Camminarono fino al confine del campo, veloci con gli zaini nascosti sotto i cappotti invernali. Veloci e senza farsi notare attraversarono il campo. Arrivarono in cima alla collina. Fu in quel momento che l'allarme partì. Si guardarono alle spalle, vedendo già ragazzi armati venirgli dietro.
-Correte- mormorò James. Iniziarono a correre lungo il fianco della collina. L'esercito li seguiva, poco distante. Corsero verso la base della collina con i rami degli alberi che li colpivano e la neve che li faceva scivolare.
-Non riusciremo mai a scappare. Ci inseguiranno fino a che non ci prenderanno e giustizieranno- urlò Anne- Dobbiamo fare qualcosa.
-Andate avanti voi- disse Kya- Ci penso io. Se catturano me non sarà del tutto perso. Se catturano voi si. Andate. Nascondetevi nel bosco. Io vi raggiungo.
-Sicura?- domandò James- Sono in tanti, forse è meglio che ci pensiamo io e Anne.
-Andate!
Kya si fermò e si voltò verso l'esercito. Voleva diventare un animale, un grande animale. Un felino. Le ossa si ruppero e mutarono. Corse verso l'esercito. Saltò loro in braccio. Con la coda ne colpì altri. Non voleva fare loro del male, ma sapeva, che se non l'avesse fatto, li avrebbero seguiti fino alla morte. Saltò in avanti e ritornò umana. Si tolse l'anello e lo trasformò in un arco. Tese la corda e la lasciò. La freccia sfiorò il braccio di un soldato. Tese altre volte la corda andando a colpire qualche ragazzo. L'attaccarono alle spalle. L'arco mutò in un pugnale. Si mosse velocemente. Colpì le gambe del suo assalitore e gli piantò il gomito dello stomaco. La belva che c'era in lei stava uscendo. La parte cattiva di lei, quella che vuole fare del male, stava uscendo. Un pugno in faccia e un calcio negli stinchi, il pugnale che si muoveva a razzo era tutto quello che vedeva con i riflessi a mille. Il suo assalitore parava i colpi come una macchina da guerra. Quando la spada dell'assalitore la colpì in volto graffiandole sotto l'occhio, non capì più nulla. Ringhiò poi corse verso l'assalitore. Il pugnale era stretto nella mano e nell'altra artigli da leonessa erano già formati. Saltò e colpì in faccia l'assalitore, che cadde a terra. Kya s'avvicinò con il pugnale nella mano. Si trasformò in una spada dalla lama nera. La puntò al collo del ragazzo. Era uno dei Maestri. Forse quello dalla Casa 4.
-Quali sono i tuoi piani Kya?- domandò una voce dietro di lei. Jacob era lì che la fissava con la lancia puntata contro altri due ragazzi.
-Salvare il mondo, i miei amici e il campo- rispose secca mentre fissava il ragazzo a terra.
-Non puoi vincere da sola, lo sai vero?
-Lo so, ma devo provarci Jacob. È l'unico modo che ho per riavere la mia vita- spinse il ragazzo che aveva la sua spada alla gola, per terra.
-Avremo tutti contro- mormorò triste Jacob- Vengo con voi. Avrete bisogno di me. So dove potrebbe essere diretta Zoey.
-Non sono sicura che sia opportuno che tu venga.
-Se non venissi sarei costretto a seguirvi e se fossi con voi non ci sarebbe un vero esercito a darvi la caccia.
Kya riflettè. Jacob era a capo della Casa 1, poteva guidare un esercito di veri guerrieri contro di loro. Però forse stava facendo tutto ciò solo per informare gli altri Maestri della loro posizione, ma allora perché non l'aveva ancora fermata? A che gioco stava giocando il figlio di Utu?
-D'accordo- disse- Ma tradisci la mia fiducia e non esiterò a farti fuori. È un patto Jacob.
Jacob annuì e con l'asta della sua lancia colpì i due ragazzi. Kya si trasformò nella leonessa. Fece cenno a Jacob di salire sulla schiena. Il figlio di Utu montò sulla sua schiena e Kya prese a correre. Annusò l'aria in cerca dell'odore di Anne e James. Trovò una traccia. Si sentì una smorfia di dolore e odore di sangue. Kya accelerò la corsa. Sapeva che Jacob era stato colpito. Erano veloci come il vento. Giunsero in in una grotta. Era lì che l'odore di James, quello su cui Kya si era concentrata, terminava. Ruggì e Anne e James uscirono dall' oscurità. Le loro facce erano stupite di vedere Jacob e Kya li capì. Jacob non era nei programmi. Lo fecero scendere dalla sua schiena e Kya ritornò ad essere umana. Jacob aveva un coltello conficcato nella spalla destra.
-Cazzo-mormorò Kya. James lo distese per terra, mentre Anne prendeva le medicine dallo zaino di James.
-Tenetelo fermo- disse James mentre prendeva il manico del coltello. Kya afferrò le braccia di Jacob mentre Anne teneva fermi i piedi. James estrasse il coltello e Jacob urlò dal dolore, poi il figlio di Bau prese ago e filo e iniziò a cucire la pelle del figlio di Utu. Jacob urlava e nella grotta le sue urla rimbombavano. Quando James ebbe finito, passò un bicchiere contenente un liquido verde a Jacob che per poco non lo fece cadere.
-Entro domani possiamo partire. Per sta sera dovremmo rimanere qui- concluse James. Guardò male Jacob e gli domandò:-Come mai sei qui?
-È stata una mia scelta James- gli rispose Kya- Può aiutarci. E poi, se fosse rimasto al campo lo avrebbero costretto ad inseguirci con l'esercito no?
-Kya ha ragione James- la difese Anne- Se Jacob fosse rimasto al campo lo avrebbero costretto a perseguitarci e sai che la Casa 1 risponde solo ai comandi del suo capo e a nessun altro.
James rimase in silenzio, poi mormorò un "vado a prendere della legna". S'alzò e uscì dalla grotta. Kya lo fissò uscire con il cuore pesante. Le aveva rivolto un'occhiata carica di disprezzo prima di uscire e Kya si era sentita ferita. Perché a lei? Il cuore le batteva quando guardava gli occhi di James. Avrebbe voluto che la tenesse tra le sue braccia e le sussurrasse che andasse tutto bene. Ma era già impegnato con un'oca. Poi c'era Jacob che era stato gentile con lei da quando l'aveva conosciuta. Aveva degli occhi blu che erano magnetici, non come quelli di James, ma simili. Il fatto che quella mattina l'aveva seguita al campo da corsa, aveva dato il via ai suoi sospetti che aveva già confermato la sera prima, quando si era intromesso nella chiacchierata con Zoey e Anne e che, per tutta la sera, avesse lanciato occhiatacce ai ragazzi che si avvicinavano a lei e le era rimasto incollato per tutta la sera. Era stato gentile, forse più di James. Però, con James era diverso. S'incatenava a suoi occhi smeraldo e lui nei suoi ametista e non si lasciavano. Nonostante il loro rapporto era per la maggior parte costituito da battibecchi, la faceva sorridere e si era preso cura di lei dal suo arrivo al Campo Mesopotamia.
-A che pensi Kya?- domandò Jacob con un sorriso. Stava sudando e Kya sapeva che quel sorriso gli stava costando parecchia fatica. La figlia di Ishtar scosse la testa e si rivolse ad Anne:-Prenditi cura di lui Anne. Devo parlare un attimo con James.
Anne annuì. Kya s'alzò e si diresse all'uscita. Il sole le scaldava la pelle. Seguì le orme di James e lo trovò poco distante dalla grotta a raccogliere della legna. Era bello, tanto bello, anche mentre imprecava a bassa voce. Respirò profondamente e disse:-Possiamo parlare un minuto.
James si voltò verso di lei con gli occhi lucidi, aprì le braccia come per dirle di abbracciarlo. Kya non se lo fece ripetere due volte. Lo abbracciò di slancio e affondò il viso nell'incavo del collo del ragazzo. Inspirò il suo odore di limone e cannella. Lui le accarezzò i capelli con fare premuroso.
-Perché l'hai portato?
-Te l'ho detto.
-Dimmi la verità Kya. Ti piace Jacob, vero?
Kya sciolse l'abbraccio e scosse la testa ripetutamente borbottando dei "no". Come poteva pensare che le piacesse in quel senso? Okay, forse era un pochino vero, perché comunque Jacob era un gran pezzo di ragazzo: biondo con gli occhi azzurri, gli addominali scolpiti e una premura infinita. Ma no, Jacob non era ciò che lei voleva. Sentiva che se si fosse messa con Jacob, sarebbe finita nel giro di poco. Non erano complementari. Jacob non era il suo opposto. Kya credeva nella legge fisica degli opposti che si attraggono.
-Come....- iniziò la ragazza- Non è vero che mi piace.
-Ma non ti è neanche indifferente- le disse James alzando di un poco la voce. Kya strinse i pugni e fece:- E se anche fosse? Chi sei tu per dirmi chi mi deve piacere e chi no?
-Sto cercando di aiutarti!
-Beh, non ti sta riuscendo bene, sai?
-Non lo conosci neanche Kya! Come può... piacerti?
-Infatti non mi piace. Sei tu che tu stai inventando tutto ciò. Tu non sai nulla di me James.
Con gli occhi che piangevano, Kya si voltò e gli disse:- E io che pensavo...
-Kya, io non volevo.
-Però l'hai fatto- gridò per poi incamminarsi verso la grotta. Prima di entrare si asciugò le lacrime con un fazzoletto. Scostó l'edera che nascondeva l'entrata e notò Jacob che dormiva con la testa sopra la spalla di Anne che dormiva a sua volta. Sorrise a quella scena. Jacob e Anne erano carini assieme. Prese il suo zaino e ci frugò dentro. Non c'era nulla per passare il tempo. Sentì un botto poi. Scattò in piedi. Corse da Jacob e Anne mentre James piombava nella grotta dicendo:-Sono fuori.
Kya impallidì. Scosse violentemente Anne e Jacob intimandoli a svegliarsi. James raccolse gli zaini e li lanciò a Kya e Anne. Kya si svilò l'anello che si trasformò in una spada dalla lama color inchiostro. James e Anne sfoderarono le loro armi. Jacob aveva il braccio fasciato e sorretto da una bandana di Anne.
-Anne, sta con Jacob- ordinò Kya- Scappate verso la città. Poco più avanti ci deve essere una fermata degli autobus. Prendetelo e raggiungete la città. Lì sarete al sicuro.
-Non credo- disse James- Quelli fuori non sono i ragazzi del campo.
-E chi sono?
-James... Sono loro?- domandò Anne mentre sistemava la giacca. James annuì e Anne e Jacob impallidirono. Kya li guardava confusi. Poi il braccio dove quasi una settimana prima l'avevano ferita prese a bruciare. Si piegò in due tenendosi il braccio. James s'accovacciò accanto a lei.
-James...- mormorò Jacob mentre si chinava accanto al figlio di Bau. James storse il naso e disse:-Il sangue di Bernard era intriso di magia nera e veleno. Ha collegato il suo sangue con quello di Kya.
-Ma.. è impossibile. Non esistono più i maghi da un pezzo James!- esclamò Anne. James scosse la testa mentre la figlia di Assur strinegeva il manico della lancia. Il dolore aumentò.
-Non può combattere così- esclamò Jacob- James fa qualcosa.
James frugò dentro la tesca del giubbotto e estrasse un sacchetto di cuoio legato con un nastro bianco. Lo aprì, afferrò il braccio di Kya e vi versò sopra una polvere bianca. Jacob e Anne erano a bocca aperta mentre osservano James recitare parole magiche e versare quella polvere bianca. Non pensavano che esistessero ancora i maghi. Erano scomparsi quando i Persiani avevano sconfitto i babilionesi. Era stata una grave perdita e dopo nessuno era più riusito ad usare la magia, fino a quel momento. Si sentì un ruggito, ma non era Kya. Probabilemte era un orso o qualcosa del genere.
-Bisogna combattere se vogliamo arrivare vivi alla fermata- commentò Anne- Jacob e Kya seguite il piano. Ci pensiamo io e James.
-No...- mormorò la figlia di Ishatr- Posso combattere. Manteniamoci al piano orginale. Io e James li distraiamo, tu e Jacob andate alla fermata. Io e James vi raggiungermo.
Nessuno obbiettò. I primi ad uscire dalla grotta furono Kya e James. Disposti a semicerchio vi erano una decina di persone incappucciate dagli occhi rossi come il sangue. Uno aveva uno squalo sulla guancia, mentre un altro aveva sulla fronte, in mezzo agli occhi, delle frecce che partivano dalla testa. Nessuno era armato. Al centro c'era un ragazzo con gli occhi più rossi degli altri, molto più alto e muscoloso. Kya riconobbe quei occhi rubino. Le sue gambe tremarono. Nonostante negli ultimi giorni avesse scoperto di possedere molto più coraggio di quanto immaginasse, vedere quei occhi color rubino, la facevano tremare. Era colpa di quell'uomo se ora lei non aveva più la sua vita normale.
-La ragazza, James- disse il ragazzo al centro.
-Non posso Bernard. Lo sai- rispose James estraendo la sua spada. Bernard inclinò la testa di lato:- Perché dobbiamo sempre combattere, James? Non puoi darmi ciò che voglio?
-Non la consegnerò a voi infida gente!
Bernard storse le labbra e, con un gesto che non videro, i ragazzi incappucciati li attaccarono. Kya colpì uno con un calcio e l'altro con un pugno. Sfilò l'anello e quello assunse la forma di un pugnale nero. Diede libero sfogo alla sua rabbia, o almeno ci provò. Quei ragazzi erano delle macchina da guerra: schivano e paravano con le loro spade tutti i colpi. Sembrano progettati solo per fare quello. Anne e Jacob intanto stavano correndo verso il limitare del bosco. Nessuno faceva caso a loro, mentre erano tutti concentrati su di loro. Kya lo sapeva che sarebbe successo. Aveva messo nello zaino di Anne un biglietto dove le parlava del suo ultimo sogno, quello della ragazza bionda, e le chiedeva di trovarla. Era stata una mossa azzardata considerando che forse ne sarebbero usciti vivi, ma sapeva che se fosse stato il contrario, Anne doveva portare alla fine la missione che Kya le aveva illustrato prima di partire, senza parlare del sogno. Kya scontrò più volte il suo pugnale con la spada di Bernard. James affrontava gli altri, muovendosi come un demonio. La maggior parte si era ritirata dopo essere stata ferita gravemente. Non erano scappati. Si erano dissolti. Quando Bernard rimase solo, decise di ritirarsi anche lui. Si smaterializzò davanti agl'occhi dei due semidei. Il respiro era irregolare e il cuore batteva come se volesse uscire dal petto e non tornare più.
-Dobbiamo raggiungere Anne e Jacob- ansimò James mentre rifoderava la spada. Aveva un taglio sul giubbotto e le ginocchia sbucciate. Kya annuì. Pesò al felino che era in lei e le ossa scricchiolarono. Cadde a terra e si allungò sugl'arti. James sorrise e disse:-Così sei molto più mansueta.
Kya ringhiò e il figlio di Bau alzò le mani in segno di resa. La figlia di Ishtar gli fece segno di montare sulla groppa e lui seguì gli ordini. Strinse il pelo della leonessa con tutta la forza che aveva mentre lei correva come il vento. Giunsero sul ciglio della strada e proseguirono sull'asfalto, verso la città. Pierre comparve all'orizzonte dopo una decina di minuti. Farm Island era lontano ora. Il campo con lei. Quando giunsero vicino alle abitazioni, Kya si fermò e James scese. La ragazza ritornò umana, con i capelli rosa che le scendevano sulle spalle in boccoli e gli occhi viola brillanti.
-Andiamo- ordinò. Camminarono per i quartieri di Pierre finché non giunsero sotto il palazzo del padre di Kya. Sapeva che Anne e Jacob erano lì. Aprì la porta del palazzo e si precipitarono al quarto piano. Spalancarono la porta del condominio. Anne e Jacob erano seduti sul divano. Anne teneva la testa di un omo in grembo. L'uomo aveva i capelli castani e ricci, gli occhi blu coperti da lenti squadrate. Il volto non presentava la barba. Portava una camicia azzurra macchiata di rosso, dei jeans scuri e le scarpe da ginnastica. Sopra la camicia c'era il camice da laboratorio. L'uomo ansimava e sputava sangue quando tossiva. Robert Coliwher era un uomo di scienza, bello da mozzare il fiato e intelligente.
-Papà- urlò Kya correndo verso il padre e accovacciandosi accanto al divano. Il padre le portò una mano alla guancia. Gli occhi castani erano tristi e ormai vuoti. Le lacrime rigarono il volto del padre mentre accarezzava la figlia e le diceva:- Ti cercano. Ti bramano, come i vampiri bramano il sangue. Lui ti brama. Non devono prenderti. Proteggetela. Lui si sta svegliando. Mio piccolo diamante, cerca Percy Jackson. Cercali. Digli che ti mando io.
La mano cadde dalla guancia della figlia. La figlia di Ishatr urlò. Gridò. Pianse. Pianse sul corpo del padre, mentre quello non la guardava neanche più. Gli occhi chiusi. Il petto che non si alzava e abbassava più. Il cuore che non batteva. Urlò. Pianse. Imprecò contro gli Dei. Perché non avevano salvato suo padre? Perché sua madre non l'aveva salvato? Perché suo padre? Era l'uomo più buono del mondo. Era l'unica cosa che gli rimaneva. Ora non aveva nemmeno lui. Non aveva più l'uomo che l'aveva portata al museo della scienza a Boston, non aveva più l'uomo che le leggeva la favole alla sera e non aveva più l'uomo che era tutto il suo mondo. Quel uomo la faceva sorridere in quei giorni no, le preparava le frittelle la domenica mattina e le faceva scegliere il film del venerdì sera. Ora aveva perso anche lui.
-Kya?- la chiamò Anne- Forse dovremmo...
La figlia di Ishtar si voltò verso gli amici e annuì. Anne, Jacob e James avvolsero il corpo di Rober in un lenzuolo. Salirono sul tetto e accesero una pira e gettarono il corpo nelle fiamme. James iniziò a cantare in una lingua antica. Una preghiera era. Anne e Jacob si unirono a lui. Le lacrime scorrevano sul volto della figlia di Ishtar e il trucco colava sul volto. James le afferrò la mano e le sussurrò:- Lo vendicheremo. Te lo giuro sul mio nome.
Kya annuì. Avrebbe ucciso chiunque avesse ucciso il padre. Sapeva che era sbagliato, ma solo così sarebbe stata in pace con se stessa. Ripensò a ciò che il padre aveva detto: la cercavano. Volevano lei, per un qualche motivo che non conosceva. Non si sarebbe consegnata a loro. Avrebbe lottato. Respirò l'odore del fumo della pira e la osservò spegnere. Avrebbe cercato Zoey e Longan, poi la pergamena e infine Percy Jackson. Il nome le era familiare. E poi ricordò...
-Ma certo!- esclamò- Percy Jackson...Angolo AutricE
Buon Natale e Santo Stefano a tutti! (anche se in ritardo)
Comunqueee.... Semidei fuggiti, mondo in pericolo e Percy Jackson che salta sempre fuori come un fungo. Ammettiamolo, il fatto che Jackson salti fuori non è una novità, ormai è ovunque. Vi giurio che mentre scrivevevo della morte del padre di Kya piangevo. Voi non potete solo perchè non sapete che cosa è successo prima di quel giorno che cambiò la vita a Kya, ma presto scoprirete. Anyway, che cosa centra Jackson? Perchè Kya immaginava di essere già stata al Campo Mesopotamia? Tutto questo nel prossimo episodio.... A presto e buone vacanze...
Kiss
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EROI DELL'OLIMPO- L'Ultima Battaglia
FanfictionPercy Jackson pensava che la sua vita sarebbe stata tranquilla, ovviamente nei limiti di un mezzosangue, ma non pensava che stesse tutto per cambiare. Harry Potter aveva combattuto la sua battaglia, aveva sconfitto il Signore Oscuro e salvato i su...