Capitolo 10

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Dal capitolo precedente...

...preme il grilletto e...

parte una musichetta infantile e ridicola che rimbomba in tutto il vicolo buio.

Mi giro all'istante per guardare in faccia il mio aggressore che sta ridendo a crepapelle,come se non ci fosse un domani.

Non riesco ad identificare il volto così faccio luce col mio cellulare.

Cameron?!

Brutto stronzo!

Urlo come una psicopatica,buttandogli addosso tutti gli insulti che mi vengono in mente e ciò provoca solo altre risate da parte di mio fratello.

Mi blocco all'improvviso, sto sudando freddo.
Mi giro piano verso la pistola che tiene ben salda fra le mani...è un giocattolo,ovviamente!

Inizio a colpirlo sul petto forte,ma,visto che non si muove nemmeno di un centimetro, immagino che non gli stia facendo nulla.

Piango forte e mi rannicchio sul suo torace con le lacrime che gli bagnano la camicia ben stirata.

Ringrazio il cielo che fosse solo un suo scherzo di pessimo gusto e lo stringo forte, mentre la stradina si riempe di persone che ridono di me.

Sono quei ragazzi che c'erano prima in discoteca...non è possibile, si erano tutti organizzati.

Cameron mi abbraccia forte e mi accarezza i capelli,ora,stranamente, non ride più.

-"Basta, smettetela! Abbiamo esagerato!" Alza la voce, ma i ragazzi non smettono, come me che non riesco a smettere di piangere.

E,sinceramente, non so neanche il motivo per cui lo sto facendo.

Per la paura? Oppure per il sollievo? O forse per...l'umiliazione?

Secondo me, per tutte queste tre cose messe insieme.

Da quando mi sono trasferita qui ne ho passate di tutti i colori e,ora, quello che vorrei più di tutto sarebbe tornare alla mia vecchia vita con tanti amici leali e sinceri che non ti farebbero mai scherzi del genere!

Ma sopratutto vorrei indietro mia madre.

Mi manca così tanto.

L'unica cosa che mi rimane di lei è un vecchio braccialetto che mi ha comprato a Vulcano, un'isola della Sicilia.

Le persone mi deridono ancora e non credo che abbiamo intenzione di fermare le risate.

-"Ragà, ora basta!" Urla Cam sul punto di prendere a pugni chi si permetterebbe di fiatare.

Mi si mette davanti a mo' di scudo come per proteggermi da tutto e tutti.
Improvvisamente sgrana gli occhi puntati verso il basso.
Percorro il suo sguardo e noto la gonna del mio vestito che lascia in bella mostra le mutandine.
Mi sento una sgualdrina,non altro.
Si gira di scatto,abbassandomi la veste così da coprirmi.

Niall è il primo ad avere il coraggio di parlare.

-"Dai frà, era solo un ingenuo scherzo!" Dice con nonchalance.

Cameron gli lancia un'occhiata mortare,tipica della mia famiglia.

-"Sel, non te la prendere...sai, è una sorta di iniziazione che facciamo a chi vuole entrare nel nostro gruppo." Mi dice,poi, rivolgendosi a me.
-"Ma non mi pare di aver mai detto di voler entrare nel tuo stupido gruppo di amici che fanno queste cose demenziali!" Esclamo, non alzando di troppo la voce.
-"Ehi come ti permetti?!" Urla spintonandomi,subito dopo.

Cameron lo prende per il colletto della maglia e lo minaccia dicendo che se prova a toccarmi un'altra volta gli farà fare una brutta fine.

Niall lo afferra per un braccio.

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