Capitolo 10

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«No, non esiste.»

«Perché no, Fairy?» 

«Perché non sono ancora psicologicamente pronta.»

«Voglio vederti all'azione, chissà come sei brava.»

«Edgar smettila!»

Uffa! Se avevo detto no, era no: io non avrei "provato" i miei poteri, o doni da dominatrice, come li chiamava Alexander.

Ci eravamo svegliati al sorgere del sole per metterci subito in cammino e da quel momento il mio caro amico non aveva perso nemmeno un secondo per tormentarmi.

«Lydia...» stava ricominciando per l'ennesima volta.

Lo ignorai.

«Dai, Lydia...»

Oh insomma!

«Adesso basta!» dissi agitando le braccia, facendo così alzare una serie di schegge di legno che andarono a conficcarsi dritte sul tronco di un albero. 

Alla mia espressione completamente sbigottita, rispose Alexander con una risata. «Wow! Quando imparerai a fare qualcosa diventerai un vero pericolo!»

«Sarà meglio non farti arrabbiare allora!» aggiunse Edgar con scherno.

«Ti conviene non farmi arrabbiare nemmeno adesso.» risposi seccata «Parlando di cose importanti, dove diavolo stiamo andando?»

Edgar ed io avevamo condiviso con Alexander le informazioni dateci dalle sirene e lui, considerandosi un vero esperto del regno di Prithivi, si era offerto di guidarci tra i meandri di quei boschi per raggiungere il regno dell'acqua.

«Ci sono due strade che potremmo seguire: continuare a camminare per il bosco o passare per le vie sotterranee» rispose Alexander.

«E quali sarebbero queste vie sotterranee?»

«Si passa attraverso la Ferrica: è una vecchia miniera che ci permetterebbe di risparmiare molto tempo. Anche se...» si interruppe il ragazzo per qualche secondo «potrebbero esserci alcuni rischi... Gli gnomi... Ma, no. Ormai non c'è più ferro da estrarre. Dovrebbero essersene andati via da tempo. Credo.»

«Cos'hanno gli gnomi che... non va?»  chiesi.

Il viso di Alexander si fece pensieroso.

«Diciamo che, in alcuni casi, potrebbero risultare un po' molesti.»

«Ah, proprio come Edgar» constatai sarcasticamente.

«Ammettilo che ti piace, Fairy»  concluse lui con un ghigno sul volto che mi intimorì a tal punto da non farmi controbattere più in alcun modo.

«Allora,» ci richiamò Alexander «via breve o via lunga?»

Ci pensai un po' su: anche se l'idea di incontrare degli gnomi non mi piaceva affatto, risparmiare tempo sugli spostamenti sarebbe stato davvero meraviglioso, dato che camminare interrottamente per ore risultava alquanto faticoso.

«Passiamo per la Ferrica» risposi. 

Edgar acconsentì con un cenno del capo. L'altro ragazzo, senza dire nulla, si incamminò, invitandoci a seguire i suoi passi.

 ≈

L'ingresso della miniera sembrava un'enorme bocca nera contornata da rampicanti ormai secchi da cui sbucava una vecchia e degradata rotaia. Potevo percepire sulla mia pelle il vento freddo che spirava da quelle oscurità.

Tutti e tre ci eravamo fermati e nessuno dava l'impressione di volersi muovere.

«Allora...» dissi con voce titubante «Andiamo?»

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