-Si prega a tutti i passeggieri di recarsi sul ponte!
La voce di Leo rimbombò nelle orecchie di Sadie. Sbuffò e, con molta alavoglia, s'alzò dal letto caldo. Indossò i suoi indumenti da maga, afferrò il bastone e salì sul ponte. Clarisse era già lì, con l'armatura e tutto. Probabilmente dormiva con la lancia vicino al cuscino, l'armatura indosso e l'elmo in testa. Sadie non aveva mai provato a dormire con un'armatura graca indosso, ma era sicura che non fosse comoda.
-Che cosa succede, Leo?- domandò Zeyla non appena arrivò sul ponte seguita da praticamente tutti. Ora, tutta la nave era sul ponte ad aspettare gli ordini del capitano Leo.
-Signori e signore, benvenuti a Lisbona!- esclamò il figlio di Efesto allargando le braccia e sorridendo. Sadie si sporse dal parapetto, affacciandovisi. Il vento le scompigliava i capelli, mentre il Sole illuminava la città, facendola risplendere alle prime luci dell'alba. L'acqua del mare luccicava e creava giochi di luce con i raggi del Sole. Sadie non era mai stata nella capitale portoghese. Aveva visto tante città ed ora, paragonandole tutte alla città a cui si trovava davanti, non riusciva a trovarne una più bella.
-Gettiamo l'ancora- ordinò Annabeth- Manderemo due squadre da tre a terra. Il caso di aiuto, utilizzerete queste.
Mostrò un sacchetto di monete. Calipso aggrottò le sopracciglia e chiese scettica:-Monete
-Monete- affermò Hermione- Monete magiche per l'esattezza. Le abbiamo modificate un pochino. La moneta riesce a percepire, attraverso gli impulsi nervosi, se siete in pericolo o meno, si riscalda e manda l'impulso anche alle altre.
-Forte!- commentò Butch- ora bisogna fare le squadre. Io proponso un mago, un semidio e un altro mago.
Sadie vide la figlia di Atena riflettere, le rotelle del suo cervello muoversi e mettersi a lavorare, per poi esclamare:-D'accordo. Butch, guiderai una squadra. Frank, te prendi l'altra.
Frank annuì, Butch anche e disse:-Sadie e Luna.
Sadiì capì che era arrivato il momento di scendere dalla barca dopo tanto tempo. Annuì e Luna anche. Frank scelse Hermione e Walt. La squadra di Frank partì subito, dovendo fare dei rifornimenti. Sadie non credeva che fosse così dispendioso gestire una nave volante gigantesca.
-Partirete a breve- disse Percy- Seguite il vostro cuore.
Mentre chi non doveva partire tornava a dormire, Annabeth prese da parte sadie. Leo era tornato al timone, Calipso era accanto a luie il Sole si stava alzando nel cielo. Annabeth camminò verso di loro, con Sadie che la seguiva, senza commentare. Le facce dei tre erano cadaveriche e per questo Sadie era preoccupata.
-Sadie- la chiamò Annabeth- quando sarai a Lisbona, dovrai condurre Butch in un luogo preciso. Sarà di massima importanza che tu crei la situazione giusta.
-Forse dovresti spigarle di che cosa stai parlando Anne- commentò Leo vedendo la giovane maga confusa. Annabeth annuì e si cacciò una mano nella tasca della giacca, da dove pescò una pallina grigia come i suoi occhi ma dai riflessi bianchi:-questa è un'Arma Orignale. Attualmente sonon tutte nel Tartaro, ma compaiono sulla Terra qualche volta e, se create le giuste condizioni nel luogo giusto, si riescono a trovare facilmente. Determineranno la nostra vittoria o la nostra sconfitta. Bisogna solo sperare che Nyx non se ne accorga.
-Quindi cosa bisogna fare?- domandò la maga carcando di capire che cosa la figlia di Atena volesse dirle.
-Dovrai arrivare al centro della città e aiutare a prendere la sua sferatta magica- rispose Calipso-Èdi massima importanza.
-Come farò?
-Questo non lo sappiamo- disse Leo- È una cosa che devi sentire tu. Sappi, però. che alle 9.05 quella cosa apparirà. Perduto il tempo, perduta la pietra e addio salvataggio del globo.
-Bello- mormorò Sadie con umorismo- Una corsa contro il tempo.
-Lo so che ti sto chiedendo tanto, Sadie- disse Annabeth appoggiando una mano sulla spalla- Ma è importante.
-Lo so Annabeth e non ve ne faccio una colpa. Siamo tutti sulla stessa barca, dobbiamo aiutarci.
-Per essere sulla stessa barca mi sembra ovvio- commentò Leo. Sadie sorrise al figlio di Efesto. Stava per dire qualcosa quando Butch la chiamò:-Andiamo Sadie?
La maga annuì, salutando i tre ragazzi con cui stava parlando. Raggiunse Butch e Luna vicino all'albero maestro. Scomparvero nel nulla non appena Luna sfiorò il braccio dei due ragazzi. Vorticavano in un luogo indefinito e lo stomaco di Sadie si stava rivoltando a destra e a sinistra. Voleva regurgitare la cena della sera prima. Erano sulla sabbia bianca di Lisbona. Da lontano si vedeva la Heroes con le vele bianche che brillavano alla luce del Sole.
-Andiamo- disse Sadie alzandosi in piedi e scrollandosi la sabbia di dosso- Butch, che ore sono?
-Le nove meno dieci- rispose il figlio di Iride controllando il suo orlogio da polso di Topolino.
-Dobbiamo muoverci, allora- mormorò Luna nascondendo la bacchetta nella piumino. Sadie si sistemò la borsa sulla spalla e proseguì sulla sabbia bianca. Luna e Butch la seguirono sino al ciglio della strada. Sadie sentiva l'adrenalina scorrerle nelle vene come un fiume in piena.
-E adesso?- domandò la corvonero.
-Prendiamo l'autobus- rispose Sadie mentre controllava, attaccato ad un palo della luce, gli orari degli autobus.
-Non faremo in tempo- commentò Butch. Solo in quel momento Sadie si rese conto che lui sapeva a che cosa stavano andando in contro.
-Corriamo allora- disse Luna con la sua voce dolce come il miele. Sadie annuì e presero a camminare con passo sostenuto verso la piazza. Butch controllava continuamente l'orario sull'orologio da polso. Giunsero in piazza con il fiatone e i polmoni che bruciavano come fuochi accesi nella notte fredda. La piazza era bella, con una colanna di marmo al centro e le mattonelle dalla forma di onde bianche e nere. Due fontane erano ai lati della colonna e qualche albero si trovava sui lati lunghi della piazza. Davanti alla piazza c'era un edificio bianco dalla facciata simile ad un tempio greco, probabilmente un museo. Sadie odiava i musei. Si guardò in torno alla ricerca di un segno che le dicesse che era nel posto giusto. Aveva fato ciò che Annabeth le aveva detto: aveva portato Butch al centro della città. Era giunta lì, ma non era sicura di trovarsi nel luogo giusto. Vide un ibis volare nel cielo. Luna lo guardò incuriosita e disse:-Strano.
-Che cosa?- domandò Butch fissando Luna curioso.
-Un ibis. Non ci sono ibis a Lisbona.
Sadie spalancò gli occhi e capì'. Voleva un segno e gli Dei le avevano mandato un segno. Si guardò intorno e nel timpano del museo notò qualcosa che brillava. Corse verso la facciata e si aggrappò ad una colonna.
-Non ce la farai così Sadie- le disse Luna- Dovresti fluttuare fin lassù.
Sadie annuì e Luna agitò la bacchetta. La gente stava iniziando a fermarsi per osservare. Luna non perse la concentrazione neanche un millisecondo, neanche con tutta la gente che la osservava.
-Che cosa sta succedendo?- chiese un uomo vestito di blu. Butch gli tirò un pugno sul volto e quello cadde a terra con del sangue che gli usciva dal naso. Butch strinse i denti e mormorò un "scusa" affrettato. Sadie giunse sul timpano e si aggrappò alle statue. Si arrampicò su teste e braccia finchè non giunse lì. Afferrò la piccola pietra che brillava. Con forza tirò e quella cosa brillante si staccò. Era una cosa piccola e squadrata bianca e viola. Sadie la guardò contro luce e una scarica di adrenalina le passò nella spina dorsale.
-Luna! Prendimi!
Sadie saltò giù come se fosse una pazza suicida. Luna agitò la bacchetta e urlò:-Arresto momento!
Sadie si bloccò a mezz'aria, poco distante dal terreno. Butch aveva sguinao la lancia e uno scudo con al centro un arcobaleno. A Sadie, lo scudo, non faceva molta paura, ma da come lo gestiva Butch, iniziava a temere gli arcobaleni. Davanti a Butch c'era un grande serpente, con le squame verdi, grandi ali, gli artigli d'argento e i denti che assomigliavano al titanio. Gli occhi erano rossi come il sangue e le ibridi bianche come il latte e le pupille piccole.
-Stiamo per morire, vero?- domandò Luna guardando l'enorme drago.
-Siamo positivi, ragazzi- commentò Sadie- Luna, io e te distraiamo. Butch, vai alla colonna. Qualunque cosa accada, rimani lì.
-Ma...
-Vai!- urlò Sadie iniziando poi a cantare parole antiche. Butch la guardò poi decise che era meglio fare ciò che diceva la giovane maga. Con una voce profonda, Sadie disse a Luna:- Prima lo immobiliziamo poi lo uccidiamo.
Luna annuì e afferrò saldamente la bacchetta, poi iniziò a scagliare incantesimi come una furia. Comparve una lepre azzurra, che il drago iniziò ad inseguire, ma che poi mangiò, mentre luci azzurre e verdi provenivano dalla strega bionda. Sadie intanto continuava a recitare parole magiche, parole che, lei sapeva che era così, avevano potete. Strinse quella cosa squadrata nella mano. Si trasformò in un bastone, come quello che Sadie aveva. A differenza dell'altro, però, era d'oro con zaffiri, diamanti e smeraldi, con geroglifici e parole con lettere che Sadie non conosceva. Lo guardò e fece la cosa più stupida che le fosse mai passato per l'anticamera del cervello:lo lanciò verso la colonna di marmo. Mirò alla vede della statua in rame, dove vi era un piccolo buco, dove Sadie sapeva che sarebbe entrato quel bastone d'oro. Era come una chiave che permetteva di aprire una porta. Avrebbe potuto farlo Butch, ma quel bastone sentiva che poteva impugnarlo solo lei. Aveva come le impronte digitali. Afferrò il suo bastone e colpì il drago con forza. Lanciò diversi incantesimi, ma sembravano non funzionare. I polmoni di Sadie non volevano bruciare ora, ma scoppiare. Il cuore era a mille e il respiro sembrava di fuoco. Il drago aprì le fauci.
-Sadie!- gridò Luna schiantata a terra dalla coda del drago. Sadie era stanca. Era anche lei a terra con il labbro che sanguinava e il sudore che le colava dalla fronte. Non la mangiò, il drago. Si sentì un verso strozzato. Sadie aprì gli occhi. C'erano Butch, Carter e Percy che colpivano il drago. Fu Butch a dare il colpo finale... gli piantò la sua nuova lancia nel collo. Percy utilizzò Vortice per tagliargli un'ala e Carter fece lo stesso con il suo kopesh. Il drago si sgretolò trasformandosi in sabbia bianca. Sadie, in seguito, ricordò soltanto la voce di suo fratello che la chiamava e le ordinava qualcosa, forse di non morire.Angolo Autrice
Allora, chiedo venia per il ritardo, ma si sente che è arrivato maggio perchè non ci sono momenti per respirare. Quindi chiedo perdono, però davvero, non so dove sbattere la testa. Quindi perdonatemi se aggiornerò dopo secoli.
A voi come va? Vi è piaciuto il capitolo? Quale sarà la prossima tappa? Provate ad indovinare, sono curiosa di sapere. Buona fortuna per tutto. Baci💙💙😘
P.s: dovete sapere che sono anche una fan della Marvel e volevo chiedere se siete del team Iron Man oppure di Captain America? Io sono del team Cap😀.
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EROI DELL'OLIMPO- L'Ultima Battaglia
FanfictionPercy Jackson pensava che la sua vita sarebbe stata tranquilla, ovviamente nei limiti di un mezzosangue, ma non pensava che stesse tutto per cambiare. Harry Potter aveva combattuto la sua battaglia, aveva sconfitto il Signore Oscuro e salvato i su...