Partenza

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«In Spagna?!» dice Viktor con ancora il boccone del cornetto inzuppato nel caffè tra le guance. «Sei un figlio di papà, dovresti proporre qualcosa di meglio! Vero, Yolanda?»
Non so cosa rispondere, da un lato vorrei dare ragione a Viktor, ma se dico di si passo per la ragazza superficiale che pretende un viaggio di lusso.
D'altro canto, non posso fare a meno di pensare che Viktor abbia detto queste parole per proteggermi. La sera in cui siamo rimasti chiusi nel bar, abbiamo parlato tantissimo delle nostre vite, credo che quello sia stato il momento in cui io e lui ci siamo avvicinati di più.
Dominique è sempre così gentile con me, ma non conosce tutto del mio passato, dovrei forse parlargliene? Mi sento in colpa a non avergliene mai parlato, lui si è confidato con me il giorno del nostro primo appuntamento, ma io ho fatto la stessa cosa con lui?
La verità è che Dominique riesce sempre a mettermi in soggezione, sarà la sua aura splendente, il suo fascino, tutto di lui mi ricorda che proveniamo da due classi sociali completamente diverse, e io non voglio essere l'innocente Cenerentola che si fa viziare dal principe, voglio fare anche io la mia parte.
«Vorrei andare in un posto che parla di te, per conoscerti meglio!» dico prendendo finalmente la mia decisione.
Dominique mi guarda con occhi allegri, sembra gli abbia fatto piacere sentirmi pronunciare queste parole.
«Allora mi è già venuto in mente dove andare!»
«Dove?»
«Alla mia tenuta estiva, in Croazia!»
«La tua famiglia è così ricca da potersi permettere anche una casa estiva?» chiede Viktor.
«Certo. Yolanda, decidiamo una data, la tenuta è sempre libera, possiamo andarci in qualsiasi momento!»
«Dammi tempo per preparare le valigie almeno!»
«Che ne dici di Domenica prossima? Così finisco anche l'università!» mi chiede prendendomi la mano.
«O-ok» rispondo intimidita.
«Perfetto! Adesso scusami, ma devo scappare a lezione, grazie per la colazione!»
Lo vedo rimettere i cataloghi di viaggio nella cartella il più velocemente possibile, dopodiché lascia il "Mercier Bar" chiudendosi la porta dietro di sé e facendo tintinnare il campanello del negozio alla chiusura della porta.
«Bah» sbuffa Viktor. «Per me niente vacanze, e tu vai a spassartela!»
«Ma se non è passato nemmeno un mese da quando lavori qui! Io ho diritto a una vacanza!» gli dico.
«Pfui» sbuffa prendendo la tazza sporca dal tavolino di Dominique per portarla a lavare nel cucinino.
CRASH!
La tazza cade a terra dinanzi ai miei occhi, spaccandosi in due parti disuguali. Una è più grande, l'altra è più piccola.
«L'hai fatto apposta!» dico indicando i cocci a terra.
«Ma figuriamoci! Perché dovrei rompere una tazzina di proposito?!» replica Viktor furioso.
«Perché l'ha usata Dominique!»
«Ti pare che penso a queste cavolate? Perché dovrei farlo poi?» dice andando a prendere scopa e paletta, e preparandosi a pulire il pavimento.
Non riesco a fare a meno di pensare a quanto quei due cocci, completamente divisi in due, assomiglino un po' a me e Dominique.
Lui è la parte più grande, io quella più piccola. Ma sono rotti, separati. Sono da buttare ormai.
No. Non devo essere così pessimista. Godiamoci la vacanza, vada come vada non avrò rimpianti.

*

Sono tornata a casa, e dalla finestra della mia camera si vedono le luci della città ancora in vita, ma, nei palazzi che circondano il mio, alcune finestre sono già spente.
«Sarah!» urlo.«Aiutami a preparare le valigie!»
«Quali valigie?» urla lei dall'altra stanza.
«Devo fare un viaggio con Dominique!» le rispondo, sempre urlando.
Dopo aver pronunciato quelle parole, odo un rumore di passi trottanti come un cavallo attraversare il corridoio. Dopodiché, la porta della mia camera si spalanca.
«Tu e quel figo in viaggio da soli?!»
«Si».
«Oddio, guai a te se non ci combini nulla! Non fare la suora!»
«Ma che cosa stai dicendo?!»
«Yolanda, è la tua occasione! Secondo te perché ti ha invitata?»
«Per fare una vacanza forse?»
«NO! Un uomo che invita una donna che gli piace a fare un viaggio, loro due da soli, è ovvio ciò che ha in mente!»
«Non è ovvio per niente!»
«Non riesci proprio a immaginarlo? Ha 20 anni, gli ormoni che impazziscono, ed è solo con la ragazza che gli piace, un po' di fantasia Yolanda!»
«Tu ne hai davvero troppa di fantasia! Adesso, o mi aiuti con i bagagli, oppure torni davanti alla TV, non ho voglia di sentire queste cavolate!»
«Vedrai che mi darai ragione poi! E quando partite?»
«Domenica».
«Mi raccomando, tienimi aggiornata su TUTTO! Chiamami ogni due ore e riferiscimi la situazione!»
«Oh, insomma!»
Sento il telefono vibrare sulla scrivania e mi avvicino per prenderlo: "nuovo messaggio ricevuto".
"Stai preparando le valigie già da adesso vero? Immagino che sia così, conoscendo la tua euforia. Non divertirti troppo e non dimenticarti del lavoro in più che sarò costretto a sopportare in tua assenza. Non esaltarti troppo per aver ricevuto un messaggio da me, volevo solo provare il nuovo cellulare. Buona notte."
Meglio non commentare ciò che ho appena letto, e continuare a fare le valigie.   

*

La fatidica Domenica è finalmente arrivata.
Dopo aver sopportato i vari punzecchiamenti di Sarah e Viktor per tutta la settimana, sono molto felice di andarmene da loro per un po'.
Sarah,  Viktor e nonna Marie, ci hanno accompagnati all'aeroporto, quindi dovrò sopportarli per altri dieci minuti, ma non importa. Presto sarò lontana, spaparanzata su una spiaggia a godermi la mia lussuosa e meritatissima vacanza!
«Mi raccomando cara, comportati bene!» dice nonna Marie abbracciandomi.
«Nonna, non ho più cinque anni, stai tranquilla!» le rispondo ricambiando l'abbraccio.
«Cinque no, forse due!» dice Viktor ridendo.
«Non insultare mia sorella, parli proprio tu! La tua età mentale è pari a quella di un neonato!» replica Sarah buttandosi i lunghi capelli all'indietro.
«Non dimenticarti, stupida Sarah, che da domani verrai a lavorare con me, assieme a mio fratello Paul, quindi non ti conviene provocarmi, o ti farò passare una pessima estate!»
«Non mi metti paura, sai?»
«Insomma, smettetela!» dico arrabbiandomi. «Non vorrete passare tutto il tempo a litigare?»
«Grazie per la sua gentilezza signora, le porterò un regalo di ringraziamento» dice Dominique rivolgendosi a mia nonna e baciandole la mano.
«Come sei galante Dominique, un uomo d'altri tempi!»
Un leggero ghigno di disgusto copre il volto di Viktor.
«E tu» dico rivolgendomi a Viktor. «Stammi bene».
Noto che il suo sguardo sembra spostarsi altrove di proposito, come se avesse paura di incrociare i miei occhi.
Una voce femminile metallizzata, annuncia che il nostro volo sta per decollare, così, rivolgo un ultimo saluto a tutti prima di andare.
Nell'esatto momento in cui mi sono voltata, mi sono sentita afferrare per la mano, e, sotto lo sguardo vigile di tutti, Viktor mi pone un pezzettino di carta tutto stropicciato all'interno del palmo della mano.
«Leggilo quando sarai in aereo».
Dominique lo guarda storto, ma non fa commenti, forse per non rovinare già dal primo giorno la vacanza.
Poi, io e lui ci dirigiamo verso il nostro aereo, lasciandoci tutti alle spalle, trainando le nostre valigie.
    

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