Capitolo 20

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D'istinto chiusi gli occhi inebriata da quel momento magico. Un brivido mi corse lungo la schiena ed un dolce calore pervase il mio corpo. Prima era stato un tocco leggero, poi era diventato sempre più deciso. Una sensazione acuta, intensa. Mi sentivo quasi in estasi: mai avrei immaginato che un bacio potesse fare un tale effetto.

Quando Edgar si staccò, mi guardò negli occhi ed accarezzò delicatamente la mia guancia.

«Spero che ora la questione ti sia più chiara» disse con un sorriso beffardo.

Rimasi immobile inchiodata dai suoi occhi non avendo la più pallida idea di come comportarsi in queste situazioni. Ero felice, al settimo cielo, avrei voluto che quel momento non finisse mai.

«Lydia...» pronunciò Edgar a fior di labbra come una preghiera.

Se fossi stata più intraprendente, molto probabilmente lo avrei baciato a mia volta, ma purtroppo non lo ero.

«Io non so cosa dire» risposi banalmente.

«Dì solo che anche tu senti quello che sento io.»

Certo che lo sentivo, ma come potevo dirglielo? Io dovevo tornare a casa e lui sarebbe tornato alla sua vita.

«Edgar, non possiamo.»

«Perché no?» domandò mettendosi a sedere ma afferrandomi entrambe le mani « C'è forse già qualcuno nel tuo cuore?»

Sbuffai scuotendo la testa. «Non è questo, è che non potrebbe mai funzionare.»

Lui continuò guardarmi con sguardo interrogativo.

Avendo bisogno di mettere un po' di distanza tra me e lui per essere in grado di ragionare lucidamente, mi alzai in piedi ma il ragazzo fece lo stesso.

«È solo che...» presi un respiro «Siamo troppo diversi, ecco. Io sono una persona solitaria, ho bisogno dei miei spazi. Tu invece sei sempre aperto con tutti, sai come devi comportarti, piaci alla gente. Tu sei quel genere di persone protagoniste nella vita, io sono solo una cornice. Siamo diversi. Tu sei il bellissimo e coraggioso principe Edgar, capo dei Warrior e responsabile della sicurezza di Atramentum; io sono Lydia, comune ragazza che preferisce rimanere nell'ombra e vivere all'interno dei libri.»

«Ti rendi conto di che assurdità stai dicendo?»

Feci finta di non averlo sentito e continuai con il mio discorso. «Io non ti piaccio, come potrebbe piacerti una persona come me? La regina Tatiana ha ragione: voi due sareste perfetti insieme. Affascinanti e carismatici, la coppia ideale.»

«Lydia, smettila ti prego.»

«Tu mi farai stare male. Ti comporti da vero gentiluomo, non lo metto in dubbio, mi riempi di complimenti e dolci pensieri, ma ho la costante paura che tu mi stia solo prendendo in giro. E non posso nemmeno biasimarti: in fondo io sono destinata a tornare a casa. Sì, le nostre strade si separeranno senza che tu possa fare niente. Tu dovrai lasciarmi andare. E quando tutta questa storia sarà finita, ti dimenticherai di me. Tu appartieni ad Atramentum, io no.»

Innervosito dalle mie parole, Edgar mi afferrò per gli avambracci e mi scosse leggermente.

«Non ti permetterò di dire certe cose. Tu non sai nulla, Lydia!»

Tutto si fermò per qualche secondo e quelle parole rimasero sospese nell'aria.

«Che cosa intenti con ciò?» domandai incalzandolo.

Il ragazzo abbassò la testa e la scossa sconsolato. «Lo so che ti avevo promesso di non tenerti più segreti ma questo era davvero troppo grande. E in più di un'occasione ho cercato di spiegarti tutto ma ogni volta fallivo nel farlo. Avevo paura... ho paura di come reagirai.»

Mi scrollai di dosso le braccia del ragazzo e sentii un principio di rabbia crescere dentro di me. Non dissi nulla, ma era più che ovvio che volessi delle spiegazioni.

Edgar prese un respiro e mi guardò negli occhi. «Anche tu fai parte di Atramentum, anche tu fai parte del libro.»

Mi sentii mancare l'aria. Non potevo credere a quello che avevo appena sentito. Quel ragazzo doveva essere uscito fuori di senno. Completamente.

«Perché mi devi sempre prendere in giro? Io non faccio parte di nessun libro, io sono una persona reale.»

«No Lydia, ti sbagli. Hai sempre vissuto in questo mondo solo che non te lo ricordi.»

«Basta Edgar! Non voglio sentire queste assurdità! Io devo tornare a casa mia»

«Questa è casa tua, non tornerai indietro. Nulla di quello che hai vissuto finora è reale: io ti ho mandato in quel mondo per proteggerti. Ivan stava arruolando Woodwhisperer da ogni dove per vincere la Guerra delle Ombre e quelli che si rifiutavano di stare ai suoi ordini rischiavano di essere uccisi. Non potevo permettere che una cosa del genere accadesse a te. Così ho deciso di portarti in un luogo sicuro finché tutto non si fosse calmato. Ecco come ho fatto a trovarti: sapevo dov'eri. Ho aspettato per sedici anni, sedici lunghi anni, duranti i quali non ho potuto vederti, abbracciarti, baciarti. E appena le circostanze me lo hanno permesso, ti ho riportato a casa. Ti ho riportato da me. So quante sofferenze hai dovuto sopportare da sola, in un mondo non tuo. Ma ora è tutto finito. Quello non era che un sogno, un orribile e terribile sogno. Questa è la realtà ed è in questa realtà che ti amo.»

Entrambi rimanemmo in silenzio: Edgar in attesa di una mia reazione, io cercando di non farmi travolgere dal tutto. "Ti amo" mi aveva detto, ma non riuscivo a provare niente in quel momento. Mi era appena crollato addosso tutto, ogni singola cosa in cui avevo creduto era falsa. Non ero pronta ad incassare questo colpo. Non dopo i miei genitori, non dopo che finalmente ero riuscita, almeno in parte, a ristabilizzare la mia vita.

Scossi bruscamente la testa. «No Edgar, no... no»

«Devi credermi. Ti prego...» fece per avvicinarsi ma io mi allontanai.

«Mi hai sempre ingannato.»

«No Fairy, l'ho fatto per il tuo bene. Tu ora non puoi capire ma...»

«Smettila! Non chiamarmi così! Ed io che stavo incominciando a fidarmi di te. Io che pensavo di... Ma non importa, me lo aspettavo in fondo. Adesso basta però. Non voglio più starti a sentire.»

Detto ciò, mi volati e me ne andai. Edgar non tentò di fermarmi per fortuna. Avevo iniziato di nuovo a piangere.

E questa volta non ci sarebbe stato nessuno a consolarmi.

Spazio autrice
Hey! Piccolo grande colpo di scena ;) Cosa ne pensate della storia? Ho fatto dei capitoli più corti: li preferite a quelli lunghi?
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