Quando entrarono nella casa dei Weasley, Percy si sentì invadere da un senso di calore, di famiglia. In casa da sua madre c'era sempre quel calore. La casa dei Weasley era uguale. Quando varcarono la soglia, le loro valigie scomparvero e finirono chissà dove.Annabeth gli era accanto, come sempre Jason era alla sua destra e Nico gli era dietro. Percy posò la mano sulla sua tasca dei jeans, dove stava Vortice, la sua spada-penna. L'aveva da quando aveva dodici anni ed ormai era come Annabeth: una parte fondamentale di lui.La prima cosa che fece la signora Weasley fu chiedergli se mangiavano abbastanza, probabilmente aveva guardato Nico quando l'aveva chiesto. Tutti i semidei avevano risposto di si, che mangiavano abbastanza. Dopo di ché li fecero sedere con il resto della famiglia Weasley. C'era una ragazzina coi capelli rossi di nome Ginny, un ragazzo biondo che stava seduto e non mangiava niente di nome Draco e tre ragazzi molto grandi che Percy sospettò essere i tre fratelli maggiori. La tavola andava da un capo all'altro della sala.-Per tutti gli Dei!- esclamò Hazel- Ma quanti siete? È come la cabina di Ermes!Gli altri annuirono in assenso. Chiunque fosse arrivato al Campo Mezzosangue senza sapere chi fosse il suo genitore divino, aveva passato un po' di tempo nella cabina 11.-Come, prego?-domandò Hermione sedendosi dall'altro lato del tavolo.-Niente!- esclamò Leo- Mangiamo che sto morendo di fame!Mangiarono senza proferire parola con i loro ospitanti e borbottando tra di loro. La signora e il signor Weasley li guardavano stupefatti, ma non dissero loro nulla per tutta la serata.Quando la cena terminò, la signora Weasley portò i ragazzi nelle loro camere. Percy avrebbe dovuto dormire con Harry. Annabeth avrebbe dovuto dormire con Hermione e Percy non perse tempo nell'escogitare qualcosa per far mettere lui e Annabeth nella stessa camera. Non avrebbe sopportato la distanza, anche se era poca.La signora Weasley fu irremovibile, allora Percy chiese un favore ad Hermione: doveva andarlo a chiamare qualunque cosa fosse successa ad Annabeth. La ragazza, anche se dubbiosa, accettò la richiesta del figlio del mare.Percy rientrò in camera e prese dal suo zaino il suo album di fotografie che gli aveva regalato Annabeth a Natale e il libro sul mare, regalo di Poseidone. Sfogliò per primo l'album. Aveva già iniziato a mettere delle foto. C'erano immagini del Campo Mezzosangue a Natale e dei suoi amici. In una foto c'erano Travis e Connor Stoll intenti a entrare nella cabina 5, in un'altra Clarisse La Rue che inseguiva gli Stoll armata di una lancia ed infine gli Stoll in infermeria. Su alcune pagine, i suoi amici avevano scritto dediche e commenti. In prima pagina, Percy aveva scritto in grande e in greco antico: Eroi dell'Olimpo. L'aveva scritto a caso, pensando alcune volte anche a quello che aveva detto Era parecchie volte: loro sette erano gli Eroi dell'Olimpo, gli eroi più forti del secolo.-Che guardi?- domandò Harry entrando nella stanza e chiudendosi la porta alle spalle.Harry assomigliava troppo a Percy e probabilmente in due avrebbero fatto una persona sana. Percy si sentiva stranamente vicino a quel ragazzo che aveva conosciuto solo poche ore prima.-Un album- rispose Percy- Un album che mi ha regalato Annabeth per Natale.-Che foto hai? Posso vederle?Percy non si spiegò mai perché fece vedere ad Harry Potter quell'album dove teneva le immagini dei suoi amici e di casa sua.Si sederono ai piedi del letto di Percy e Harry prese in grembo l'album. Lo sfogliarono assieme e Percy spiegava di tanto in tanto che cosa veniva raffigurato. Gli raccontava dei ragazzi del campo, dei suoi luoghi preferiti e delle attività. Harry faceva domande sul Campo Mezzosangue, senza conoscerlo veramente, poi fece la fatidica domanda:-Che cosa sei veramente Percy?Percy abbassò gli occhi. Improvvisamente il pavimento si era fatto molto interessante. Il figlio di Poseidone non sapeva se fidarsi o meno di Harry confidandogli la sua natura semidivina.-Sai quando si parla di mitologia greca e romana?- chiese Percy chiudendo l'album e alzandosi in piedi. Harry annuì e Percy continuò:- Chissà come, gli Dei dell'Olimpo sono sopravvissuti per millenni. Al Campo Mezzosangue siamo tutti semidei, mentre al Campo Giove ci sono anche i figli di semidei, i Legati.-E tu sei...-Il figlio del dio del mare, Poseidone. Ho passato un periodo in cui mio padre era Nettuno, ma in realtà è Poseidone.-Ma...-Gli Dei, alcuni Dei, soffrivano di doppia personalità, alcuni la soffrono tuttora. Questa estate, Gea ha cercato di distruggere il mondo e ha fatto impazzire le divinità. Annabeth ha cercato l'Athenea Parteneos e quella le ha fatte guarire, più o meno.Harry sorrise. Il mago era felice di aver trovato qualcuno che aveva compiuto imprese più folli di lui. Percy Jackson era molto più simile a lui di quanto entrambi credessero. Si sentivano vicini, come se si conoscessero da tempo o come se fossero fratelli.-Non è che ti ho già incontrato da qualche parte?- domandò Percy dando vita ai pensieri di entrambi.-Lo stavo pensando anche io. Io credo che io e te ci siamo già incontrati una volta, prima che...la nostra vita cambiasse.Sorrisero entrambi poi decisero che era il caso di andare a dormire.Percy non riuscì ad avere una notte tranquilla, del resto, i sogni attaccano sempre i semidei. Sognò un parco giochi, in Inghilterra, a Londra. C'erano tanti bambini ma lui andò a giocare con bambino con gli occhiali tondi e i vestiti troppo larghi.-Ciao- disse-Io sono Percy. Ti va di giocare con me?Il ragazzino sorrise poi affermò:-Mio cugino picchia chiunque giochi con me. A meno che tu non voglia un pugno in faccia, non ti conviene giocare con me.Prese per mano il bambino e lo portò vicino alla fontana, dove si tolse le scarpe incitando l'amico a fare altrettanto. L'occhialuto fece come lui ed entrò nella fontana. Si schizzarono a vicenda, ritrovandosi presto bagnati. Smisero soltanto quando un ragazzo alto e grasso s'avvicinò dicendo:-Potter s'è fatto un amico. Chi è sto sfigato?L'occhialuto gli sussurrò che quello era il cugino. Percy fece un passo avanti, poi due, tre e quattro sino a trovarsi davanti a quel bullo e gli disse:-Sei un bamboccio. Rimarrai fregato tutta la vita. Almeno lui un amico ce l'ha.S'allontanò dal bambino grasso portandosi dietro l'occhialuto. La mattina dopo Percy s'alzò tardi. Harry, nel letto accanto a lui, dormiva ancora. Decise così di rimanere nel letto ancora per qualche minuto, poi s'alzò e si cambiò. Molto velocemente si mise un paio di jeans e la maglietta del Campo Mezzosangue. Scese le scale ed entrò in cucina dove c'erano i ragazzi che facevano colazione. Leo aveva acceso un piccolo stereo e aveva messo su una canzone a caso, quindi c'erano Hazel, Reyna, Annabeth,Piper, Leo e Calipso che ballavano, Jason e Alex cantavano e Frank che regolava il volume dello stereo ogni minuto. Nico stava cercando di bere la sua tazza di cappuccino, ma Will non lo lasciava respirare. Percy rimase qualche minuto scioccato, poi decise di far finta di niente. Prese i suoi pancake e si sedette al tavolo iniziò a mangiucchiare. Annabeth si sedette accanto a lui e gli disse:-L'ho detto ad Hermione.Sotto c'era ancora Jason che cantava mentre Frank cercava di fare il DJ.-Ed io ad Harry- ammise il figlio di Poseidone- Mi è sembrato di conoscerlo da sempre.-Uguale per me. Stanotte ho sognato io e lei che giocavamo in un parco giochi.-Uguale. Sembra tutto esattamente calcolato.Alla loro conversazione s'aggiunse Leo che chiese:-Allenamento vicino al lago, stamattina?Percy e Annabeth si scambiarono uno sguardo poi lei annuì. I ragazzi spensero la musica e corsero al piano di sopra a prepararsi. Annabeth li seguì, lasciando Percy da solo. La cucina dei Weasley era grande e Percy sembrò di essere al tavolo di Poseidone quando mangiava tutto solo al tavolo di suo padre. I signori Weasley erano usciti per andare a fare la spesa o qualcosa che Percy non aveva bene capito. Aveva paura del mondo che gli si stava per aprire davanti agli occhi. Aveva paura di scoprire il mondo di Harry Potter.Sparecchiò e salì le scale per tornare in camera. Lì prese fuori la sua armatura, quella che Tyson aveva forgiato per lui prendendo ispirazione da quella del padre. Mentre la indossava, Harry si svegliò.-Buongiorno Percy- disse il ragazzo, strabuzzando poi gli occhi all'armatura di Percy domandò:-Cos'è quella?Percy spostò lo sguardo sulla sua armatura e rispose:-È un'armatura. Di solito sono molto pesanti, questa è abbastanza leggera perché è in argento marino. Me l'ha costruita mio fratello Tyson.Harry annuì e chiese:-Quindi, ora dove vai?-Allenamento mattutino- fece il figlio di Poseidone- Le spade non si maneggiano da sole.-La tua spada dov'è?Harry avrebbe preferito stare zitto. Percy prese fuori dalla tasca una penna a sfera, la stappò e ne uscì una spada di novanta centimetri. Era chiaro che ad Harry piacesse molto, o almeno era quello che diceva la sua espressione.-Si chiama Anaklusmos, "Vortice" in greco antico- spiegò Percy mentre gliela porgeva. Ad Harry doveva sembrare incredibilmente pesante. Si vedeva che Percy non era magro come lui. Il ragazzo aveva una buona corporatura muscolosa. Sembrava che avesse passato la sua vita in un campo militare.Harry passò la spada a Percy che la ruotò come se fosse la cosa più facile del mondo ed esclamò:-Io vado!Uscì dalla camera, scese le scale e andò in giardino dove i ragazzi lo aspettavano. Si divisero in gruppi da due e Percy finì casualmente con Annabeth. Percy aveva battuto mostri, Titani, Giganti e Dei, ma Annabeth era l'unica che non aveva mai battuto. Era quella che vinceva sempre e il figlio di Poseidone l'adorava anche per questo.-Pronto Testa d'Alghe?- domandò la ragazza sfoderando la spada.-Questa volta non mi batterai.Annabeth sorrise maliziosamente, poi aspettò che Percy attaccasse. Lui sollevò la spada e partì all'attacco. Mentre si lanciava su di lei, notò che dalla finestre della casa, Harry guardava i semidei allenarsi.-Harry, che stai facendo?- domandò Ginny entrando nella stanza.-Niente- rispose lui tenendo però lo sguardo su Jason e Nico che lottavano.-Stavamo per andare a giocare a Quiddich. Papà ha fatto un nuovo campo. Ti va?Harry scosse la testa. Non che non ne avesse voglia. Il Quiddich era uno sport bellissimo ed Harry era molto bravo.-Credo di volermi allenare. Quando Harry, Ron, Hermione, Draco e Ginny scesero in giardino, tutti si fermarono a guardarli. Percy si beccò anche una gomitata da Annabeth nelle costole.-Non ci siamo Testa d'Alghe- si lamentò Annabeth- La regola numero uno è...-Non distrarsi, lo so, lo so- sbottò il ragazzo massaggiandosi il fianco.-Scusate se vi abbiamo interrotti, ma... volevamo spere se potevamo "allenarci" anche noi...-disse Harry scusandosi.Decisero così di fare un torneo. Il primo gruppo a combattere furono Harry e Percy. Si misero ai lati opposti e al "tre" di Hermione, Harry lanciò un "Expelliarmus" che però servì a poco visto che Percy indietreggiò soltanto. Harry era stupito. Nessuno era mai riuscito a restare armato dopo quell'incantesimo. Fece appena in tempo a realizzare che Percy non si sarebbe fermato davanti a nulla, che un'onda lo centrò in pieno mandando a terra. Così s'alzò, bagnato fradicio, e lanciò un altro incantesimo. Percy, però, lo parò con la spada, poi caricò e colpì Harry, con il pomo della spada, allo stomaco e avvertì una fitta di dolore. Il figlio di Poseidone chiamò a se dell'acqua che fece passare sul corpo del mago. Harry si aspettava il colpo di grazia ma si sentì invadere da una nuova forza. Una forza pura come l'acqua. Una forza stana, mai provata prima.Quando aprì gli occhi, Harry vide la mano di Percy, l'afferrò e si tirò su. Subito Ginny lo abbracciò e per poco non cadde di nuovo.-Bravo Harry- gli disse Percy- Ti sei battuto bene.Tra tutte le domande che ad Harry vennero in mente solo una domanda sembra quella giusta da porre:-Come mai gli incantesimi di disarmo non funzionano con te?-Io penso- intervenne Annabeth- che anche le altre armi di bronzo celeste ed oro imperiale riescano a respingere i vostri incantesimi.La curiosità di Harry prese il sopravvento e non riuscì a trattenersi dall'ascoltare i ragionamenti di Annabeth e quel ragazzo strano, Leo.-Probabilmente è la qualità delle armi semidivine...- ipotizzò la ragazza bionda con lo sguardo perso- Cercherò informazioni sui libri.-Ed io esaminerò più a fondo le armi- propose Leo incuriosito ancora di più della ragazza.Anche Harry si sentiva molto preso da questa storia. Possibile che un incantesimo per lui ormai scontato non funzionasse contro una semplice spada? Non riusciva a capire ma si impose di scoprirne di più.Annabeth si allontanò dal gruppo, probabilmente persa nei suoi pensieri, e svanì dentro casa.
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EROI DELL'OLIMPO- L'Ultima Battaglia
FanfictionPercy Jackson pensava che la sua vita sarebbe stata tranquilla, ovviamente nei limiti di un mezzosangue, ma non pensava che stesse tutto per cambiare. Harry Potter aveva combattuto la sua battaglia, aveva sconfitto il Signore Oscuro e salvato i su...