LA STANZA DELLE NECESSITA'

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Ad Annabeth non piaceva essere richiamata a scuola. Lei era una studentessa modello, con voti alti in tutte le materie, che durante la pausa pranzo leggeva o la passava con Percy che studiava nel complesso accanto. Molte delle sue compagne non riuscivano a credere che una secchiona come lei uscisse con uno dei ragazzi più belli.Quando Annabeth si trovò nell'ufficio della McGranitt, la ragazza cominciò a temere il peggio: l'espulsione. Anche se non potevano essere espulsi perché erano in missione su ordine degli Dei, Annabeth aveva paura. Non era mai stata espulsa da una sola scuola e sarebbe stato orribile cominciare. L'ufficio della preside aveva le pare ti tappezzate di libri, cianfrusaglie e ritratti di uomini, per lo più barbuti, che parlavano tra di loro animatamente. C'era persino una fenice, l'animale della rinascita. Era molto raro trovare quel animale. Era quasi estinto, eppure, Annabeth ce l'aveva davanti agli occhi.-Il castello...- iniziò la McGranitt-È...-Circondato- la interruppe Percy- Blackjack vola sopra a questo ammasso di mostri continuamente. Praticamente siamo circondati, mattina e sera.Il volto della McGranitt diventò cupo. Era preoccupata, Annabeth lo vedeva, lo percepiva.-Una barriera sarebbe utile- disse Talia-Però non voglio trasformarmi di nuovo in pino.Ad Annabeth non sembrò una battuta fatta di proposito. Talia era stata un albero per un certo periodo di tempo. Da quel momento, il suo albero proteggeva il Campo Mezzosangue.-Per la barriera ci pensiamo noi- propose Ernie Macmillian-Si, insomma, siamo dell'ultimo anno, possiamo farcela.La McGranitt annuì, poi congedò i sette maghi. Annabeth continuava ad avere paura di quello che sarebbe potuto accadere. La semidea iniziava a temere la razza dei maghi, nonostante i semidei fossero molto più forti, i maghi erano comunque potenti e non andavano sottovalutati.-Se i mostri sono al confine- iniziò la preside-Dovremmo essere pronti.Il silenzio regnò nella stanza. Annabeth non aveva capito che cosa volesse dire la direttrice. Le sue mani iniziarono a sudare. Perché stava sudando? Lei sudava soltanto quando sapeva che stava per accadere qualcosa di brutto. Ecco, forse il suo istinti di semidea si stava facendo sentire.-Cosa intende dire?- chiese Beckendorf. Charles era un ragazzo dalla pelle scura, gli occhi castani e le braccia muscolose, per via delle giornate passate in officina, prima della sua morte.-Voglio che utilizziate la stanza delle Necessità- rispose impedita la McGranitt- Siete gli unici che sanno veramente come combattere contro mostri del genere. Abbiamo bisogno di voi.I ragazzi si guardarono incuriositi, poi Carter disse:-Ma voi non potete diventare come noi che facciamo prima? Anche perché le nostre energie non sono infinite.Annabeth ci pensò su. Il suo ragionamento non faceva una piega. L'avevano dimostrato prima quando avevano combattuto contro i mostri nella foresta proibita.-Come avete detto signor Kane, la vostra magia è molto più difficile della nostra- fece da McGranitt. Frank, mentre giocava con la corda del suo arco, chiese:-Le spade le sanno maneggiare tutti no?-Potrebbe essere un'idea!- esclamò Annabeth- Le nostre armi sono invulnerabili alla vostra magia. Rimasero tutti in silenzio. L'idea non era male, ma insegnare l'utilizzo di armi antiche a studenti che utilizzavano la magia? Certamente, i maghi non era stupidi, anzi erano intelligenti, ma era complicato imparare a difendersi contando sulle proprie forze e non sulla magia.-Chiedete a Potter di mostrarvi la stanza delle Necessità- disse la McGranitt-E vedete di tenerlo segreto, per ora. Gli studenti di Hogwarts non sono pronti per questo, non tutti almeno.



-Ora abbiamo un motivo in più- disse Percy mentre saliva le scale accanto a Harry, seguiti da Annabeth e Ginny. Era arrivati al settimo piano della scuola. Procedettero lungo un corridoio infinito, tappezzato di arazzi e quasi privo di finestre. Si fermarono davanti ad uno degli arazzi, che ad Annabeth ricordò Aracne, quello schifosissimo ragno che aveva tenuto nascosto l'Athenea Partheneos per secoli solo per vendetta personale.-Ma che...?- chiese Annabeth vedendo Harry fare su e giù per la stanza. Non fece in tempo a terminare la frase che comparve un porta in ferro. Era bella, ma alla figlia di Atena non piaceva. Era troppo elaborata, troppi ghirigori su un'unica porta. Harry, senza dire nulla, aprì la porta e i tre ragazzi lo seguirono. La stanza era grande come l'Arena al Campo Mezzosangue ed era già provvista di tutto il necessario per gli allenamenti. C'era un poligono di tiro, manichini che ad Annabeth parvero indistruttibili e una parete per l'arrampicata come quella del Campo Mezzosangue.-È fantastico!- esclamò Percy-C'è tutto il necessario. Non manca nulla.Percy aveva ragione, era tutto perfetto. La semidea s'avvicinò ad una serie di coltelli, ne prese uno e lo tirò contro un figurino disegnato sulla carta, centrandolo nel cerchio più piccolo nel petto.-Sono di bronzo celeste-disse Annabeth- Ci dovrebbe essere anche dell'oro imperiale e del ferro dello Stige, se l'intuito non m'inganna.-Credo che sia il caso di chiamare anche il resto del gruppo.- affermò Ginny. Annabeth prese dalla sua borsa un cristallo che sporse alla luce del Sole, creando un arcobaleno, mentre Percy prendeva una dracma e la lanciava nell'arcobaleno facendo partire la chiamata. Inviarono un messaggio a Reyna dicendole di radunare gli altri e portarli davanti alla stanza delle Necessità, al settimo piano. Mentre aspettavano, percy e Annabeth presero in mano le armi e iniziarono un duello senza esclusione di colpi. Annabeth menò un fendente con la spada di osso di drago, ma Percy lo parò per poi tentare un affondo che però la ragazza schivò quasi fosse un movimento automatico. Harry e Ginny li guardavano combattere con entusiasmo. Erano veramente in gamba i due semidei. Si muovevano ad una velocità assurda e, come Harry poté constatare, prevedevano le mosse l'uno dell'altro solo con lo sguardo. Anche quando il resto della squadra entrò nella stanza, i due continuarono a combattere.-Da quant'è che va avanti così?- domandò Piper sedendosi vicino ad Harry. Il ragazzo non sapeva cosa rispondere, non aveva certo tenuto il conto del tempo che era passato.-Quasi dieci minuti- rispose Ginny guardando l'orologio.-Percy è migliorato- esclamò Leo fischiando- L'ultimo è durato otto minuti. Io punto però su Annabeth.Jason fece una smorfia come se otto minuti fossero pochi, ma lui non aveva mai lottato con Annabeth Chase, del resto Percy la faceva combattere solo con lui, Piper, Hazel, Nico e Frank e il motivo era sempre lo stesso: aveva paura per lei. Solo quando Annabeth atterrò Percy, il duello finì. La figlia d'Atena era sudata e stanca, del resto non s'allenavano da sei giorni.-Un'altra volta Testa d'Alghe- disse Annabeth porgendo la mano al figlio di Poseidone- Mi devi tre dracme, che sommate a quelle dell'ultima volta fanno dieci dracme d'oro.Percy afferrò la mano di Annabeth e si tirò su in piedi. Tenne Vortice stretta nella mano, pronto ad una sfida all'ultimo colpo di spada.-Pronti?- chiese Percy mentre il resto del gruppo annuiva con entusiasmo.-Nella stanza delle Necessità c'è tutto ciò che ci serve- spiegò Annabeth- Sadie, vieni con me?La maga dalle ciocche viola annuì e seguì Annabeth in un angolo della stanza dove presero a combattere tra di loro. Harry non riusciva a credere ai suoi occhi. Attorno alla maga volteggiavano simboli oro che avevano del magico. La semidea schivava tutti i colpi di Sadie senza pensarci e Sadie faceva altrettanto. Percy afferrò Carter per un braccio e lo portò su un tappetino, dove cominciò una lotta libera, anche se il semidio sfruttava l'acqua del rubinetto e il mago evocava qualche colpo magico. Due a due iniziarono ad allenarsi, scambiandosi senza rendersene conto i compagni di lotta. Alcune volte lottavano a piccoli gruppetti, guardandosi le spalle a vicenda. I maghi li guardarono entusiasti. Harry s'alzò dalla panca e andò a prendere una spada a caso e s'unì a Percy, Carter e Jason che combattevano due contro uno. Incrociò la spada di Jason diverse volte. Lui, però, non era un guerriero da spada a spada. Lui era un mago. Usufruiva della magia che, a quanto detto da Annabeth, aveva ricevuto dalla dea della magia Ecate. La bacchetta era nella sua tunica; poteva tirarla fuori e usarla, ma non avrebbe funzionato con i semidei e i maghi. Harry riuscì ad atterrare Jason una volta per tutte e pochi secondi dopo anche Carter fu a terra. Erano sfiniti, ma dovevano veramente allenarsi. Percy andò a mettersi una maglietta arancione del Campo Mezzosangue, dei jeans e le scarpe da ginnastica. Tornò provvisto anche di gomitiere e ginocchiere che aveva nello zainetto. Jason lo seguì senza tanti complimenti e insieme iniziarono la scalata, parandosi le spalle a vicenda. Will decise di dargli del filo da torcere, insieme a Bianca, Talia e Silena, che si rivelò un ottima arciera. Percy e Jason evitarono tutte le frecce possibili, mentre la lava scendeva e massi rotolavano giù. Harry iniziò a preoccuparsi.-Stai tranquillo- gli disse Leo dandogli una pacca sulla spalla-Li ho visti affrontare cosa più difficili.-Ad esempio?- domandò il ragazzo guardando il figlio di Efesto. Leo sembrò pensarci su poi disse: -Percy è caduto nel Tartaro e Jason, bè, il fatto che sia pontefice massimo dice tutto, no? E comunque entrambi hanno combattuto contro Titani, Giganti e Entità Primordiali.-E per voi è tutto nella norma?-Esatto!- esclamò Leo-Per voi è tutto nuovo, non sapete cosa c'è veramente là fuori, al di fuori dell'Inghilterra. Viene tutto nascosto agli occhi dei comuni mortali e a voi. Ma c'è chi riesce a vedere attraverso la Foschia. Come Albus Silente o una nostra amica, che è diventata l'Oracolo di Delfi. Voi potete ora vedere il nostro mondo, perché ci siamo rivelati a voi, ma se non l'avessimo fatto, la spada di Percy ti sarebbe sembrata solo una mazza da baseball. Poi ci sono semidei speciali, come Hazel e Talia, che sanno manovrare la Foschia.Harry aveva assunto tutto quello che Valdez gli aveva detto. Era veramente interessante il mondo dei semidei, anche se non trovava giusto il fatto che a loro, i maghi, venisse nascosto tutto. Harry aveva già conosciuto la Foschia probabilmente, solo che la chiama diversamente. Avrebbe dovuto ripassare un po' di cose e chiedere qual'era la verità a Leo. Percy e Jason avevano terminato la loro arrampicata sulla parete di lava. Avevano entrambi qualche capello bruciacchiato, la faccia rossa e dei piccoli tagli sulle braccia.-Bene!- esclamò Percy- Ora sono ufficialmente felice. Tu, bro?-Confermo e sottoscrivo, bro!Lo si vedeva lontano un miglio che erano felici e che stavano meglio fisicamente e mentalmente ed Harry era contento per loro. Era circa l'ora di cena quando scesero nella Sala Grande. Si divisero e ognuno tornò al proprio tavolo. A cena la McGranitt fece un discorso riguardo la Foresta Proibita e ordinò agli studenti di non uscire nel bosco per nessuna ragione, né di notte né di giorno. Cenarono al solito modo: facendo un gran baccano. Fu servito il dolce, poi ognuno tornò ai propri alloggi. Fu in quel momento che Harry sentì la cicatrice bruciargli. Harry lo vide. Aveva il viso pallido, gli occhi scarlatti e la testa calva, il naso serpentino e la tunica nera. Era tornato







Angolo Autrici

*musica inquetante*
Ammettiamo che avevamo già anticipato il ritorno del Signore Oscuro, ma volevamo che anche Harry sentisse la sua presenza e non solo Ginny.
Gli allenamenti dei semidei ci stavano come i "bro". Loro due sono troppo bro.
Anyway. Riponiamo la domanda che abbiam posto probabilmete al capitolo 10: FF che parla di dei della mesopotamia, e con ogni probabilità una sulle popolazioni dell'America centrale (Maya, Atzechi e Inca). Potrebbero essere entrambe interattive, ma vorremmo che prima di inizare ci diceste cosa ne pensiate. Con qualche probabilità sarebbero poi collegate a questa, perchè per il cattivo cattivone che sta per arrivare, mi sa che i tipi qua avrenno bisogno di parecchio aiuto, molto, ma molto aiuto. Detto ciò, salutiamo e ci congediamo, sperando che arrivi qualche recensione. We hope.
Baci

EROI DELL'OLIMPO- L'Ultima BattagliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora