XXVII

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"Il registro dell'anagrafe di Crowtown mi scivolò dalle mani non appena lessi il nome di Yvette Curton.

Nemmeno le mie fantasie più recondite mi avrebbero mai suggerito il nome dell'unica donna che, al tempo, aveva tentato di salvarmi dalla furia omicida di quel bastardo di Curton.

Lo stato di incredulità nel quale versavo mi bloccò il regolare scorrere dei pensieri, e non mi permise in alcun modo di analizzare la situazione, tanto che il rimanere concentrato sul mio obiettivo fu un'impresa davvero ardua. Sapevo alla perfezione quali sarebbero state le mosse seguenti da compiere per portare a termine l'implacabile vendetta che mi ero prefissato di consumare, ma decisi ugualmente di prendermi alcuni giorni per schiarirmi le idee ed essere sicuro di non avere ripensamenti, quando sarebbe giunto il momento di interrogare Yvette.

Durante quelle notti feci incubi tremendi che mi mantenevano in una sorta di stato di dormiveglia, il quale poteva protrarsi anche per diverse ore. I miei risvegli, poi, erano traumatici a tal punto da aver bisogno di tempo ulteriore per convincermi a poggiare i piedi a terra e abbandonare così il mio giaciglio.

Sembrava quasi che i miei sensi di colpa, che fino a quel momento ero stato in grado di controllare, avendoli relegati negli antri più oscuri della mia coscienza, si fossero risvegliati tutti insieme per tormentarmi, avendo avuto però cura di riservarmi la punizione peggiore fra tutte, ovvero l'avermi tolto il potere rinfrancante del sonno.

Così, pienamente consapevole del fatto che quella situazione sarebbe presto degenerata, facendomi perdere la ragione, mi misi in viaggio in tutta fretta, per andare a fare visita a Yvette.

Dopo aver cavalcato per quattro giorni, arrivai alla casa chiusa, teatro degli eventi a me tanto nefasti. Come se avesse avuto il presagio della mia venuta, trovai Yvette ad attendermi sull'uscio della casa.

- È un piacere rivederti vivo e vegeto, Alex. -

- Il piacere è mio. Di essere vivo e vegeto, intendo, dal momento che mi ripugna anche solo parlarti. Dove si trova quel bastardo di Curton? In quanto sua madre, non puoi non sapere dove si nasconde. -

- Se anche lo sapessi, saresti l'ultima persona alla quale fornirei questa informazione. E vedi di non essere tragico, ragazzo. Ho fatto solo quello che ho potuto per tutelare sia mio figlio che te; se poi tu hai pensato bene di innamorarti di quella puttanella da due soldi, noi che colpa ne abbiamo? -

- Scegli le tue parole con cura, vecchia, perché il ragazzino che hai conosciuto è morto anni fa. -

- Dovresti portare un po' più di rispetto per la donna che ti ha salvato la vita. Se non ti avessi affidato alla famiglia Daston, non saresti qua a farmi le tue morali del cazzo. Maledetto il giorno in cui ho provato quel briciolo di pietà per te. -

- Infatti è proprio grazie a loro che sono riuscito ad arrivare fino a qui, quindi forse li dovrei ringraziare molto più di quanto immagini. -

- E con questo, cosa vorresti dire? -

- La loro è una famiglia di cacciatori di taglie che lavora da anni per il Governo. Alton, padre di Margaret, mi ha addestrato per molto tempo affinché potessi svolgere quel tipo di incarico nella maniera migliore. Diciamo solo che ho deciso di discostarmi un po' dal lavoro che avevano in serbo per me e mi sono messo in proprio. Non dirmi che non lo sapevi, vecchia? -

All'udire quelle parole la faccia di Yvette divenne paonazza, reazione questa che suscitò in me un'enorme sensazione di vittoria. Afferrò con tutte e due le mani lo spesso parapetto in legno, e si sedette con grazia sui primi scalini all'entrata della casa.

- Mai avrei immaginato che il destino si sarebbe rivoltato contro di me in questo modo, facendo sì che io consegnassi tra spire di serpi il demonio in persona, perché si ripresentasse alla mia porta per togliere la vita all'unico figlio che mi è rimasto. Dimmi, Alex, sei forse tu quello che in questi anni ha seminato il terrore in tutta la nazione? -

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