Il suo sguardo

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QUESTO È UN SEQUEL. PRIMA DOVETE LEGGERE "L'INCUBO CHE HO DESIDERATO" PER POTER CAPIRE IL PUNTO DI VISTA DI NATE.

Mi sveglio nella penombra, inizio a stropicciarmi gli occhi e dopo vari sbadigli mi alzo a causa del mio telefono che ha cominciato a suonare. Dopo averlo afferrato, noto lo schermo illuminato che mi avvisa l'arrivo di un messaggio da parte di Brian.

Ti aspetto al solito posto a scuola. Brian.

Gli rispondo che ci sarò. Ieri non ho avuto una grande giornata ed è per questo che Brian vuole parlarne. Da quando lui sa di tutto l'accaduto mi è stato accanto ed ha cercato di aiutarmi a superare la mia continua voglia di autodistruzione.
Si voglio farmi del male. Bevo a più non posso, finché il mattino dopo riesco a gettare tutto quello che sono riuscito a bere nel mio water insieme alla mia anima, ma mi correggo ... quella è già stata gettata via.

Nate O' Connel non ha un'anima.

Vado in bagno e cerco di lavarmi, apro l'acqua fredda e mi infilo dentro la doccia per cercare di riprendermi dalla sbornia di ieri, altrimenti dovrò sentire le urla di Zack e non voglio che si lamenti. So che è il mio migliore amico, ma quando cerca di farmi da madre vorrei strozzarlo con le mie mani.

Esco dalla doccia e mi asciugo i capelli  con un asciugamano strofinandolo sulla mia testa. Adoro il mio look spettinato, non mi è mai importato di cosa pensi di me la gente.
Mentre cerco di vestirmi con i miei soliti indumenti standard: jeans, maglia, giacca di pelle completamente neri, il telefono squilla. Rispondo con voce roca.

<< Pronto >> ho ancora la voce impastata dal sonno.
<< Ah sei sveglio! >> grugnisco a quell'esclamazione.

<< Spero per te che quando ci incontreremo a scuola tu non sia fatto o ubriaco >> metto fine alla chiamata di Zack. Sa che non deve rompere le scatole di prima mattina, eppure si ostina a controllarmi. Ha paura che possa passare le notti nei locali a bere e farmi continuamente, non ha tutti i torti dopo quella volta che mi ha portato all'ospedale ... da quel momento in poi è stato molto più attento.
Ieri sono sfuggito a lui, ma Brian è riuscito a trascinarmi via da quel bar prima che arrivassi al limite. Ecco perché adesso riesco a reggermi in piedi e a ragionare.

Afferro il caso e inzio a scendere le scale con cautela. Le odio, cigolano continuamete e so che prima o poi cadrò.
Salgo in moto e accellero per arrivare al bar vicino casa mia, spengo la moto e mi avvio verso l'ingresso. Il campanello della porta annuncia la mia entrata e Daniel, il barista, appena mi vede mi fa un cenno con la testa.
Lui è come me, solo che preferisce portarsi le ragazze a letto con o senza il permesso. Io voglio che mi implorino di fare sesso con loro, devo essere consapevoli che sono sottoposte a me e voglio che mi desiderino così tanto da soffrire, più soffrono più c'è divertimento. Questo sono io.
È bravo chi mi capisce perché neanche io riesco a capire me stesso.

Il telefono squilla di nuovo. Un altro messaggio di Brian.

Ti prego non commettere stronzate di prima mattina. Brian

Sorrido a quel messaggio. Loro si che mi conoscono!

Mi siedo su uno sgabello e appoggio il caso su quello affianco.

<< Il solito? >> chiede Daniel. Annuisco.

La mia solita birra di prima mattina fa si che io abbia quel poco di alcol in corpo per sopravvivere e che Zack abbia i nervi apposto quando mi vede.
È davvero divertente vederlo urlare e, quando quella piccola venuzza che minaccia di uscire dalla tempia sinistra è evidente, mi fermo; so che è al limite e che potrebbe rimanerci sotto.

Lui è il mio migliore amico ed senza di lui sarei solo. Zack mi conosce da tanto, mentre Brian da poco, con precisione da quando Beth non c'è più. Cerca di restarmi accanto e di trattenere la mia rabbia repressa.
Sa cosa voglio, come agisco e quale sia la mia prossima mossa perché lui è come me, solo che io sono letale per qualsiasi persona.
Dopo aver lasciato, come il solito, che Zack lasciasse tre chiamate perse decido di andarmene dritto verso scuola. Quando arrivo lui è lì che mi attende con il telefono in mano, l'altra infilata nella tasca del suo giacchetto di pelle nera e un piede che continua a sbattere a terra.

Lo guardo e cerco la venuzza che non è comparsa.

<< Vuoi che esploda? >> urla appena mi vede.
<< Ammetto che mi piacerebbe >> dico cercando di irritarlo.

<< Dove sei stato? >> chiede subito dopo lasciando che la mia battuta vada in secondo piano.
<< Da nessuna parte >> ribatto.
<<Non ti credo. Sento la puzza di birra da qui >> afferma.
<< Allora che hai chiesto a fare se sapevi già la risposta? >> inizio ad innervosirmi.

Vado dritto verso scuola, devo vedere Brian. Lui mi parla sempre prima che comincino le lezioni per cerca di tenere a bada la mia rabbia mattutina.

<< Dove vai? >> urla Zack visto che sono lontano.
<< Brian >> rispondo e, al sentire il nome del nostro amico, si calma.

Sono al solito posto e Brian deve ancora arrivare. Abbasso la testa e mi appoggio ad un pilastro della scuola. Devo cercare di chiudere occhio, non ho dormiro e in classe Zack non me lo permetterà. Quest'anno devo essere promosso.

Mi sento osservato e quando alzo gli occhi vedo due ragazze di fronte.
Una dai capelli biondi e un' altra con i capelli ricci e castani. La ragazza scura è appoggiata alla quercia e parla con l'amica.
Tutti parlano.

È vero?È stato lui? Si è proprio lui!

Solo questo sanno dire le persone. Gossip!Questo è quello che amano.

La ragazza scuote la testa mentre l'amica perfettina cerca di spiegarle qualcosa, ma lei non le presta attenzione. Ad un certo punto i suoi occhi si incontrano con i miei, anche i suoi sono azzurri ma limpidi come se fossero un mare privo di impurità, mentre i miei occhi sono un oceano in tempesta.

Il suo sguardo mi fa capire che lei è diversa specialmente perché riesce a sostenere il mio. Mi sta sfidando come se non avesse paura, con i suoi occhi dice tanto, cerca di scavarmi dentro, di scoprire me ... il vero me. Peccato che sia morto due anni fa.

Brian arriva. Appena mi si avvicina gli chiedo una cosa.
<< Chi è quella? >> Lui guarda il punto che gli ho indicato con un cenno della testa.

<< Allison Blake >>
Ah Blake, mi ero perso in questi due anni e adesso non riesco più a ricordare le persone? La guardo di nuovo.

<< Nate non fare stupidaggini >> mi ammonisce Brian, credo che abbia già intuito i miei pensieri.

<< Io? Lo sai che non ne sono il tipo >> ribatto con un sorriso sulle labbra.
Uno di quei sorrisi che preoccupa anche me.

L'incubo che sono diventato ~•~ 2 libro della sagaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora