Capitolo 5

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GIORNO 2
Parte 2

Clary's P.O.V.
Dovevo creare la Runa.

Dovevo solo creare la Runa.

A parole sembrava così semplice, ma per quanto riguardava i fatti...
Erano passati ormai trenta minuti abbondanti da quando il collegamento con Simon si era interrotto e da allora ero seduta alla scrivania della mia nuova camera da letto, cercando di ricordare a cosa stavo pensando quando mi era apparsa la Runa.
Provai ancora una volta a visualizzare Jonathan, ma la mia mente mi riportava sempre e soltanto a Jace.
Tutto sommato non ne ero poi così sorpresa.
La sera precedente le mie fantasie mi avevano colto in un momento di debolezza, per così dire, ma adesso ero più che lucida e la mia coscienza, come sempre, faceva di tutto per reprimere quei sentimenti che nascondevo gelosamente nella parte più profonda del mio cuore.
Quei sentimenti che lasciavano che dei brividi di piacere mi percorressero la schiena ogni volta che Jonathan mi si avvicinava, quelli che mi facevano desiderare di sentire la sua voce, così fredda quanto sensuale; quelle sensazioni che mi facevano perdere nell'osservare i tratti spigolosi del suo viso, la pelle candida, le labbra sottili sempre piegate in un ghigno sprezzante, i capelli soffici e bianchi come la neve, gli occhi neri. Neri come la notte. Come la pece. Come l'oscurità che li circondava e che pervadeva tutta l'aria intorno a Jonathan.
Io potevo sentirla.
Ogni volta che mi avvicinavo a lui, ogni volta che pensavo a lui, sentivo la forza di quell'oscurità arrivare dritta al mio cuore e prenderne il possesso.
Ma non era questo che mi faceva paura, no... Ciò che più mi spaventava, ciò che non volevo ammettere a me stessa, era che mi piaceva quella sensazione.
Mi piaceva tutto di lui.

Compresa la sua oscurità.

All'improvviso rividi tutto bianco e la Runa cominciò ad essere tracciata di fronte ai miei occhi chiusi. Sentii la mia mano muoversi autonomamente sul foglio immacolato, per ricopiare quel simbolo complesso, dai tratti decisi. Quando terminai, apparve una scritta sotto la Runa che recitava il suo nome: "Separazione"*.
Era la runa che avrebbe spezzato per sempre il legame tra Jace e Jonathan, ne ero certa. Finalmente il mio piano poteva essere attuato.
Stavo per riaprire gli occhi quando un'altro simbolo cominciò a tracciarsi sullo sfondo candido.
Era più semplice del primo, ma rimaneva pur sempre un intrico abbastanza complesso di linee sinuose. Le due rune sembravano fatte per combaciare, come se senza l'una non ci potesse essere l'altra. Sotto il secondo marchio apparve un'altra scritta.
Si chiamava: "Occultamento"*. All'inizio non sapevo a cosa potesse servirmi quella runa, gemella della prima, ma poi capii che grazie ad essa, il mio piano aveva più che ottime possibilità di riuscita. Dovevo solo trovare il momento giusto per restare sola con Jace e convincerlo a farsi fare le Rune.
Semplice, se non consideravo il fatto che lui stava sempre con Jonathan e che probabilmente, essendo sotto il suo controllo, non si sarebbe lasciato tracciare due rune sconosciute come se niente fosse, ma non potevo pensarci. Non mi importava di quanto sarebbe stato complicato.
Ce l'avrei fatta. Anche da sola.

Senza che io me ne accorgessi, si erano già fatte le 12.30 e a breve ci sarebbe stato il pranzo. Decisi di farmi un doccia calda per scaricare la tensione e concentrarmi sul mio obbiettivo.
Mi misi una semplice camicietta nera sopra i jeans che indossavo quando ero arrivata in quella casa e scesi di sotto. Trovai i ragazzi ad aspettarmi già seduti a tavola. Salutai tutti con un normale  "ciao" e presi posto accanto a Jace, di fronte a Jonathan, cercando di sorridere e preparandomi a fare la gentile con tutti, compreso mio fratello.

-Allora... cosa avete in programma per oggi pomeriggio? Mi lascerete tutta sola, in questa enorme casa, mentre andrete a cercare un modo per distruggere il mondo?- esordii con un amara ironia, rompendo l'imbarazzante silenzio che si era creato.

-Mi dispiace deluderti, sorellina, ma non abbiamo nulla in programma per oggi.- disse Jonathan con il suo solito ghigno.

-E questo non è affatto positivo per te, credimi.- aggiunse Sebastian sghignazzando insieme agli altri due.

-Cioè?- chiesi con cipiglio.

-Diciamo che dovrai sopportarci.- chiarì Jonathan.

-Fantastico. Cos'è, vi metterete a fare i capricci?- dissi acida. Non mi piaceva il fatto che loro si potessero scambiare quei sorrisi complici mentre io venivo tagliata fuori.

-Guarda il lato positivo. Almeno non dovrai stare "tutta sola in questa enorme casa"- mi scimmiottò mio fratello.

-Divertente, davvero- dissi guardandoli innervosita mentre continuavano a sghignazzare.

Il pranzo scorse tranquillo. Io non parlai gran che, mi limitai ad ascoltare i tre ragazzi che parlavano dei loro modi preferiti di uccidere i demoni... Dico solo che certi particolari mi fecero persino perdere l'appetito, nonostante il cibo fosse ottimo.
Ci fu una cosa però che mi fece insospettire: mio fratello continuava a sorridere... evidentemente era di ottimo umore, ma per cosa? Cosa stava tramando?

Finito di mangiare Jonathan prese la parola rivolgendosi a Jace.

-Ah, Jace! Quasi dimenticavo...- bevve un sorso di vino -Domani mattina dovrai partire.-

"Che cosa? Perché?!" pensai sconcertata. Se lui fosse partito la mattina seguente avrei avuto solo un pomeriggio per attuare il mio piano.

-Per dove?- chiese invece Jace tranquillo.

-Germania. Un gruppo di demoni ribelli abbastanza numeroso ha attaccato i nostri alleati. Loro sono troppo pochi per respingerli e siccome che morti non mi servono a nulla, andrai a dargli una mano insieme ad una ventina di ottenebrati. Sarà un gioco da ragazzi.- spiegò Jonathan scocciato.

-Cosa sarebbero gli "Ottenebrati"?- chiesi perplessa.

-Shadowhunter che hanno bevuto dalla Coppa Infernale- rispose Jace prontamente.

-Coppa Infernale?!- chiesi ancora più perplessa.

Jace stava per rispondermi, ma Jonathan gli lanciò un'occhiata per intimargli di mantenere il silenzio. -Saprai di più solo quando mi fiderò di te- disse guardandomi negli occhi.

-Tu non vieni con me?- chiese Jace per interrompere lo scambio di sguardi che si era innescato tra me e Jonathan.

-No, credo che tu possa cavartela da solo... O sbaglio?- disse con un sorriso ironico sul volto.

-Tu non sbagli mai, no?.- rispose Jace retoricamente.

Solo dopo qualche momento riuscii a fare mente locale: se Jace partiva io sarei dovuta rimanere da sola con Jonathan... Ecco perché era così felice!

-Aspettate ma...e io?! Non posso andare con Jace?- chiesi frustrata.

-No. Tu rimani qui, può essere pericoloso e tu non sei ancora pronta.- mi rispose Jace autoritario.

-Ha ragione... Ascolta il tuo ragazzo per una volta!- si intromise Sebastian trattenendo un sorriso. Certo che rideva! Era contento per il suo "migliore amico"! Mi facevano una rabbia quei due... Notai però che Jonathan si era irrigidito a metà della frase, precisamente alle parole "il tuo ragazzo", e aveva guardato male il suo amico, anche se quest'ultimo non se ne era accorto.
Aprii la bocca per obbiettare ma Jace mi interruppe

-È così e basta Clary. Ti prego, non fare storie.- erano in tre contro una... Non c'erano speranze per me, così sospirai e mormorai un "Ok" abbassando lo sguardo. Jace e Sabastian ripresero a chiacchierare animatamente così non si accorsero che quando alzai gli occhi mio fratello mi sorrise diabolico e disse

-Pare proprio che dovremmo passare un po di tempo insieme, sorellina-

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* Sono le rune che potete vedere nell'immagine del capitolo.

Bene,  secondo voi a cosa serve la seconda runa?
Riuscirà Clary a portare a termine il suo piano?
Lo scopriremo nel prossimo capitolo.

Baci

Morgana

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