«Viktor! Ti chiami così, giusto?!» urlo al tizio situato al centro strada, ricoperto da un cappuccio verde.
«E così ti ricordi il mio nome».
«Certo che lo ricordo, mi hai distrutto il negozio!»
«Pfft... fatti pagare i danni dal tuo damerino accompagnatore».
«Mi dici che ci fai qui? Perché ti sei piazzato al centro strada?!»
«Per fermarti».
«Che vuol dire per fermarmi?!»
«Vuol dire che ti ho seguita tutto il giorno cercando di fermarti, ma, poi sei entrata in quel diavolo di garage, e sei uscita di lì solo poco fa, cosa facevi lì? Cose sconce immagino».
«Che diavolo ti importa cosa ci facevo lì! Piuttosto, tu perché mi hai seguita?!»
«Convinci Sarah a scusarsi con mio fratello Paul».
«Ancora con questa storia?! Non sono affari miei!»
«Sarah è tua sorella, quindi sono affari tuoi».
«Oh, insomma...» non riesco a terminare la frase che sento una voce alle mie spalle.
«Scusate, non vorrei interrompere il vostro "interessantissimo" discorso, ma io e Yolanda abbiamo un appuntamento da portare a termine e...»
«Ora non più».
Viktor mi prende improvvisamente il braccio e inizia a tirarlo, trascinandomi dietro di lui come una valigia.
«Ehi! Lasciami andare! Guarda che non sono quel tipo di ragazza indifesa, sono forte!»
Non risponde a nessuna delle mie "minacce", e continua a trascinarmi finché non giungiamo davanti a un motorino rosso.
«Mettiti questo». Mi sta porgendo un casco.
«No!»
Mi tappa la bocca con la mano, poi, una volta zittita, mi ficca il casco in testa e mi spinge sul retro del motorino, lui invece si siede alla guida.
«Stammi bene damerino, buon rientro a casa».
«Ehi! Dove la porti!»
Sento la voce di Dominique coperta da un fracassante rombo di motore, e poi via. Siamo partiti, con la voce di Dominique che diventa poco a poco sempre più lontana dalle mie orecchie.
Il motorino sfreccia a tutta velocità sulla strada ormai semi oscura, i fanali di alcune auto dal fugace passaggio illuminano il nostro cammino.
«Mi dici dove stiamo andando?» urlo per farmi sentire.
«Lo vedrai».
Non so perché, ma non mi sento affatto agitata o in ansia. Solitamente, questo potrebbe tranquillamente chiamarsi "sequestro di persona", ma non ho sentito ostilità nelle sue parole.
*
«Eccoci qua».
Viktor si leva il casco, e, per la prima volta, riesco a guardarlo completamente in faccia.
I suoi folti capelli neri e leggermente lunghi, gli coprono perfettamente la fronte e mezze sopracciglia sul davanti, e, guardato da dietro, il retro del collo quasi non si vede. I lineamenti del suo viso sono gentili, le ciglia lunghe, ma l'espressione dei suoi occhi verdi è severa. È poco più alto di me, ma questa differenza a malapena si percepisce quando siamo l'uno affianco all'altra. Ciò che si percepisce invece, sono le piccole spalle e braccia, totalmente in contrasto con la forza che ha dimostrato poco fa quando mi ha trascinata via.
«È... una baraccopoli?» chiedo scrutando i dintorni, e accorgendomi di essere finita in una zona davvero povera.
Ci sono un sacco di persone intente a parlocchiare in modo amichevole tra loro, tutt'intorno vi sono tende o baracche in legno a poca distanza l'una dall'altra. Una signora sta stendendo i panni con un filo arrangiato da qualche parte, mentre controlla il proprio figlio che gioca con quelli dei vicini, nei pressi di un pozzo. Un tenero vecchietto è assopito sulla sua sedia a dondolo, mentre, la donna che gli è vicino, è intenta a domare il fuoco e il fumo della pentola contenente la cena.
L'erba è ancora bagnata dopo la pioggia di quest'oggi, i miei piedi invece, sono doloranti a causa delle scarpe coi tacchi che non sono abituata a portare.
«Perché siamo qui?» domando a Viktor che mi sta dando le spalle.
«Devi parlare con mio fratello Paul».
«Perché proprio qui?»
«Abitiamo qui».
Completamente conscia di aver appena toccato un tasto dolente, mi do un colpetto in testa come punizione per la mia bocca larga.
Viktor, intanto, si avvicina a una delle baracche. «Paul? Dove sei?»
«Pensavo fosse con te, non l'ho visto per niente oggi» si sente la voce di una signora rispondere dall'interno della baracca.
«Dove cavolo si sarà cacciato?! Se fa qualcosa di stupido lo ammazzo!» dice Viktor urlando e ritornando verso la mia direzione. «Sarah gli ha spezzato il cuore, era davvero depresso!»
«Dai, cosa vuoi che sia, troverà una ragazza migliore!» gli rispondo io cercando di alleggerire la questione.
«Ma non vedi in che condizioni viviamo? Nessuno vuole mai avvicinarsi a noi, Sarah era come un raggio di sole per Paul!»
«Ma si può sapere cosa è successo?»
«Si sono conosciuti nei pressi del tuo bar, tua sorella inizialmente l'ha trattato bene, poi avrà scoperto dove vive, e ha cominciato a snobbarlo».
«Dai, mia sorella non si comporterebbe mai così!»
Qualcosa mi trattiene dal terminare la frase. L'immagine di mia sorella Sarah mi viene alla mente: "sono una ragazza chic di Parigi".
«Comunque...» dico cercando di continuare il discorso. «Non potevi parlarne direttamente con lei?»
«Non la vedo mai al bar, ci sei sempre tu, e non so come rintracciarla».
«Effettivamente lavoro solo io al bar...»
«In altre parole usa anche te».
«Ma la vuoi smettere di parlare come se sapessi tutto della vita altrui?!» gli urlo contro, afferrandolo per la manica della felpa e costringendolo a voltarsi verso di me con la forza.
I suoi occhi freddi e verdi mi fissano come lame taglienti, rendendomi incapace di continuare a parlare.
«Quando non si ha più nulla da perdere, e poi trovi una persona di cui puoi fidarti... venire accoltellati in questo modo... non lo accetto».
Sto esitando. Di solito non esito, vado semplicemente avanti, cercando di superare le difficoltà con forza e coraggio. Prima, quando ero con Dominique, non mi sono fatta problemi a zittirlo per via del clacson molesto, e sono semplicemente uscita dalla sua auto. Questa volta non mi vengono le parole, questo ragazzo mi incute timore, ma in modo diverso. Non si tratta né di timidezza, né di essere impacciata. Mi tiene testa, mi sta sfidando, e io non posso fare altro che accettare la sfida come la leonessa lottatrice che sono.
«Ho una proposta da farti».
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DragosteYolanda è una ragazza di origine spagnola, ma adesso vive a Parigi per una serie di sfortunati eventi, Dominique è il cliente abituale del suo bar, che, una mattina propone alla ragazza di frequentarlo. Non avendo mai avuto esperienze amorose prima...