Nessuno lo notò, finchè non entrò in città. Percy e Harry erano in prima fila e lo stavano aspettando. Sadie fece esplodere la sua gomma da masticare, creando ancora più tensione. Sembrava di essere in un vecchio film western: i due avversarsi opposti, uno di fronte all'altro. La mantella nera gli arrivava ai piedi nudi, la testa era pelata e il naso serpentino li faceva rabbrividire tutti. Si poteva essere più brutti? Gli occhi rossi come il sangue li scrutavano tutti, uno per uno e sembrava che li potessero leggere dentro, capendo le loro paure, facendole sembrare reali. Rise. Una risata agghiacciante, che rimbombó in tutta la città, vuota e silenziosa. Harry guardó la McGrannit, poi Percy, che stringeva con forza i pugni, conficcandosi le unghie nei palmi delle mani. Quel ragazzo lo preoccupava ogni volta di piú. Afferró la mano di Ginny, accanto a lui, che lo incoraggió con lo sguardo determinato che la contraddistingueva dalle altre ragazze ad Hogwarts. Harry sentivail cuore battere forte. Aveva paura, parecchi paura. Si sentiva debole. Davanti a lui, si sentiva debole. Le forze sembravano mancargli quando lo fissava negli occhi. Si trattenne dall'urlare, ma strinse la mano di Ginny con prepotenza facendola sussultare. Si fermó poco distante, Voldemort, sorrise con cattiveria e prese la sua bacchetta da dentro la manica della tunica. Harry fece per prendere la sua, ma fu bloccato da Percy, che lo guardava serio. Il grifondoro vedeva le mani del semidio tremare, ma non disse niente. Lo sguardo del semidio era sul nemico, che gli puntava la bacchetta contro, abbassandola poi sino a procurarsi un profondo taglio sull'avambraccio. Fece cadere il liquido rossastro sull'asfalto, il quale brució, disintegrandosi.
-Siete ancora in tempo per schiaravi dalla giusta parte, piccoli eroi- disse Voldemort con una voce che non era la sua- In caso contrario, brucerete e vi disintegrete. Sono qui, per chiedervi, chi tra di voi eroi, volesse cambiare schieramento. State bene attenti, perchè potrebbe essere la vostra unica possibilità di essere salvati e vivere in un nuovo mondo di cui voi sarete padroni.
-Taci- sbottó Percy con rabbia facendo un passo avanti- Nessuno passerà dalla tua parte. Nonostante la nostra inferiorità numerica, noi abbiamo qualcosa per cui combattere, qualcosa che ci dà la forza per continuare. Adesso sparisci, Voldemort, Caos o come diavolo i chiami.
-Sempre presuntuos, Jackson?- domandò il mago inclinando la testa di lato. Percy ringhiò, pronto ad attaccare. Voldemort sorrise e gaurdò il resto dei ragazzi, sorrise ancora e scomparve in una nuvola nera, dall'odore di sangue e cadarveri. Percy strinse i pugni, guardando con rabbia il punto in cui, solo poco tempo prima, vi era Voldemort, o Caos, che si volesse. Harry lo guardò preccupato. Sapeva che Voldemort li aveva studiati. Il cambio di schieramento era solo una pretesa per osservarli, analizzarli, capire dove andare a colpire. Il collegamento che aveva con Percy, gli permise di sentire quella rabbia che il ragazzo teneva dentro e che, in fondo al cuore, teneva anche lui. Annabeth s'avvicinò al semidio, ancora fermo con i pugni serrati:-Andiamo via, Percy. Dobbiamo pensare a rimetterci in sesto prima della sera.
Il figlio di poseidone annuì soltanto, rimanendo zitto. Si voltò, prese un respiro profondo e ordinò:-Clarisse, prendi i ragazzi che ti servono e fai la ronda. Nessun mostro deve essere vivo. Travis e Connor, abbiamo bisogno di un rifornimento di medicinali. Andate nelle farmacie e prendete quello che vi dicono i ragazzi della casa di Apollo. Mi raccomando, lasciate comunque qualcosa nelle casse, per favore. I capo-cabina e i vari rappresentanti, sull'Olimpo, dobbiamo fare una riunione di emergenza.
La gente iniziò a disperdersi. Clarisse radunò una manciata di ragazzi e iniziò ad ispezzionare la città. Travis e Connor si fecero dare la lista delle cose da prendere e si diressero alla farmacia più vicina, mentre i capo-cabina seguivano Percy sull'Olimpo. L'aria era fredda lassù e le torce erano tutte spente. C'era buio, un buio che nessuno si sarebbe aspettato di vedere, non sull'Olimpo. Con Leo in capo al gruppo che faceva luce, stile torcia umana, giunsero nella Sala del Trono. S'accomodarono per terra, con le gambe incrociate e in cerchio. Un brusio si sollevò nell'aria, causando troppa confusione. Il focolare di Estia era spento. Qualcosa vi risplendeva accanto. Era piccolo, come un vaso per le ceneri, ma Percy sapeva benissimo cos'era. Prese il piccolo vaso tra le mani e lo guardò con nostalgia. Era caldo. La speranza era ancora lì dentro.
-Il vaso di Pandora- sussultò Annabeth. Percy si sedette accanto a lei, con il vaso in mezzo alle gambe incrociate:-La speranza è ancora qui. Gli Dei credono in noi.
-E se fosse un'illusione del Caos?- chiese Hazel timorosa, guardando il figlio di Poseidone, il quale scosse la testa, in segno di negazione. Non era un'illusione, ne era sicuro. Sentiva il calore della speranza avvolgerlo, mentre teneva il vaso tra le gambe.
-Se è davvero il Vaso di Pandora, e credo che lo sia, dovremmo nasconderlo- suggerì Magnus Chase, il cugino di Annabeth- Solo per non correre rischi.
-Lo terrò io- sussurrò il figlio di Poseidone- Sino alla fine di questa dannata guerra, poi lo ridarò ad Estia, la dea del focolare, l'unica che può prendersene cura. Passiamo però alle cose importanti. Annabeth, vuoi illustrare?
La figlia di Atena annuì, stese la cartina che aveva in mano per terra, afferrò un pennarello e disegnò delle frecce verso l'interno:-Arretriamo e lasciamogli prendere del territorio. Dobbiamo occuparci di difendere l'Olimpo, non tutta Manhatta. Teniamo i ponti e i tunnel più vicini. Potrebbe essere l'unico modo di vittoria. Organizzeremo squadroni misti, più di quanto non lo siano già, per avere la massiama efficacia sul campo. Sull'Olimpo posteremo Peleo, in modo che lo difenda in caso qualcuno vi arrivasse. Qualche domanda?
Diverse mani si alzarono. Annabeth li guardò preoccupata, dando poi la parola a Leo. Il figlio di Efesto masticò la gomma che gli aveva dato Sadie e chiese:-Come pensi di portare Peleo quassù? Non ci sta nell'ascensore, te lo posso assicurare.
-A questo ho già pensato, Leo- rispose la bionda sorridendo. Il figlio di Efesto annuì, continuando a masticare la sua gomma.
-Gli squadroni come saranno organizzati?- domandò Talia con le labbra ancora blu. Aveva passato troppo tempo nell'acqua gelida del fiume Hudson, dopo lo scontro con il Kraken. Era ancora debole, ma aveva insistito per partecipare alla riunione.
-Non lo so- rispose Annabeth- Pensavo di sorteggiare o cose del genere, qualcosa di semplice, in modo da non perdere tempo.
-Per il 21 giugno...- iniziò Piper timorosa- Cosa... come...Sì, insomma...Cosa faremo?
Il volto dei cinque Jackson si rabbuiò subito. Avevano pensato a qualcosa, ma non era perfetto. Mancavano un sacco di dettagli, forse anche troppi. Tutto ciò che avevano erano: delle armi originali, una magia che solo Ziah comprendeva e il loro sangue di Jackson.
-Non lo so- rispose prontamente Annabeth aiutando i cinque ragazzi- Per ora facciamo come ci siamo detti. Informate tutti, mi raccomando. La riunione è conclusa.
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EROI DELL'OLIMPO- L'Ultima Battaglia
Hayran KurguPercy Jackson pensava che la sua vita sarebbe stata tranquilla, ovviamente nei limiti di un mezzosangue, ma non pensava che stesse tutto per cambiare. Harry Potter aveva combattuto la sua battaglia, aveva sconfitto il Signore Oscuro e salvato i su...