GIORNO 12
P.O.V. Clary
Quando i raggi del sole che filtravano dalla finestra colpirono le mie palpebre chiuse, finalmente mi svegliai.
La prima cosa che sentii fu un familiare odore dolce e piacevole.
Come gli altri due giorni, quando aprii gli occhi, trovai un piccolo vassoio con dei biscotti fatti in casa e una tazza di latte caldo, poggiato sul comodino affianco al mio letto.
Stavo per prendere un biscotto e addentarlo per sentire quel buon sapore sul mio palato, ma poi mi venne in mente una cosa.
Guardai la sveglia: erano le sette.
Jonathan non si sarebbe fatto vedere se non fra cinque ore.
Perché dovevo mangiare sempre da sola in camera mia?
Mi alzai dal letto, andai alla cabina armadio, presi una vestaglia verde acqua, abbinata alla camicetta da notte di seta che avevo indosso, e me la misi.
Mi diedi un'occhiata veloce allo specchio. La camicetta mi arrivava a metà coscia, ma la vestaglia di seta lucente mi copriva fino al ginocchio. Sarebbe stato sufficiente tenerla chiusa per evitare di essere troppo scoperta.
Sistemai alla svelta i capelli e andai verso la porta.
Poggiai la mano sulla maniglia dorata, ma mi bloccai.
Jonathan mi aveva chiaramente vietato di uscire da sola dalla mia stanza.
Stavo per rinunciare però poi pensai che lui di mattina non c'era, o almeno non c'era stato negli ultimi due giorni, perciò non sarebbe mai venuto a sapere della mia scappatella e non si sarebbe mai arrabbiato. Era un rischio, però ero stanca di rimanere da sola per ore. A Sebastian avrei detto che Jonathan mi aveva dato il permesso, così non avrebbe fatto storie. Al massimo, se non mi avesse creduto, lo avrei convinto a tenere la bocca chiusa.Con rinnovata sicurezza aprii la porta ed uscii in corridoio.
La casa era silenziosa. Persino i miei passi non erano udibili visto che ero scalza.
Mi incamminai furtiva verso il salotto, stando attenta a non ritrovarmi mio fratello di fronte.
Quando arrivai a destinazione trovai Sebastian seduto al suo solito posto.
Era intento a fare colazione perciò non mi vide arrivare.
Mentre mi avvicinavo, notai che era apparecchiato un posto in più di fronte a lui, dove solitamente sedeva Jonathan.
Per un momento temei che...-Tranquilla...- la voce di Sebastian mi fece sobbalzare dallo spavento. Alzò la testa dal suo piatto per guardarmi -...quel posto in più non è per tuo fratello- concluse indicando la tazza di latte di fronte a lui.
-E per chi sarebbe allora?- chiesi io più rilassata.
-Per te- rispose lui sorridente -Ho pensato che prima o poi ti saresti stancata di mangiare da sola in camera tua- continuò mentre io mi andai a sedere di fronte a lui.
-Hai pensato bene- dissi concedendogli un sorriso.
Lui mi esprimeva tranquillità, sembrava una brava persona, nonostante stesse dalla parte dei cattivi. Tutto il contrario di Jonathan insomma.
-A proposito di mio fratello, per caso sai dove va tutte le mattine?- chiesi curiosa.
-Sono il suo migliore amico- disse facendo spallucce, come se quello potesse spiegare tutto.
-E io sono sua sorella- ribattei convinta afferrando la tazza.
-Non mi è sembrato ti importasse molto quando hai deciso di venire qui sotto copertura per scoprire i piani di Jonathan e cercare di ucciderlo-
La tazza mi si bloccò a mezz'aria.
-Come hai detto scusa?- chiesi nervosa.
-Io credo che tu abbia capito benissimo- rispose.
Sebastian alzò gli occhi su di me e mi osservò stranito.
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A dark heart
FanfictionE se le cose fossero andate diversamente? E se Clary avesse accettato il suo lato oscuro? E se Jonathan fosse riuscito a conquistarla? Scopritelo in questa storia. (Svolgimento alternativo a "Shadowhunters - Città delle anime perdute")