LA VERITÀ SU... PIÚ O MENO TUTTO

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C'è chi pensava che essere speciali è una cosa positiva, poi c'è chi lo ritiene una disgrazia. Kya era una di quelle. Odiava essere speciale, perché speciale voleva dire avere delle responsabilità e avere responsabilità voleva dire avere il mondo sulle tua spalle. Kya si odiava. Tanto anche; in parte dovuto al fatto che attirava la sfortuna in una maniera esagerata.Quando i demoni alati piombarono sopra al Cioccobar, Kya sentì le gambe molli. Anne gridava ordini, James cercava di mantenere l'ordine.-Alle armi!- gridò Anne come un generale. Afferrò Kya e si rivolse a lei:-Hai un'arma vero?Kya scosse la testa mentre continuava a guardare i demoni che scendevano in picchiata verso di loro. Anne guardò James che esclamò:-Non ho avuto tempo! Arcieri, ora!Frecce nere si scagliarono contro i demoni alati. Kya li guardò meglio. Erano nudi, grandi ali e le zampe posteriori di rapace e la testa era quella di un uomo.-Che cosa sono?- domandò Kya tremando. Anne la guardò con i suoi occhi d'orati e disse:-Pazuzu, demoni della malattia. Ascoltami, vai verso la ziggurat. Chiama Zoey. Veloce!
-Voi come farete?
-VAI!
Kya annuì e si mise a correre. Era sempre stata brava nella corsa. La neve metteva a dura prova il suo equilibrio, ma gli anfibi facevano. Mentre correva pensava a Anne e James che combattevano e gridavano ordini. Non avrebbero resistito per molto. Kya aveva visto la velocità con cui i demoni, no i Pazuzu, avevano schivato le frecce che gli arcieri avevano scagliato contro di loro. Non ne era morto nessuno. E poi erano in tanti. I ragazzi erano in pochi, non avrebbero resistito. Corse più veloce che poté. Il cuore batteva e il fiato iniziava a mancare. E la vide. Era alta con grandi gradoni. Kya aveva sentito parlare delle ziggurat, le piramidi a gradoni, ma non pensava che fossero così maestose. A cerchio vi erano cinque case. Kya era al centro del cerchio.
-ZOEY!- urlò con tutta la forza che aveva. Nessuno rispose. Mise le mani vicino alla bocca, come un megafono e urlò di nuovo il nome dell'amica. Quella si affacciò ad una finestra della casa rossa, quella più vicino alla ziggurat e esclamò:-Kya! Per l'amore degli Dei! Dov'eri? Anzi no, aspetta a parlare. Scendo subito.
Zoey scomparve. Kya incominciò a battere il piede sul terreno e a muovere le gambe in un modo strano che da lontano sembrava iperattiva. Zoey comparve sulla porta e esclamò:-Dove eri finita, per l'amor del cielo?
Tuonò in un modo assurdo. Kya sobbalzò e tirò su il cappuccio della giacca, sperando che quel tuono significasse pioggia e non ciò che stava pensando. Aveva letto storie sugli Dei della Grecia e di Roma e sapeva che erano molto suscettibili. Sperava che non fossero così anche quelli della Mesopotamia, se erano veramente reali, ovviamente.
-Zoey. Dobbiamo andare al bar. Ora- esclamò Kya prendendo l'amica per il polso. Zoey aggrottò le sopracciglia e chiese:-Perché?
-I pazuzu.
-No. Nonono. - borbottò Zoey iniziando poi a correre verso il bar. Kya la seguì. Zoey si muoveva come una gazzella: veloce e agile. Urlava e dei ragazzi intanto si erano messi a correre con loro verso il Cioccobar. Erano tutti armati con lance, spade e archi. Portavano pettorali neri ed elmi del colore del buio. Tutti sembravano contenti di combattere. Davanti al Cioccobar si stava scatenando l'inferno. James e Anne combattevano come delle furie. Alcuni ragazzi erano coperti da bolle, altri stavano rimettendo.
-Casa uno formazione H1A!- gridò Zoey. I guerrieri di disposero in una principale formazione: le lance alzate verso l'alto che si muovevano su e giù, mentre, tutti tranne quelli a lato, coprivano con gli scudi le teste. Iniziarono a marciare e a muovere le lance su e giù. I pazuzu andavano a scontarsi violentemente contro gli scudi, ma i soldati li trapassavano da parte a parte con le loro lance dalle punte nere. Zoey afferrò Kya per il polso e le disse:- Stai dentro al bar per favore. Non farti colpire.
Kya annuì, ma di stare dentro al bar a non fare nulla non se ne parlava. Aveva la senzazione che quei demoni, fossero venuti per lei.
Si mosse ad una velocità che non pensava di avere. S'avvicinò ad un ragazzo, prese uno dei coltelli che aveva alla cintura e si lanciò nel combattimento. I demoni l'attaccarono fin da subito. Veloce come un fulmine, tagliò la gola al primo, poi affondò il coltello nel corpo di un altro, ad un terzo tagliò un braccio. Con lo scarpone tirò un calcio ad uno e ad un altro ficcò il coltello nella testa. I guerrieri la fissavano con stupore, ma non ci fece molto caso. Saltò quando un altro pazuzu le venne addosso. Atterrò sulla sua schiena e gli piantò il coltello tra le scapole e quello cadde a terra. Ne colpì altri con il coltello che aveva stretto in mano. James per poco non si prese una accoltellata dalla ragazza e Anne una gomitata in pieno petto. Solo quando un pazuzu la attaccò alle spalle, Kya perse un attimo la rabbia che aveva. Riuscì comunque a voltarsi e a ucciderlo, ma questo le aveva graffiato la spalla e la parte superiore del braccio. Era l'ultimo, ma Kya sentiva la voglia di distruggere qualunque cosa le capitasse sotto mano. Incominciò a gridare:-C'è qualcun altro?!
Solo James ebbe il coraggio di avvicinarsi a lei e bloccarla, prima che commettesse danni seri:-Ehi, calm...Wow
Gli occhi da viola erano passati al rosso carminio, il colore del sangue, il colore del rubino. Continuarono a fissarsi negli occhi, mentre James respingeva la voglia di abbracciare la ragazza e tenerla stretta a se per la vita. Okay, doveva finirla. Lui aveva una ragazza per l'amore del cielo!
-James...- iniziò Anne per poi fermarsi e dire- Oh però. Mi sa che abbiamo un problema e anche piuttosto grosso.
James ammonì la ragazza con lo sguardo e disse:-Andiamo in infermeria. Zoey, dì ai tuoi di portarli tutti infermeria, nessuno escluso.
Zoey annuì e cacciò degli ordini ai guerrieri. James prese in braccio Kya e si diresse in infermeria a passo svelto, seguito da Anne. Arrivato adagiò la ragazza su uno dei lettini liberi, prese delle bende, ago e filo, del disinfettante e dei guanti. Mandò Anne preparare dei lettini, poi iniziò a medicare la ferita. Kya era pallida come un fantasma. Sentiva la pelle bruciare come il fuoco e la mente annebbiarsi.
-KYA!- esclamò James- Rimani sveglia. Guardami e non pensare al dolore okay?
Kya annuì. Incatenò gli occhi sul ragazzo che la stava medicando. Disinfettò la ferita, poi con ago e filo iniziò a cucirla, come se fosse una vecchia maglietta che non voleva buttare via. Le lacrime erano lì lì per scendere, ma le ricacciò indietro. Non voleva piangere. Soffocò ogni grido e ogni lacrima, ma quelle non volevano sentire ragioni. James s'avvicinò alla spalla e con i denti tagliò il filo. Appoggiato l'ago in una vaschetta di metallo, si pulì le mani dal sangue e le disse:-Una lacrima puoi lasciarla sfuggire.
-Non sto piangendo- ribattè Kya scocciata. James la guardò con i suoi occhi del colore dello smeraldo e ribattè:-Si, come no.
Rimasero per un attimo in silenzio. Kya guardava la ferita cucita come se fosse un'opera d'arte. Era stato preciso, non aveva sbagliato nulla. Era come se fosse nato per guarire le persone, curarle. Chissà se sa guarire anche persone come me, pensò Kya concentrandosi di nuovo sugli smeraldi che la stavano fissando. Sostenne lo sguardo e alla fine fu lui a distoglierlo per primo.
-Allora- disse Kya- Dove hai imparato a cucire la gente?
-Mia madre è brava in queste cose.
-È una dottoressa?
-È la dea della medicina. Ognuno dei suoi figli sa medicare in modo eccellente. Siamo dottori nati. Conosciamo ogni genere di malattia e, se esiste, una cura per essa.
Kya sospirò ed esclamò:-La smettete con questa storia degli Dei?! Non esistono! Per l'amor del cielo, finitela, siete patetici.
-Come li spieghi allora il pazuzu?
Kya guardò il basso e cercò una spiegazione logica per quello che stava accadendo. Poteva essere stata una trovata per far divertire i bambini, ma non c'erano bambini lì. Potevano essere robot, eppure non c'erano fili. Kya temeva che James avesse ragione, ma non aveva senso tutto ciò. Se gli Dei esistevano veramente, dove erano stati quando lei aveva chiesto aiuto? Dove erano quando il mondo era in guerra?
-Lo so che è shockante- disse James- Ma è la verità. Gli Dei esistono e tu sei una di noi. Una semidea. Tua madre è una divinità e non c'è verso per cambiare le cose.
-Come hanno fatto a sopravvivere?- domandò mentre si torturava le dita. Le piaceva giocare con le unghie o girarsi i pollici. Alcune volte si metteva a sbatterle piano tra di loro. Suo padre aveva detto che era iperattiva e, inizialmente era una cosa che le piaceva un po', poi col tempo era diventato un problema. Era diventato un problema perché non riusciva a stare ferma, non riusciva a seguire in classe e questo la faceva sentire esclusa perché tutti ci riuscivano tranne lei.
-Sono immortali, Kya, possono vivere per sempre. Non hanno età. Si spostano sempre in base a dove vi è più potere e ci rimangono per degli anni. Creta, Roma, Parigi, Madrid, sono solo alcune delle città in cui hanno alloggiato gli Dei. Si spostano dove c'è più potere. Ora sono in America e noi con loro.
Niente aveva senso. Era tutta una messa in scena, ma come si spiegavano allora i pazuzu? Kya era confusa. Non sapeva a cosa credere. Guardò l'opera di James sul suo braccio. Perché non le tornava niente, ma perché sentiva che James, Anne e Zoey avevano ragione. Perché percepiva, allora, il senso di casa in quel luogo? Perché pensava di esserci già stata?
Incrociò gli occhi di James e capì che il ragazzo non stava scherzando. Poteva dire ciò che voleva che lui aveva ragione. Papà le diceva sempre che se sapevi leggere gli occhi di una persona, capivi com'era e se diceva la verità o meno. Le aveva insegnato tutto ciò che sapeva. James aveva ragione. Lo leggeva.
-Supponendo che questi Dei esistano, cosa centro io in tutto ciò?- domandò appoggiando la testa al cuscino. James arricciò le labbra e rispose:-Te l'ho già detto. Sei potente e sei una di noi. Ora devi riposare. Hai una brutta ferita. Marie, vieni qui!
Una ragazza dai capelli rossi e occhi grigi s'avvicinò con grazia. Portava una tunica corta fino alle ginocchia e un paio di collant sotto, degli stivaletti chiari e i capelli legati in una coda ordinata. Non aveva più di dodici anni.
-Dimmi tutto capo!- esclamò Marie con un sorriso mentre porgeva un camice bianco al ragazzo con gli occhi verdi. Lui le sorrise e rispose:- Tienile compagnia e fai in modo che mangi.
-Tu che farai?- domandò la rossa mentre si accomodava accanto al letto e strizzava le bende bagnate.
-Penserò agli altri. Mai visti tanti pazuzu in vita mia. Comunque, divertiti.
Marie annuì e James se ne andò mentre gridava altri ordini ai dottori. Marie le posò sulla fronte delle bende bagnate e non proferì parola. Probabilmente era imbarazzata, ma non lo diede a vedere. Kya chiuse gli occhi e s'addormentò.

EROI DELL'OLIMPO- L'Ultima BattagliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora