Una volta entrati nella stanza, Edgar chiuse la porta e si avvicinò di nuovo a me. I suoi occhi erano intensi e magnetici. Feci un passo indietro, ma lui si accostò maggiormente.
«Lydia, da quanto tempo ti stavo aspettando» disse abbracciandomi.
«Lasciami!» replicai io spingendolo via con forza.
«Vedo che non sei cambiata per niente: hai sempre lo stesso carattere combattivo!» mi guardò dalla testa ai piedi «E come ti sta bene il vestito che ho scelto per te!»
Arrossendo, incrociai le braccia con indignazione e mi voltai. Come poteva parlare di vestiti in un momento simile!
«Lydia...» ricominciò, ma io lo fermai subito.
«Adesso parlo io.» dissi con una sicurezza improvvisa «Primo: chi sei, "principe Edgar"?»
La sua allegria sembrò svanire d'un colpo.
«Non ricordi...»
«No» ribattei seccata.
«Bene.» disse con tono amareggiato «Io sono il principe Edgar Wilson Spencer, ma per te solo Edgar» mi sorrise.
«Non so perché ma il tuo nome mi è familiare.»
«Se così fosse, ne sarei felicissimo.»
Rimanemmo entrambi in silenzio per qualche secondo fino a quando il principe Edgar e non-so-cos'-altro non ruppe il silenzio.
«Certo che ce ne hai messo di tempo per arrivare fin qui! Speravo fossi più veloce a trovare il libro, di indizi te ne ho dati parecchi...»
«Tu sai del libro?»
«Per forza, l'ho nascosto io stesso. È stata tutta una mia idea per farti arrivare qui.»
«Come sarebbe a dire?»
«Il libro ti ha chiamata più volte, i sogni, la lettera. Tutto programmato per quando avresti compiuto sedici anni. A proposito, buon compleanno.»
Ma mi prendeva in giro?
Scossi la testa cercando di non perdere il filo dei miei ragionamenti. Non avevo tempo da perdere con quello lì.
«Aspetta un attimo, quindi era tua la voce che proveniva dal libro che mi ha terrorizzata a morte? Eri tu quello del sogno che ha cercato di baciarmi? E poi... Certo, ora mi ricordo! C'era il tuo cavolo di nome scritto sopra la lettera all'inizio del libro! É tutto opera tua!»
«Spero non ti dispiaccia troppo che sia io. In fondo poteva andarti peggio» disse facendomi l'occhiolino.
«Non posso crederci» conclusi e mi lasciai cadere sul divano che si trovava nella stanza.
Era una situazione talmente paradossale e surreale!
Edgar si sedette sulla poltrona opposta al divano.
«Lydia, ti ho fatto venire qui perché ho bisogno del tuo aiuto» disse, per una volta, in modo serio e composto.
«Sentiamo, cosa dovrei fare?» chiesi.
«Tu sei una Woodwhisperer» buttò fuori guardandomi dritto negli occhi.
«Una cosa?»
«Una Woodwhisperer, una sussurratrice dei boschi. Sei in grado di comunicare con ogni creatura ed essere fatato.»
Non mi stava prendendo in giro, lo capivo dal tono della sua voce.
«C'è tanto che devi sapere.» disse alzandosi «Tu adesso ti trovi ad Atramentum.»
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The Woodwhisperer
FantasyI libri non sono semplici oggetti usati per riempire una libreria. È questo quello che ha imparato Lydia. Dopo la morte dei suoi genitori, ha deciso che i luoghi, le persone e la vita sono migliori nei libri. Per questo ha scelto loro come suoi unic...