CONFUSIONE

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-Volete che io faccia rimanere due figlie di due entità primordiali sulla mia nave?
-Leo, non sono cattive persone- disse Piper- Sono nostre alleate.
-Un nome: Madre Terra.
-Leo...- mormorò Calipso-No.
-Uffa, va bene. Possono rimanere.
L'equipaggio scoppiò in grida di gioia e Leo non poté fare altro che sorridere alla gioia dei suoi amici. Poteva funzionare, ce la potevano fare. Era un obiettivo tornare a casa.
-Quanti semidei ci sono a Londra?- domandò Annabeth seduta sulle gambe di Percy, seduto a terra con la schiena contro l'albero maestro. Si erano seduti in cerchio sul ponte della nave, mentre fuggivano dalla città inglese diretti a Lisbona. Annabeth, Percy, Zeyla, Kate e Amanda erano arrivati con il fiatone, braccati da ogni tipo di mostro. Erano saliti sulla nave e, inserite le coordinate, avevano dato inizio ad un viaggio verso Lisbona. Quando Leo aveva scoperto che le due ragazze erano figlie di entità primordiali (Emera e Nyx), si era preoccupato. Sapeva che le entità primordiali erano decisamente peggio degli Olimpi per il semplice fatto che erano più antiche e covavano rancore da molti secoli. Temeva che quelle quelle due ragazze li portassero alla rovina.
-Parecchi- rispose Zeyla- Principalmente divinità minori. Non troverete figli di Zeus, Ade o Poseidone, ma potresti trovare figli di Nemesi, Ecate, Iride o qualche personificazione. Se sei fortunato anche qualcuno di entità primordiali.
-Si stanno dando da fare gli Dei- fischiò Leo mentre rideva. Scoppiarono a ridere. Non si sapeva perchè, come non si sapeva neanche il come, ma si erano liberati da qualcosa che faceva male. Ridere era la migliore medicina.
-Comunque- disse Kate mentre cercava di trattenersi dal ridere ancora- Non sono tutti in Inghilterra. Sono un po' in tutto il mondo. Siamo fortunati ed essere figli di divinità che non sono così importanti come gli Olimpi, quindi abbiamo pi possibilità di vita anche senza addestramento.
-Non è giusto!- gridarono Percy e Jason al contempo. Annabeth e Piper li guardarono sorridendo. Quei due ragazzi erano cambiati durante gli ultimi mesi, diventando più fratelli che amici. Tra di loro si capivano con uno sguardo che Annabeth e Piper non riscuivano a decifrare. Erano più complici, più uniti. Erano loro, con Reyna, Frank e Hazel per i romani e Nico, Annabeth, Piper e Leo per i greci, che tenevano uniti i due campi.
-Insomma- riprese Percy- Dovrebbero stare al Campo Mezzosangue o al Campo Giove, al sicuro, nei nostri limiti ovviamente.
-Dovrebbero ricevere un addestramento, per sovravvivere- continuò Jason- È una questione di principio.
Risero, pure Jason che non ne conosceva il motivo di quella risata. Forse era per quello che aveva detto, ma lui lo pensava davvero. L'addestramento che aveva ricevuto , gli aveva diverse volte salvato la vita. C'era qualcosa di cambiato però in lui, da quando aveva iniziato a frequentare a tempo pressochè pieno i greci. La sua razionalità e la sua calma, avevano lasciato spazio all'intraprendenza.
-Siamo seri- disse Frank asciugandosi una lacrima felice- Dovremmo fare qualcosa.
-E cosa? Non abbiamo tempo per cercarli tutti- commentò Nico chiudendo gli occhi, per poi riaprirli subito dopo. Era strano quel ragazzo, ma Frank sapeva che aveva ragione. Eppure ci doveva essere un modo, un modo per riunirli tutti, portarli tutti a New York, dirgli che non erano soli.
-Mandiamogli delle lettere- propose Harry- Come ad Hogwarts.
-Non sappiamo gli indirizzi, però- fece Rachel mentre si pitturava le scarpe con dei pennerelli indelebili colorati.
-Faremo un incantesimo che farà sì che le lettere giungano ai semidei. Faremo un appello. Ogni mago e semidio verrà a New York, ne sono certa.
-Il Caos è alle porte- disse Annabeth seria- Dovremo radunare quanti più alleati possibili... forse Magnus...
-Chi è Magnus?- domandò Piper con le sopracciglia agrottate. Non poteva farle una cosa così Annabeth. Non poteva distruggere così la relazione con Percy. Insomma, erano la Percabeth, loro, la coppia pù shippata del Campo Mezzosangue. Lei di queste cose se ne intendeva, del resto era figli di Afrodite e soprattutto una fan della Percabeth.
-Mio cugino- rispose la figlia di Atena. Piper tirò un sospiro di sollievo. Annabeth si torturò la collana con le perle del Campo Mezzosangue:- È una persona molto importante per me. Potrà darci una mano. Gli invierò una lettera il prima possibile.
-Scusami Annabeth- iniziò Percy- Ma come potrà, tuo cugino, aiutrci?È un mortale... non può.
-Mio cugino non è un mortale, Percy. È un semidio. Suo padre è un dio nordico a quanto pare- rispose la figlia di Atena torturando ancora la collana con le perle del campo.
-Pure i nordici mancavano!- esclamò Ron- Mancano Inca, Maya, Aztechi e Mesopotamici e possiamo giocare a tombola tutti insieme appassionatamente.
-Non è da escludere che esistano anche loro- mormorò Reyna seria, guardando il legno della nave- Potrebbero esistere benissimo, come esistiamo noi.
-Non starai pensando a quello che è successo a Pierre due anni fa vero?- chiese Jason dubbioso. Piper incarnò le sopracciglia e fissò Jason con intensità, forse con rabbia. Tutti gli occhi, eccetto quelli di Reyna, erano sul figlio di Giove. Lo guardavano incuriositi. Reyna gli fece cenno dir accontare così fece. Jason, con le mani tremanti e il sudore che gli colava a lato, raccontò:- Beh, due anni fa siamo andati in missione. Era una missione top-secret, nessuno lo doveva sapere. Dovevamo recuperare la cintura di Venere. Non sappiamo come sia finita a Pierre, ma andammo là. Eravamo in tre: io, Reyna e Dakota. Quando entrammo nell'edificio dove avevamo scoperto trovarsi la cintura, ci attaccarono. L'edificio venne bruciato dalle fiamme, ma non fiamme normali. Erano magiche. Dal fumo, comparvero tre figure con armi dalle lame nere. Non era Ferro dello Stige. Era roccia. Ci siamo scontrati. Dopo aver preso la cintura siamo scappati. Abbiamo solo un indizio: un pezzo di maglietta di uno di loro. Nonostante ciò, non siamo mai riusciti a trovarli.
Calò il silenzio sulla nave. Nessuno fiatava. C'erano delle possibilità che altri popoli esistessero, oltre a loro, ma erano minime. Percy era preoccupato. C'era qualcosa che, attraverso il racconto di Jason, gli era tornato in mente. Ricordava una valle, come quella del Campo Mezzosangue, ma con meno edifici. Ricordava una chioma di bambina rosa e occhi giocosi viola, ma erano solo lampi, di quelli che dimentichi se ci pensi troppo. Ricordava anche lame nere, sì, nere come quelle di cui Jason raccontava. Che cosa significava tutto ciò? Lui apparteneva vermante al Campo Mezzosangue oppure era di un altro luogo, un'altra citta?
-Pensiamo ai semidei, maghi e Nomi, poi agli altri. Non sappiamo con chi abbiamo a che fare nel campo "altri popoli"- disse Carter. Tutti furono d'accordo e il consiglio di guerra si sciolse

EROI DELL'OLIMPO- L'Ultima BattagliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora