GIORNO 3
Parte 1Clary's P.O.V.
Mi risvegliai dopo un tempo imprecisato, una forte luce mi investi gli occhi, ormai abituati al buio, tanto che dovetti portare una mano sulla mia fronte per fare ombra sul mio viso.
Quando la vista si abituò alla luce, la prima cosa che capii era che non mi trovavo più nello stanzino della Torre Eifell, ma non era stato quello a sconvolgermi, no...
Fu quando capii che era tarda mattina che mi misi a sedere di scatto su quello che riconobbi come un letto, improvvisamente in preda al panico.
Avevo dormito per tutta la notte.
Le Rune avevano funzionato?
Se anche avessero funzionato Jonathan non poteva essersene accorto, a questo serviva la Runa dell'Occultamento, ma se fosse stato Jace a rivelargli ciò che ero riuscita a fare?
Quando mi ricordai che quella mattina Jace sarebbe dovuto partire per la Germania, uscii subito dalle coperte di seta nera e corsi al piano di sotto chiamando il suo nome. Quando in cucina scorsi una chioma chiara mi incamminai verso l'entrata, credendo di averlo finalmente trovato, ma mi bloccai sull'uscio non appena il ragazzo si voltò.Non avrei potuto sbagliarmi più di così.
-Jonathan- quasi sussurrai quando le sue iridi scure incontrarono le mie.
Lui mi squadrò da capo a piedi, lo sguardo pieno di desiderio, e un sorriso malizioso a stirare le sue labbra sottili.
Abbassai lo sguardo sul mio corpo e con orrore mi accorsi di indossare solo una semplice camicetta da notte di seta nera, che arrivava a stento a coprirmi metà coscia.
Sentii le guance in fiamme.
Quando rialzai lo sguardo vidi che Jonathan si stava lentamente avvicinando a me, con passo felpato. Indossava solo una tuta nera e i miei occhi si soffermarono un momento di troppo su i suoi addominali scolpiti, prima di raggiungere i suoi occhi. Lui dovette accorgersene perché gli sfuggì un sorrisino.
Indietreggiai cercando di tirarmi giù la camicetta per coprirmi quanto più possibile dal suo sguardo, ma con scarsi risultati. Quando la mia schiena toccò la parete fredda del corridoio, rinunciai all'impresa.-Scusa... I-io...- cominciai a balbettare, mentre ormai Jonathan era ad un passo da me, gli occhi fissi nei miei-...I-io non mi ero accorta...- venni interrotta dal suo dito sulle mie labbra e arrossi ancora di più.
-Shh, non devi scusarti...- disse tracciando con il pollice il contorno delle mie labbra -...te l'ho messa io quella camicetta-
-Tu cosa?!- esclamai incredula facendogli riabbassare la mano.
-Pensavo saresti stata più comoda- disse facendo spallucce, come se non mi avesse appena detto di avermi vista mezza nuda mentre io ero incosciente.
Gli misi una mano sul petto per spingerlo via da me, ma lui mi bloccò stringendomi il polso e dovetti faticosamente reprimere i brividi di piacere che mi attraversarono il corpo al solo contatto.
Spostai lo sguardo dalle nostre mani ai suoi occhi, più scuri del solito se possibile.-Non mi toccare- ringhiai a pochi centimetri dal suo viso.
Per un momento pensai che stesse per baciarmi, mentre invece si avvicinò al mio orecchio, tanto che potei sentire le sue labbra sfiorarlo quando sussurrò -Sicura che non vuoi che io ti tocchi, Clarissa?- mentre con la mano libra risaliva la mia coscia, sfiorando appena la pelle sensibile. Sentii il suo fiato sul mio collo quando mi baciò il lobo e il mio cervello cominciò ad andare in tilt.
-Io...-
-Jonathaaan!- sentii chiamare dal fondo del corridoio.
Girammo entrambi la testa di scatto, giusto in tempo per vedere Sebastian che scendeva frettolosamente le scale -Hai visto il mio ...?- si bloccò a metà strada continuando a spostare gli occhi da me a mio fratello -Ho interrotto qualcosa?-
Il mio cervello riprese improvvisamente a funzionare, così sgusciai rapidamente via da Jonathan, che rimase immobile nella sua posizione, con la testa china e gli occhi chiusi mentre cercava di regolare il respiro per calmarsi, senza successo.
-No. Io stavo solo... Noi stavamo...- cominciai a cercare una spiegazione logica per aver permesso a mio fratello di avvicinarsi a me in quel modo, ma la verità era che non ne avevo una.
-Che cosa volevi Sebastian?- mi interruppe lui riaprendo gli occhi e lanciando un'occhiata di fuoco al suo amico.
Ora era accanto a me e potevo sentire la sua rabbia mentre stringeva i pugni lungo i fianchi e serrava la mascella nel tentativo di non saltare addosso a Sebastian, che se ne stava lì tranquillo, come se non avesse appena fatto infuriare il peggiore dei demoni.
-Hai visto il mio spazzolino? Non lo trovo- disse semplicemente.
Se uno sguardo avesse potuto incenerire, Sebastian sarebbe già stato polvere.
-Dimmi che c'è qualcosa di più importante che dovevi dirmi- ringhiò Jonathan.
-Emm... no?- rispose lui incerto.
Jonathan mosse dei passi rabbiosi verso il moro, probabilmente passando mentalmente in rassegna tutti i suoi modi preferiti per uccidere uno shadowhunter, così lo raggiunsi, gli afferrai un braccio e lo strattonai debolmente per cercare di fermarlo. Non ci stavo provando seriamente, lo sapevo. Lui era molto più forte di me, specie se arrabbiato come in quel momento, e io non volevo essere scaraventata sul muro. Per questo mi sorpresi quando si fermò sotto il mio tocco, continuando però a guardare Sebastian. Avrebbe potuto facilmente liberarsi dalla mia presa, ma non lo fece, come se il mio tocco lo avesse fatto uscire dal vortice di rabbia, riportandolo alla realtà.
-Jonathan lascia stare. Vieni via.- gli dissi dolcemente.
Dopo qualche secondo, cedette alle mie richieste e lo portai in cucina, lanciando un'occhiata a Sebastian per interromperlo dal fare altre domande stupide. Lui allargò le braccia e alzò le spalle e fece un'espressione interrogativa, come se non avesse capito cosa aveva detto di sbagliato.
Una volta entrati in cucina, Jonathan si sedette su uno sgabello della penisola.
Sentivo i suoi occhi seguire ogni mio movimento, come se la vista potesse calmarlo, mentre mi preparavo la colazione.
Improvvisamente mi ricordai del motivo per cui ero scesa e mi maledissi per essermelo dimenticata.-Dov'è Jace?- chiesi continuando a dargli le spalle.
-È partito questa mattina presto- rispose lui in tono neutro.
Era partito.
E mi aveva lasciato qui da sola.
Questo poteva voler dire due cose: o le Rune avevano funzionato, ma lui per evitare di attirare sospetti mi aveva lasciata in quella casa e aveva finto di andare in Germania mentre invece andava a cercare aiuto, oppure le Rune non avevano funzionato e quindi era partito per eseguire gli ordini di Jonathan.
In ogni caso mi ritrovavo di nuovo a dover aspettare. Aspettare il suo ritorno, per capire cosa fare, sperando di vederlo arrivare accompagnato da shadowhunter per salvarmi invece che da ottenebrati per gridare vittoria.-Quando tornerà?- chiesi senza pensarci.
-Appena avrà finito il suo compito- disse con ovvietà.
-E cosa facciamo nel frattempo?- domandai girandomi.
Lui sembrò rifletterci un'attimo prima di rispondere -Puoi fare quello che vuoi, ma questa sera ti alleni con me-
-E perché dovrei?- chiesi inarcando un sopracciglio.
-Perché non ti piacerebbe l'alternativa- disse con un sorriso peccaminoso, prima di sparire dalla cucina.
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Nuovo capitolo. Che ne pensate?Baci
Morgana
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A dark heart
FanfictionE se le cose fossero andate diversamente? E se Clary avesse accettato il suo lato oscuro? E se Jonathan fosse riuscito a conquistarla? Scopritelo in questa storia. (Svolgimento alternativo a "Shadowhunters - Città delle anime perdute")