Capitolo 3

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GIORNO 1
Parte 3

Simon's P.O.V.
"... Clary, tua madre vuole dire tutto al Conclave"

Non ricevetti risposta.

-Clary? Ci sei?-

-Non può farlo! Uccideranno Jace  se sapessero che così morirebbe anche Jonathan!- gridò all'improvviso.

"Jonathan"? Clary non lo aveva mai chiamato così...

-Sbaglio o lo hai chiamato Jonathan?-

-Purtroppo non sbagli, ma non posso più chiamarlo Sebastian, potrebbero esserci fraintendimenti...-

-Perché mai dovrebbero esserci fraintendimenti?- la interruppi stranito.

-Se mi lasciassi parlare, te lo direi- la sentii sospirare esasperata, prima di continuare -Perché  il vero Sebastian non è morto, anzi vive qui insieme a Jonathan e pare siano grandi amiconi- percepii una nota di incredulità nella sua voce e non aveva tutti i torti... Jonathan ha un'amico?!

-Cosa?! Clary sei sicura? Magari te lo ha detto solo per farti credere che in realtà non è un assassino...- era un'ipotesi plausibile.

-Simon, sarò pure pazza ma non sono cieca! Quando sono arrivata ho trovato lui e Jon che giocavano alla play-

-Davvero?! A che gioco stavano giocando?- Ok, forse non dovevo chiederlo, ma non ero riuscito a trattenermi.

-Simon! Ti pare questo il momento?! Piuttosto, dovete convincere mia madre a non dire niente!-

-Lo so. Ci stiamo già provando! Ma è irremovibile!-

Sentii un'improvviso silenzio nell'appartamento di Magnus. Alzai lo sguardo e vidi che tutti mi stavano fissando. Poi mi resi conto del perché: avevo detto l'ultima frase ad alta voce.

-Clary, ti chiamo dopo. Non fare domande- dissi lentamente alla rossa mentre l'incredulità si insinuava nel silenzio che mi circondava.

-Simon...ma con chi stai parlando?- mi chiese Isabelle quasi in un sussurro.

E adesso?! Non potevo di certo dirgli "Stavo parlando con Clary usando degli anelli rubati alle Fate...sai, non eravamo sicuri di trovare dei telefoni nella casa sperduta dove è andata con il fratello psicopatico e il ragazzo posseduto" !Non sapevo che scusa inventarmi, ma grazie alla mia sconfinata fortuna Jocelyn arrivò in mio soccorso...

Ovviamente lo dico per fare del sarcasmo.

-Simon dimmi che non è ciò che credo- disse lei.

-Che cosa?- domandò Alec perplesso.

-Quello- rispose Jocelyn indicando l'anello che portavo al dito -È l'anello delle fate vero?-

Non feci in tempo a risponderle  che lei si fiondò nella stanza dove doveva essere Clary. Poco dopo tornò con il volto contorto in una smorfia a metà tra rabbia e orrore.

-DOV'È MIA FIGLIA?!- gridò prendendomi per il collo della maglietta.

Isabelle stava per avventarsi su di lei per dirgli probabilmente di non toccarmi, ma io la fermai con un gesto della mano: ormai era inutile mentire, lo avrebbero scoperto comunque anche da soli.

-È andata con Jace e Jonathan- dissi abbassando lo sguardo.

Credevo di vedere sguardi stupiti o sorpresi sui volti dei miei amici, ma non fu così. Forse in fondo loro si aspettavano che Clary potesse fare una cosa del genere, ma Jocelyn... lei non se lo aspettava di certo. Mollò la presa sulla mia maglietta, fece qualche passo indietro e strinse i pugni; sembrava sul punto di spaccare tutto ciò che le capitava sotto mano, ma rimase ferma sul posto e mi disse guardandomi dritto  negli occhi:

A dark heartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora