TU-TUM... TU-TUM...

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Decido di non fare caso al messaggio, sperando che non decida sul serio di venire qui.
Dominique si è seduto a uno dei tavolini e ha cominciato a guardare Viktor in cagnesco.
«Potrei avere un caffè?» dice rivolgendosi a me.
«Sono stata spedita a lavare i piatti, è Viktor che sta al bancone adesso!»
«Non voglio un caffè da lui, potrebbe avvelenarlo!»
«Non essere sciocco! Non farebbe mai una cosa simile!»
«E tu che ne sai?»
«Non è una persona di quel tipo».
«Allora è vero».
«Cosa?»
«Che siete in confidenza».
Decido di non rispondere, ultimamente sta diventando pesante con questo discorso, la cosa migliore è ignorarlo, lo capirà da solo, si renderà conto che non lo ascolto e la smetterà.
«Buon giorno!»
Una voce squillante mi stona i timpani fin dal mattino.
«Ciao Sarah...»
«Non sei contenta di vedermi? Ti ho mandato un messaggio per avvisarti, ultimamente tra il lavoro e gli appuntamenti ci vediamo poco!»
«Così questa è tua sorella» si intromette Dominique sorridendole.
«E tu? Chi sei?»
«Il ragazzo con cui esce tua sorella».
«TU?!» lo guarda con gli occhi fuori dalle orbite indicandolo. «Come diavolo ha fatto mia sorella ad accalappiare un bel tipo come te!»
«Ehi, guarda che non è un cane!»
«Anche tua sorella è molto affascinante, non denigrarla così».
«Lo so» dice Sarah «Ma in famiglia quella più affascinante sono sempre stata io!»
La voce di Viktor ci interrompe.
«Ah, proprio te cercavo!» dice Viktor sbattendo la tazzina del caffè sul tavolino di Dominique.
«Che ci fa lui qui?!» esclama Sarah.
«Lunga storia...» gli dico.
«Mio fratello sta ancora soffrendo per te, perché diavolo l'hai allontanato?!»
«Ancora? Eppure dovrebbe averlo capito ormai che non mi interessa!»
«Yolanda,» mi dice Viktor. «Come fai ad avere una sorella del genere?! Siete così diverse!»
«Pupetti miei, non litigate!» interviene la nonna. «Ho trovato la soluzione perfetta a tutti i vostri problemi!»
«Quale?» dico aggrottando le sopracciglia.
«Mentre mia nipote Yolanda sarà in vacanza con il fidanzato, Sarah e Paul verranno ad aiutare me e Viktor al bar!»
«Fidanzato?!» urlo.
«COSA?!» urla Sarah.
«Non voglio!» dice Viktor.
Dominique tace.
«I problemi vanno affrontati ragazzi, non scappate!»
Penso che la nonna abbia ragione, però sono più sorpresa dal fatto che abbia chiamato Dominique "fidanzato", che dal resto. Non ci sarebbe nulla di male se lo fosse, allora perché il mio cervello rifiuta in automatico questa parola? Che ansia!

*  

Ormai è quasi l'orario di chiusura, ho lavorato un bel po' anche oggi. Stamattina sono rimasta davvero sorpresa dalla proposta della nonna, spero che non facciano casini, hanno delle personalità davvero folli tutti quanti!
Noto Viktor intento a leggere un libretto delle istruzioni, sul tavolo situato accanto alla finestra.
«Che fai?» gli chiedo.
«Nonna Marie mi ha regalato un cellulare».
«Un cellulare? E da quando la chiami "Nonna Marie"?»
«Beh, si vede che gli sto simpatico! Dammi il tuo numero».
«A cosa ti serve? Ci vediamo tutti i giorni!»
«Ho detto dammelo» mi dice guardandomi male.
«Ok, ok, sei davvero capriccioso!»
«No, semplicemente riesco sempre a ottenere quello che voglio».
«Bah...»
«E tu? Che cosa vuoi?»
«Prenderti a schiaffoni!»
«Ah si? Provaci allora».
Mi avvicino lentamente a lui, cercando di distrarlo guardandolo negli occhi, per poi colpirlo di sorpresa quando meno se lo aspetta.
«Che stai facendo? Cacci le mosche? Ah Ah!»
«Non provare a ridermi in faccia!» gli dico sorridendo.
Cerco di spingerlo a terra, ma, lui si aggrappa al mio braccio per mantenere l'equilibrio. Cadiamo a terra come due salami, uno sopra l'altro.
«Finalmente ti ho catturato!» dico, essendo finita seduta sopra di lui.
«Sei stata solo fortunata!» dice sogghignando.
Improvvisamente, mi sento afferrare le spalle e vengo trascinata verso il basso da lui, colta del tutto alla sprovvista.
Finisco spiaccicata su di lui, la mia testa è appoggiata al suo piccolo ma forte torace.
Riesco a percepire i battiti del suo cuore che vanno a ritmo regolare.
"TU-TUM... TU-TUM... TU-TUM..."
«Cosa farai senza di me quando partirai?» mi chiede.
«Vivrò la mia vita come tutti i giorni, ovvio!»
«Secondo me ti annoierai a morte con quello lì».
«Perché lo nomini in continuazione?»
«Perché ti vedo, lui non ti piace».
«Sei un veggente? Come fai a dirlo?»
«Se ti piacesse, non rimarresti abbracciata su di me, con la testa sul mio petto, a chiacchierare in tutta tranquillità».
Sussulto, mi alzo da terra di scatto, finalmente realizzando la situazione ambigua in cui mi sono trovata un istante prima.
Viktor è ancora sdraiato a terra, immobile a fissarmi.
Non riesco mai a capire quello che gli passa per la testa, non riesco a capire perché si comporta in questo modo, quali intenzioni abbia, se è serio oppure scherza. Forse sta solo cercando di mettermi in guardia, di farmi ragionare non facendomi prendere decisioni troppo affrettate.


*

Una settimana di intenso lavoro è ormai passata, l'estate è ormai alle porte, e, Dominique, mi ha detto che sarebbe passato questa mattina per decidere i programmi di queste vacanze.
Eccolo lì, che attraversa quella porta come ogni mattina, con la sua aria elegante e raffinata, la sua valigetta contenente chissà quanti foglietti e parti di lui. Ora che ci penso, l'ho conosciuto proprio così, era un cliente abituale del bar, e passava a trovarmi tutti i giorni. Abbiamo stretto amicizia molto lentamente, perché io inizialmente non gli davo molta corda, ero abbastanza spaventata dal suo fascino, e, soprattutto, perché non avevo e non ho mai avuto esperienze con i ragazzi.
Mi ha avvicinata lui per primo, ha voluto sapere molte cose su di me. Ora che ci penso, è stato sempre lui a fare il primo passo verso di me. Questo è il momento di ricambiare la sua gentilezza, anche io voglio fare un passo in più, non voglio restare indietro o a metà strada.
«Buon giorno Yolanda!» mi saluta con il suo solito sorriso.
«Giorno!»
«Questa mattina prendo un cappuccino e un cornetto alla crema!»
«Arrivano!»
Lo vedo prendere posto al tavolino, ed estrarre dalla valigetta vari cataloghi di viaggio. Inizia a sfogliarli in modo assorto.
«Ti piacerebbe una crociera?» mi domanda.
«Si, perché no?» gli rispondo portandogli la colazione.
La sua eleganza risiede in ogni suo piccolo gesto, anche il suo modo di mangiare o di bere è così magnificamente cool e controllato.
Avvicina la tazzina alle labbra e soffia delicatamente per raffreddare un po' il cappuccino, poi, sorseggia delicatamente.
Si rende conto di avere la bocca sporca, prende un un fazzolettino e comincia delicatamente a tamponarsi le labbra sporche di schiuma, mentre continua a sfogliare i cataloghi.
Anche Viktor questa mattina sta facendo colazione, però lui è tutt'altro che elegante. Inzuppa il cornetto nella tazza del caffè, e poi lo estrae mordendolo golosamente, lasciando gocciolare il caffè in giro.
«Yolanda» mi dice Dominique. «Che ne pensi di andare in Spagna?»
A quelle parole il mio cuore sussulta. La Spagna è il luogo in cui sono nata, le mie origini. Non so cosa rispondere, e resto con gli occhi spalancati e le labbra che si aprono e chiudono di continuo, incapaci di emettere alcun suono.           


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