Capitolo 14

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Ho passato la notte a casa di Michael.
Abbiamo guardato due film e giocato ai video giochi fino alle prime ore del mattino. Abbiamo anche mangiato così tanta pizza da sentirci pesanti come elefanti.

Per tutta la notta, non ho pensato ad Ashton e alla nostra ultima telefonata, e ho provato a concentrare la mia attenzione su Michael.

È tutto un gran casino, però.

Michael è sempre stato l'unica persona a preoccuparsi per me per dodici anni della mia vita. Mia mamma voleva portarmi alla drogheria a fare la spesa con lei? Michael sarebbe venuto con noi. Una cena fuori con i parenti? Michael mi accompagnava. Brunch della domenica? Michael. Giro in città? Michael. Notte passata a giocare, serata di film, persino le vacanze di famiglia! Michael c'era sempre.

MichaelMichaelMichael

E poi, all'improvviso, lui si è trasferito e abbiamo perso lo stretto contatto che avevamo sempre avuto.

Ashton. Lui mi è sempre stato vicino nell'ultimo anno. Mi ha chiesto di uscire per il nostro primo appuntamento nove mesi fa, e per il resto era servita molta fatica. Soprattutto con i miei genitori, per far loro accettare il fatto che uscissi con un ragazzo molto più grande di me e che non era Michael, perché loro erano così convinti che noi due saremmo ci saremmo fidanzati un giorno. Mia mamma mi diceva molte volte che Ashton era una fonte di guai e in quel momento vorrei averle creduto, così ne sarei rimasto il più lontano possibile, più di quanto avrei potuto.
Non avrei mai immaginato che mi avrebbe tradito.
Qualcuno una volta mi disse che lui mi amava più di qualsiasi opportunità che aveva avuto in passato. Forse non mi aveva tradito, ed io stavo soltanto facendo troppe supposizioni da una piccola informazione che avevo avuto. Oppure avevo sentito tutto quello che mi serviva per sapere che lui era uno stronzo traditore che io non meritavo.
«Che ci fai già in piedi così presto?» sentii chiedere da una profonda voce stordita. Alzai gli occhi e mi voltai verso di Michael, che stava spuntando dal suo letto, fissandomi con occhi curiosi.
Gli lanciai uno dei miei cuscini e risi alla sua domanda. «In realtà, sono le tre del pomeriggio, Mikey.»
«Hey, hey, hey, non maltrattarmi con i miei cuscini!» strillò lui, lanciandomi un altro cuscino isolato, prima di avanzare carponi e nascondersi sotto il suo cuscino confortevole.
«L'hai voluto tu, ora.» Spostai la leggera coperta dal mio corpo e saltai giù sul pavimento. Afferrando un altro cuscino dal mio letto improvvisato, saltai sopra a Michael. Mettendomi a cavalcioni sulle sue gambe in modo che non potesse muoversi, lo picchiai in faccia attraverso il cuscino.
«Oh, no! Lo senti questo, Michael?»
Michael spinse giù la coperta che gli copriva il viso ed ascoltò attentamente. Mi chinai, le labbra sfioravano appena il suo orecchio. «Questo é il suono di quando nessuno é in casa per salvarti da questa battaglia con i cuscini...» sussurrai rocamente, la mia voce accennava un tono scherzoso.
Gli occhi di Michael si spalancarono mentre realizzava finalmente la situazione davanti a lui. Io intanto ero quasi piazzato sul suo grembo e avevo le mani posate sul suo petto per reggermi. Non feci molto attenzione alla situazione in quel momento, non realizzai quanto sarebbe stato intimo quel gesto se non fossi stato per colpirlo con un cuscino.
«Oofphaah!» Ridacchiai al verso che fece Michael all'impatto.
«Dukey pew favowe-» Le sue parole erano attutite dal cuscino.
«Quale é la parola magica?» lo schernì.
«Pew favowee?»
«Sbagliato!» Scattai in piedi e mi sedetti sul suo petto, il cuscino ancora schiacciato sul suo viso ma abbastanza che Michael potesse anche respirare.
«Quawe catzo é??»
Non potei contenere le risate, e spinsi via il cuscino dalla sua faccia in modo che potesse vedermi appollaiato sul suo petto. I suoi polmoni probabilmente stavano diventando concavi, ma lui non mi disse di spostarmi.
«Aspetta! Porca troia. Perché? So quale é ma non la dirò con te seduto esattamente qui su di me.»
Sogghignai in modo compiaciuto e mi spostai in fretta più in giù, fino al suo grembo. Provai a non pensare al suo cazzo esattamente sotto di me e al fatto che avessi un fidanzato traditore con il quale avrei dovuto discutere con calma di un po' di cose.
Michael prese un notevole respiro prima di mormorare le parole dal nostro codice segreto che avevamo creato così tanto tempo fa. «Succhiami il cazzo...»
Sogghignai sfacciatamente, abbassandomi per pizzicare le guance di Michael. «Che cosa hai detto? Non ho capito bene.»
«Non lo dirò di nuovo.»
Roteai gli occhi prima di scendere da sopra di lui. «Andiamo a fare colazione. Sto morendo di fame.»
«Sai dove é la cucina, vai a servirti da solo. Io ritornerò a letto» borbottò Michael, ricoprendosi pigramente con la coperta.
Sbuffai, ma stranamente mi piaceva essere in un certo modo di nuovo intorno a Michael. Era uno strano sentimento confortante che mi piaceva riavere.
Afferrai la mia maglietta dal pavimento e la indossai giusto nel caso la signora Clifford fosse tornata a casa, siccome non volevo che lei si facesse strane idee.
Proprio mentre stavo per lasciare la stanza di Michael, il mio telefono iniziò a suonare. Aggrottai le sopracciglia, confuso sul chi potesse chiamarmi. Ritornai indietro e lo staccai dal carica batteria sul comodino di Michael, dando un'occhiata al numero.
L'espressione sul mio viso dovette aver confuso Michael. «Chi é?»
«É Ashton.»
E questa volta non volevo rispondere.
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Hello, people!!! Ecco il nuovo capitolo!!
Aw questi momenti Muke che fanno tanta tenerezza. 😍😍 E Luke che riceve una telefonata da Ashton... Cosa succederà ora?? Si saprà solo nel prossimo capitolo.
Se il capitolo vi é piaciuto fatemelo sapere con un voto ed un commento, e non dimenticate di passare anche dalla mia Muke! 😉 Spero di aver tradotto al meglio possibile.
Bye, people! A presto! ❤️

Luke and the Boy Next Door | Muke (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora