce di sudore. Cercai Edgar, Alexander e Taika con lo sguardo ma non li trovai. Preoccupata, cominciai a vagabondare un po' in giro fino a quando non sentii delle voci. Mi fermai per ascoltare. Sembravano provenire dall'alto, dal bordo del cratere. Seguendo il rumore che sentivo, mi avvicinai alla parete rocciosa e notai che era alquanto ripida. Vi erano però diverse sporgenze: scalarla non doveva essere poi una grande impresa. Mi aggrappai ai rilievi con le mani e feci forza con le braccia. Prosegui nella stessa maniera lungo tutto il lato del cratere. Quando arrivai in cima, ero completamente ricoperta di polvere, ma poco mi importava dato che ero riuscita a raggiungere i miei compagni anche se, dedussi, sembravano essersi cacciati nei guai. Si trovavano qualche metro davanti a me, dandomi la schiena, con le mani in alto, minacciati con una lancia infuocata da una specie di uomo corazzato con un armatura di roccia.

«Chi vi ha mandato? Cosa volete?» chiese la guardia con voce imperiosa.

«Ci risiamo...» fece Alexander levando gli occhi al cielo.

«Ve lo ripeto un'ultima volta. Io sono il Principe Edgar e vengo in missione con i miei compagni per recuperare le pagine rubate del Tomix. Possibile che non riusciate a riconoscermi?»

«Non mi fido di nessuno da quando Ivan ha acquisito tutto questo potere. Potreste essere un qualsiasi individuo travestito. I principi girano con una scorta di solito.» rispose, per poi aggiungere «E non sono conciati così male»

«Signore, le posso assicurare che lui è davvero il principe!» intervenne Taika sbucando dalla tasca di Alexander.

«Tu stanne fuori!» fu la risposta acida dell'uomo.

«Per la centesima volta: sono l'autentico principe dei Warrior!» cercò di spiegare Edgar ormai al limite della sopportazione.

«E chi me lo può garantire?»

Alexander si sbatté una mano sulla fronte e scosse la testa rassegnato.

«Su le mani!» lo rimproverò la guardia.

Era il momento di intervenire. «C'è qualche problema?»

I due ragazzi si voltarono verso di me sorpresi di vedermi.

«Lydia!» esclamò Edgar con sollievo.

Continuai a rivolgere all'uomo. «Loro sono con me. Perdonatemi, ma ho avuto un piccolo contrattempo e mi sono attardata.»

Lui mi guardò storto. «E tu chi saresti?»

«Io sono Lydia, una Woodhisperer» mi presentai cercando di far comparire tra le mie dita una qualche fiammella tra le mie dita a prova di quanto avevo detto. Tutto ciò che ottieni fu uno squallido sbuffo di fumo, il fuoco era ancora un elemento a me estraneo. Mi schiarii la voce imbarazzata e ricominciai a parlare. «Comunque. Avremmo bisogno di oltrepassare questo regno per raggiungere il prima possibile il logo dove si nasconde Ivan.»

«Come ho già detto ai tuoi amici, Tejas è il confine estremo del regno di Yupritepa. Non c'è nulla dopo.»

La sua risposta mi colpì. Aveva ragione: teoricamente, dalle mappe, il regno del fuoco era l'ultimo dei regni dei quattro elementi.

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