Epilogo

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«Mamma!» urlai. Ero in piedi davanti allo specchio appeso al muro nella camera dei miei genitori, cercando disperatamente di allacciare la mia cravatta. Sembrava più una palla di tessuto sul mio collo che qualcos'altro.
«Non di nuovo» sentì mormorare mia mamma dalla porta principale. Nel giro di pochi secondi lei era già davanti a me, facendo un perfetto nodo alla cravatta. «Ecco. Michael ti guarderà con gli occhi luccicanti quando ti vedrà.»
«Mamma, non osare mettermi in imbarazzo» brontolai, aggiustando la cravatta a mio piacimento ed ordinando la giacca del mio vestito.
«Non succede ogni giorno che il mio bambino vada ad un ballo di rimpatriata con il suo fidanzato. Lasciami essere una mamma fiera per un momento» lei sorrise, accarezzandomi le guance prima di darmi un piccolo buffetto. Volevo uscire da quella casa prima che si sarebbero aperti i rubinetti.
Riuscì a trovare un modo per sfuggire dalla stretta di mia mamma ed entrai nella mia camera. La finestra di Michael era chiusa, ma la sua figura era visibile attraverso le sue tende color crema. Lo guardai muoversi nella sua stanza, stava andando avanti ed indietro di continuo e potei dire che era nervoso. Era adorabile.
Vidi la sua luce spegnersi, e questo significava che sarebbe uscito di casa da un momento all'altro. Misi da parte le mie scarpe nere eleganti ed optai per le mie vans nere. Almeno avrei avuto i piedi comodi.
Il campanello suonò e la voce di mia mamma arrivò alle mie orecchie. Disse che qualcuno era alla porta per me. Michael era arrivato ed improvvisamente mi sentivo nervoso dal timore di sembrare terribile o che i miei capelli non fossero perfetti. Michael avrebbe probabilmente riso di me, pensando che assomigliavo ad un pinguino. Lui continuava ancora a prendermi in giro per gli adesivi che avevo appesi al muro.
«Luke?» Mia mamma mi chiamò di nuovo, ma io rimasi immobile con una mano sulla maniglia della porta. In quel momento realizzai che mi stavo facendo troppo problemi. Avrei potuto indossare una maglietta vecchia e madida di sudore e Michael mi avrebbe comunque detto che sarei stato bellissimo. Stavo bene.
«Sto arrivando!» dissi di rimando pochi minuti dopo aver avuto una piccola battaglia interna con me stesso. Scesi le scale, facendo due gradini alla volta finché vidi Michael in piedi davanti alla porta, con una rosa rossa in mano, ed un timido sorriso sulle labbra.
Sorrisi, camminando verso il mio Michael ed avvolgendolo in un forte abbraccio, prima di allontanarmi un attimo per ammirare ogni piccola parte di lui. I pantaloni gli fasciavano perfettamente le lunghe gambe e i fianchi, la camicia bianca gli copriva il petto, e tutto quello che volevo era sfilargli subito quei vestiti. Tristemente, stavamo per andare ad un ballo della scuola e questo non sarebbe potuto succedere così presto.
E i nostri genitori erano nell'altra stanza.
«Allora, cosa ne pensi?» mi chiese Michael, guardandomi.
«Questi pantaloni ti stanno davvero bene.»
Michael ridacchiò, avvicinandomi a se per un veloce piccolo bacio sulle labbra, mentre le sue mani scesero giù verso il mio sedere. «Anche tu stai molto bene.»
«Oh, Karen.» Mia mamma sospirò, entrando nella stanza seguita dalla mamma di Michael. Si avvicinò poi per separare noi due in modo da fare alcune foto. «Cosa avevate intenzione di fare voi due?» disse lei, togliendo le mani di Michael dal mio sedere. Michael arrossì, e prese invece la mia mano.
«É proprio per questo che speravamo di vedervi insieme un giorno» Karen ridacchiò. «Dovete sapere, ragazzi, che noi due avevamo sempre avuto un'intuizione che tutto ciò sarebbe successo un giorno, ma ora che é reale, é dura da credere.»
Sorrisi, dando una piccola stretta alla mano di Michael. Perché da qualche parte dentro di noi anche noi sapevamo che sarebbe accaduto. Anche dopo che lui se n'era andato ignorandomi e lasciandomi senza sue notizie. Ora non riuscivo ad immaginare la mia vita senza Michael accanto a me. Come avrei potuto farlo con Ashton? Come avevo fatto ad esser stato così ingenuo da non capire che a lui non importava niente di me? Che Michael sarebbe sempre ritornato anche quando doveva partire?
Erano passati mesi da quando Michael era ritornato ad essere parte della mia vita e anche se ero stato parecchio insistente sul fatto di non volerlo più con me, in quel momento ero contento che lui avesse invece insistito per il contrario.
«Okay, ora abbracciatevi così possiamo fare qualche foto e poi potrete andare al ballo» ordinò mia mamma. Mi mossi dietro a Michael ed avvolsi le braccia intorno al suo torso sapendo che si sarebbe arrabbiato per il fatto che non era lui dietro di me. «Dovrei essere io dietro di te» disse infatti lui leggermente imbronciato. Risi ed aspettai che mia mamma scattasse la foto prima che lasciasse a me e a Michael il tempo di scambiarci le posizioni. «Ora sono io quello che ti abbraccia» sussurrò lui contro il mio orecchio, mentre le nostre mamme chiacchieravano di qualcosa per un attimo. «Come dovrebbe essere. Lo sai? Dal momento che sono sempre io quello che sta sopra.»
«Taci!» gli diedi per scherzo un piccolo schiaffo sul braccio. <Ci sono i nostri genitori.»
«Mia mamma mi ha letteralmente comprato dei preservativi oggi. Penso che loro sappiano già abbastanza.» Michael rise, avvicinandomi di più a sé.
Scattammo altre foto prima che potemmo finalmente uscire di casa e recarci a scuola, dove avremmo dovuto incontrarci con Calum ed Abigail. Lui veramente aveva voluto prima portarla fuori per una cenetta romantica, così avremmo dovuto aspettarli per poi entrare insieme, in gruppo.
«Sei pronto?» chiese Michael, guardandomi dal sedile del guidatore.
«Come non sono mai stato» ridacchiai, dandogli un bacio sulla guancia.
Aspettai che Michael uscisse dalla macchina per venire ad aprirmi la portiera. Intrecciai le mie dita con le sue e uscì dalla porta aperta. Camminammo verso l'ingresso della scuola, notando tutti i nostri compagni di classe e le persone che di solito ignoravamo mentre si accingevano ad entrare.
«Spero che ci sia del cibo lì dentro perché sto morendo di fame. Non ho toccato cibo oggi, ero troppo nervoso.»
«Merda...» mormorò Michael.
«Cosa c'è che non va?»
«Lo sapevo che avrei dimenticato qualcosa»esclamò, guardandomi con occhi dispiaciuti. «Mi sono dimenticato di portarti fuori a cena. Ho incasinato tutto. Continuavo a ripetermi "Michael, non dimenticarti della cena prima del ballo" e sono riuscito lo stesso a mandarlo a puttane. Mi dispiace» si scusò.
«Sei così ridicolo.» Scossi la testa. «É tutto a posto. Non bisogna per forza cenare prima di un ballo. Potremo sempre sgattaiolare via prima dalla festa se saremo troppo affamati.» Gli feci l'occhiolino, avvolgendo le braccia intorno al suo collo.
«Tu, ragazzo furbetto» ridacchiò Michael, avvicinando il viso al mio collo e pizzicando piano sulla pelle. «Ho una scorta in macchina» mormorò contro la mia pelle.
«Potremmo...»
«Luke! Michael!» Le nostre teste si voltarono per vedere Calum venirci incontro, con Abigail che lo seguiva subito dietro. Le loro guance erano rosse e le loro labbra ancora un po' gonfie. Lanciai a Calum un'occhiata eloquente e lui mi guardò un po' sconvolto. Era raro vedere quei due così arrossati e ansimanti, con i loro capelli tutti scompigliati.
Abigail strinse forte la mano di Calum mentre iniziammo tutti a camminare dentro la scuola.
Michael mi propose di fermarmi prima di entrare in palestra. «Cosa ne dici se andassimo a cercare di nuovo quello sgabuzzino prima di iniziare questa serata?» Michael parlò piano, ed io annuì velocemente in risposta.

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Salut, people!!!
Siamo arrivati all'epilogo e, purtroppo, sono costretta a dirvi che la storia é ufficialmente terminata.
Vi prego calorosamente, però, di non eliminarla ancora dalla vostra biblioteca perché giovedì posterò i ringraziamenti.
Se anche questo ultimo capitolo vi é piaciuto fatemelo sapere come sempre con un votino ed un commento.
Ora vado.
Au revoir, people! A presto! ❤️

Luke and the Boy Next Door | Muke (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora