L'arrivo a Brazza

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«I passeggeri sono pregati di prepararsi, presto atterreremo all'aeroporto di Bol, ripeto...»
La voce dell'annunciatrice mi sveglia improvvisamente dal piacevole sonnellino, apro gli occhi lentamente cercando di mettere a fuoco ciò che mi circonda.
«Ben svegliata! Come fai ad addormentarti con due sole ore di viaggio?»
L'immagine ancora offuscata di un Dominique seduto al mio fianco mi appare improvvisamente davanti, e, i miei occhi lentamente cominciano a mettere a fuoco ciò che mi circonda.
«Scusa» borbotto, ancora un po' assonnata.
«Non preoccuparti, devi esserti stancata molto lavorando tutti i giorni duramente».
Guardo dal finestrino e noto che l'aereo si sta abbassando sempre di più, ormai ci siamo!
Prendiamo i bagagli e ci prepariamo all'atterraggio in questa città chiamata "Brazza".
«Questa è la prima volta che vengo in Croazia» dico scendendo dall'aereo, trascinandomi dietro una enorme valigia.
«La mia villa ti piacerà sicuramente, vedrai!»
Non ho ancora avuto modo di parlare con lui della mia storia, approfitterò di questa vacanza inaspettata, troverò il momento giusto e gliene parlerò!
Un signore anzianotto, con un cartello tra le mani, ci sta aspettando all'uscita dell'aeroporto, credo si tratti del nostro tassista, colui che ci scorterà alla villa, certo che questo ragazzo è davvero bravo con le sorprese!
«E ditemi» dice il tassista guardando la strada davanti a lui, rivolgendosi a noi due che siamo sui sedili posteriori dell'auto. «Siete in luna di miele?»
«No!» rispondo immediatamente.
«Siamo ancora troppo giovani, ma chi lo sa cosa ci aspetta in futuro!» risponde Dominique ridendo elegantemente, mettendosi una mano davanti alle labbra nascondendole.

*

«Buona vacanza ragazzi!» dice il tassista rivolgendoci un sorriso sdentato e salutandoci con un cenno della mano da dentro l'auto.
«Grazie a lei per il passaggio!» rispondo educatamente, in realtà felice che quel viaggio interminabile composto solo da domande imbarazzanti, sia finalmente concluso.
Dopo aver seguito con gli occhi il tassista girare l'angolo della strada con la sua auto, prendo le valigie e mi volto dall'altra parte, ciò che mi appare alla vista mi elettrizza letteralmente.
Una enorme cancellata bianca mi separa dal paradiso. Rimango a fissare incredula ciò che si trova al di là delle sbarre: un lunghissimo vialetto in ciottoli contornato da grandi e maestosi alberi secolari, e, alla fine di tale vialetto, una grandissima e lussuosissima villa.
«Entriamo!» dice Dominique aprendo il cancello.
Questo posto è davvero da sogno, tutta la proprietà oltre queste sbarre deve senz'altro appartenere alla sua famiglia.
Mentre percorro il vialetto, noto di tanto in tanto degli irrigatori che innaffiano il prato costantemente, il vento leggero fa smuovere le foglie degli alberi, che, sfiorandosi tra loro, producono un suono piacevole.
Respiro profondamente quell'aria pura, e, noto un profumo d'acqua di mare che mi pervade le narici, in lontananza sento anche il rumore delle onde che si infrangono sugli scogli.
Ad accoglierci all'entrata della villa, vi è una ragazza carina con delle treccine castane che indossa una particolare divisa nera e bianca, credo si tratti di una domestica o qualcosa del genere.
«Benvenuto signorino» dice inchinandosi gentilmente. «Lasci pure a me le valigie».
«Non preoccuparti Tanja, sono un uomo! Non lascerei mai fare questi lavori a una ragazza!»
Un momento, perché io mi sono dovuta portare le valigie da sola allora? Certo non pretendo mica di rimanere a mani vuote mentre lui si fa carico delle valigie di entrambi, però mi sembra strano che sia così gentile con questa "Tanja", e non con me, che sono la ragazza che dice di amare. Un momento, non me l'ha mai detto. Mi ha detto tante cose dolci, mi ha detto che vuole stare con me, che vuole scrivere la sua storia con me, che gli piaccio, ma non ha mai neanche menzionato la parola "amore".
Non so perché, ma dopo aver realizzato ciò, mi sento triste. Sono sempre stata abbastanza dubbiosa sui miei sentimenti per lui, ma ora che lo vedo sorridere a qualcuna che non sono io, sento una fitta pervadermi il petto ed espandersi nel torace.
Entrati nella villa, non posso fare a meno di notare quanto Dominique sia in realtà benestante. Certo non è un castello reale, ma, confrontandolo al mio misero appartamento, mi fa venire seriamente da piangere. I bianchissimi muri del corridoio sono ornati da molti affreschi, e, da quadri antichi raffiguranti dei ritratti di persone sotto i quali vi è una etichetta con su scritto nome e cognome della persona raffigurata. Credo siano i familiari di Dominique.
Andando avanti per il corridoio, mi rendo conto di quanto siano spaziose le camere, i mobili sono tutti di prima classe, certo, dimentico che i suoi genitori producono mobili, che sciocca.
«Se vuole le mostro la stanza degli ospiti» mi dice Tanja.
«Va bene».
Vengo scortata al piano di sopra, dove, una grandissima camera da letto con tanto di letto a baldacchino,  mi si para davanti.
«Wow!» esclamo. «Non sono abituata a tutto questo lusso, sembra di essere in un film di fantascienza!»
Tanja mi rivolge un inchino, e, dopodiché, lascia la camera.
A quanto pare io e Dominique non rimarremo da soli come speravamo, cioè, voglio dire, come diceva Sarah.  A proposito di Sarah, chissà come andranno le cose al bar da adesso in poi, spero che non si cacci in qualche guaio. Improvvisamente, mi ricordo del bigliettino che mi ha dato Viktor prima della partenza, mi sono completamente dimenticata di leggerlo. Lo estraggo dalla tasca della felpa, è tutto accartocciato.
Lo apro velocemente, ma, con delusione, mi accorgo che sopra vi è disegnato un omino che fa la linguaccia. Tipico di lui, che mi aspettavo?
Prendo il cellulare e comincio a scrivere un messaggio: 
"Sono arrivata alla villa, qui è fantastico! Tu che stai facendo?"
Improvvisamente, sento bussare alla porta. «Avanti!» dico.
«Allora, come ti sembra la villa?» dice Dominique entrando nella "mia" nuova camera.
Perché me lo chiede? Sta cercando di darsi delle arie?
«Bellissima!»
«Mi fa piacere» dice. «Comunque, scendi un attimo di sotto, c'è una persona che vorrei presentarti!»
«D'accordo!»
Chissà chi sarà? Ormai non mi stupisce più nulla.
Scendo le scale accompagnata da Dominique, e, la figura di una ragazza bellissima, cattura immediatamente la mia attenzione. I suoi capelli mossi color biondo naturale, contornano perfettamente il suo viso femminile, e, la frangetta che gli copre la fronte, le da un'aria accattivante. Non è né troppo alta, né troppo bassa, però, riesco a notare il suo bellissimo fisico a causa degli abiti che indossa: un top bianco, e una gonna rosa molto corta.
«Salve» dico timidamente, guardandola nei grandi occhi blu, e sentendomi inconsciamente inferiore davanti a cotanta bellezza.
«Tu devi essere la ragazza di Dominique» mi dice strizzando leggermente gli occhi.
«Diciamo così...» rispondo titubante e intimorita. «E tu chi sei?»
«Io sono...»              
    
    


     

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