La porta della stanza adibita ai colloqui con i visitatori si schiuse producendo un forte rumore metallico. Entrò dapprima una guardia, seguita a ruota da Mattia Madini.
Egli, non appena vide il suo amico di sempre seduto al tavolo davanti a sé, scattò rapidamente nella sua direzione per abbracciarlo.
I due ragazzi rimasero in quella posizione per alcuni istanti poi, dopo aver riacquistato una certa compostezza, si sedettero uno di fronte all'altro, sempre sotto lo sguardo vigile del secondino che non aveva alcuna intenzione di abbandonare la stanza.
Alessandro fu il primo ad aprire bocca: - È passato solo un anno, ma mi è sembrato lungo una vita. Vorrei solo avere più tempo a disposizione per sapere come vanno le cose lì fuori. Non so nemmeno che domande farti per incominciare. -
- Io partirei dal come te la stai passando rinchiuso qua dentro: questo posto, visto da fuori, sembra un carcere di massima sicurezza, manco l'avessi ammazzato quel figlio di puttana! -, rispose Mad, accennando un flebile sorriso.
- Non farti intimorire dalla struttura esterna. È tutta scena, credimi. Qua dentro non succede niente di niente, dalla mattina alla sera. L'istituto non ha nulla a che vedere con un carcere vero e proprio. La vita tra queste mura è sempre uguale, tutti i giorni: ci si sveglia, si va a scuola, due tiri a pallone, e poi tutti a dormire. Fine. E, come se non bastasse, il poco tempo libero che ho, devo impiegarlo a leggere un fottuto libro assegnatomi dal direttore, con annessa relazione del cazzo da presentare prima della scarcerazione. -
- Beh, se le cose stanno così, non è poi così male come pensavo. -
- In parte hai ragione, ma in parte ti sbagli. Ci tengono sedati, ma ovviamente non nel senso letterale del termine; diciamo...secondo un senso più generale, ecco. -
- Non sto capendo, spiegati meglio. -
- Siamo intrappolati in una routine devastante, che non fa altro che ripetersi con le stesse identiche modalità giorno dopo giorno. Questo fa sì che ogni ragazzo rinchiuso qui dentro alla fine non si trovi poi così male e ciò porta, come diretta conseguenza, che nessuno abbia intenzione di migliorare la propria condizione, né tantomeno di peggiorarla. -
- Fammi capire bene: avresti preferito essere rinchiuso in un buco di culo sperduto, circondato da assassini e stupratori, per caso? Questo forse ti avrebbe reso più felice? Perché volendo sei ancora in tempo per chiedere il trasferimento, visto che a dicembre dell'anno passato hai finalmente raggiunto la maggiore età -, fece notare Mattia all'amico, non preoccupandosi minimamente di poter risultare indelicato. Questa era una sua caratteristica tipica e Alessandro fu contento che l'amico non l'avesse persa durante la sua assenza.
- Mi stai fraintendendo, Mad. Quello che sto cercando di dire è che, o accetti passivamente la tua condizione, come fa la maggior parte dei ragazzi qua dentro, oppure ti rendi conto che tutto il tempo passato tra queste mura ti sta venendo sottratto per sempre, senza che ci sia alcuna possibilità che qualcuno te lo possa restituire. Ed è proprio questo pensiero che lentamente mi sta logorando l'anima. Tutti i giorni, le settimane e i mesi passati qua dentro non mi torneranno più indietro e, mentre là fuori la vita va avanti, cambia e si trasforma, qui si rimane sempre intrappolati in giornate che di diverso hanno solo la loro collocazione all'interno della settimana. Che sia il cinque di dicembre, o il ventiquattro di marzo, non fa alcuna differenza per me, capisci? -
- Frena, Botta, che se fai deprimere anche me non riesco a riferirti le brutte notizie. - Mattia interruppe bruscamente l'amico, dopo essere divenuto scuro in volto.
- Brutte notizie? Raccontami tutto -, rispose Alessandro, corrugando le sopracciglia.
- Io non sono bravo a parlare come te, né a fare grandi giri di parole, quindi te la faccio breve e semplice. Partiamo da tua mamma: dopo il tuo ingresso in questa struttura, ho trovato rapidamente tutti i soldi necessari a pagare gli arretrati e, quando sono arrivato a casa tua per annunciare la bella notizia, l'ho trovata distesa sul pavimento, priva di sensi. -
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Potrebbe piovere
General FictionQuesto romanzo è strutturato secondo il modello delle "scatole cinesi". Oltre a essere presenti numerose vicende che corrono su binari paralleli, vi è anche la storia di questo pistolero che dovrebbe essere in grado di far redimere il protagonista (...