Ripercorrendo le strade del Quartiere Locanda, Alessandro notò come non sembrasse cambiato nulla nell'arco di quell'anno e due mesi in cui era stato assente.
Ogni cosa era rimasta proprio lì dove l'aveva lasciata, eccezion fatta per la vecchia casa popolare in cui abitava con sua madre, la quale era stata assegnata ad una ragazza madre e ai suoi due figli gemelli, nati da appena cinque mesi. Nonostante l'informazione provenisse da una fonte certa, Alessandro volle sincerarsi della bontà di quanto gli era stato riferito, dal momento che sarebbe stato inutile recarsi in ospedale per trovare sua madre, essendo quest'ultima ancora in uno stato di incoscienza, provocato dal coma.
Dopo aver visto una giovane donna affacciata alla finestra di quella che un tempo era stata la sua cucina, intenta ad allattare a turno i bambini, il ragazzo non si prese nemmeno la briga di salire le scale per chiedere spiegazioni, ma al contrario sperò solo che in quella casa potesse finalmente regnare l'armonia che lui, per anni, aveva tanto desiderato.
Senza un posto dove andare, mentre era intento a guardarsi intorno in cerca di un albergo a poco prezzo nel quale trascorrere perlomeno la notte, l'occhio di Alessandro cadde sull'orologio della farmacia: le lancette segnavano le ore quattro e qualche minuto.
Così, il ragazzo si aggiustò sulla spalla la tracolla del borsone, e si diresse in piazza Roma, alla ricerca dei suoi amici, nella speranza di poter trovare anche loro lì dove li aveva lasciati l'ultima volta.
Quando Mattia e Marco lo videro arrivare in lontananza, dopo un primo momento di sbigottimento, gli corsero incontro dimenandosi come due forsennati.
– Figlio di puttana, quando sei uscito? –, esclamò Mattia, euforico al punto da non riuscire nemmeno a scandire bene quelle poche parole pronunciate.
– Proprio oggi. Mi hanno concesso uno sconto della pena per buona condotta e per meriti scolastici –, rispose Alessandro con la voce strozzata dall'entusiasmo, mentre i suoi amici lo strattonavano violentemente qua e là, tanto era grande la gioia di rivederlo.
– Mi raccomando devi raccontarci tutto per filo e per segno. Non pensare di potertela cavare con qualche frase di circostanza del cazzo, eh! –, lo incalzò Marco, dandogli rumorose pacche sulle spalle.
– Tranquilli, ragazzi, vi racconterò tutto nei dettagli, ma ora fatemi sedere sulla nostra amata panchina. Non potete immaginare quanto mi sia mancata! –, e così dicendo, Alessandro si mosse in direzione del suo vecchio liceo, seguito a ruota da Marco e Mattia.
Quando si fu sistemato un po' meglio, guardò gli amici con aria interrogativa, come se implicitamente si aspettasse che qualcuno girasse una canna. Dal momento che nessuno sembrava di quell'intenzione, Alessandro incuriosito si affrettò a chiedere spiegazioni.
Il primo a rispondere fu Marco: – Abbiamo smesso entrambi con qualsiasi tipo di droga. Facciamo giusto due tiri quando capita, ma non assumiamo più regolarmente. Pensa che abbiamo perfino smesso di spacciare... –
– Non che la cosa mi dispiaccia, sia chiaro, – affermò Alessandro con aria pensierosa, affrettandosi poi ad aggiungere – Ma come mai questo improvviso cambio di direzione? –
Questa volta, ci pensò Mad a chiarire i dubbi dell'amico: – Non c'è una ragione specifica, Botta, e in realtà non ci abbiamo dovuto nemmeno pensare troppo su. In fin dei conti credo che entrambi fossimo stanchi di fare quella vita, così come eravamo stanchi di dover essere sempre costretti a guardarci le spalle ovunque andassimo. Sono convinto di parlare a nome di tutti e due, poi non so se per Marco è stato lo stesso. –
– Per quanto mi riguarda, quello che è successo a te mi ha fatto molto riflettere, – si affrettò a chiarire Marco.
– Che intendi dire? Spiegati meglio –, disse Alessandro, ancor più confuso dalle parole dell'amico.
STAI LEGGENDO
Potrebbe piovere
General FictionQuesto romanzo è strutturato secondo il modello delle "scatole cinesi". Oltre a essere presenti numerose vicende che corrono su binari paralleli, vi è anche la storia di questo pistolero che dovrebbe essere in grado di far redimere il protagonista (...