Capitolo 15

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GIORNO 11

Clary's P.O.V.
Camminavo avanti e indietro per la stanza da ore ormai, torturandomi per decidere il da farsi.
Dire che ciò che avevo visto il giorno precedente mi aveva scossa, sarebbe stato un'eufemismo e non ero più tanto sicura di voler continuare a vedere il mondo con gli occhi di Jonathan.
Forse sarebbe stato meglio chiuderla lì e trovare un'altro modo per scappare.
Ma chi volevo prendere in giro? Anche se fossi riuscita a fuggire mio fratello mi avrebbe seguita in capo al mondo pur di riportarmi indietro.
L'unico modo per liberarsi per sempre di lui era continuare la sfida.
Ed era ciò che avrei fatto.
Come l'altro giorno Jonathan non si face vedere fino a mezzogiorno.
Quando entrò senza bussare, io ero già pronta per andare ovunque mi avesse voluto portare.
Le sue iridi nere mi squadrarono da capo a piedi prima di soffermarsi sui miei occhi.

-Non vedi l'ora di assistere ad un altro spettacolo, non è vero sorellina?- disse ghignando.

-Dove mi porti questa volta?- chiesi secca ignorando il suo commento.

-C'è una buona ragione per essere così scontrosa con il tuo fratellone?- domandò divertito avvicinandosi a me con passo felpato.

-Non sono scontrosa- dissi incrociando le braccia al petto e girando la testa dall'altra parte.

-A me sembra proprio il contrario- ribatté ovvio quando arrivò di fronte a me.

Continuò per qualche attimo ad osservarmi beffardo mentre io continuavo a guardare la parete al mio fianco.

-Non mi dai il bacio del buongiorno?- esordì.

Girai la testa di scatto credendo di aver capito male, ma il suo sguardo mi smentì.
L'ultima volta non aveva preso molto bene il mio rifiuto quindi ignorarlo non era la soluzione.
Questa volta però si era scavato la fossa da solo: non aveva specificato dove dovevo dargli il bacio... Così mi avvicinai alla sua guancia già pregustando quella piccola vittoria.
Ma a quanto pare lui non era d'accordo visto che all'ultimo si girò di scatto verso di me facendo combaciare le nostre labbra. Sgranai gli occhi appena mi accorsi di ciò che era successo e rimasi immobile finché Jonathan non si scostò.

-Andiamo?- chiese tendendomi la mano e riscuotendomi dallo stato di trans in cui ero caduta.

Scossi la testa per tornare in me e lo guardai indispettita e infastidita dalla sua espressione soddisfatta.
Presi bruscamente la sua mano e lui girò l'anello dei Morgenstern al suo dito, facendoci avvolgere da una spirale di colori luminosi.
Il loro bagliore mi fece chiudere gli occhi e quando li riaprii sapevo esattamente dove mi trovavo. Quel corridoio dagli alti soffitti, lo stile spartano...

-Perché siamo qui?- chiesi guardandolo nervosa.

Non volevo assistere nuovamente a quelle scene agghiaccianti.

"Tranquilla. Gli spettacoli si vedono una volta sola, no?"  disse la voce di Jonathan nella mia mente.

"Smettila di chiamarlo 'spettacolo'. Un bambino che viene frustato dal padre non è uno spettacolo" ribattei brusca.

"Ma quello non era un bambino..." disse spostando finalmente lo sguardo nei miei occhi.

-...era un mostro- concluse stavolta ad alta voce.

A dark heartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora