Cap.12

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Passarono esattamente 2 mesi dal giorno della causa di Eduardo.

Santiago venne subito adottato da una famiglia per bene,erano una bella coppia e lui si era subito trovato bene con loro,ogni tanto venivano a trovarmi o viceversa,aveva imparato anche l'inglese anche se ogni tanto sbagliava.

Io invece rividi Barba solo per lavoro,decisi di chiudere un po' i rapporti con lui,dopo la scena del bacio,non ero pronta ad avere una relazione,andavo ancora dallo psicologo,poche volte,ma comunque ci andavo,persino a lavoro le cose erano cambiate,mi davano meno casi e di poca,diciamo importanza.

I miei e mia sorella,non sapevano ancora nulla.

Dominik invece si era fatto più protettivo.

"Ah si Jois?".Mi girai per guardare Fin,"Si?".Mi diede una cartella,"Puoi portare questa a Barba?Io devo fare una cosa e non riesco ad andare da lui",accettai anche se non avevo voglia,ma gli sorrisi e accettai.
Mi misi la giacca e la sciarpa,fuori faceva freddo,mancava una settimana a Natale e la neve era alta e nevicava quasi sempre,mi sembrava di essere in Canada.

Quando andai nel suo ufficio non c'era nessuno,"Mh,certo",vidi una montagna di scartoffie sulla scrivania,"Pausa caffè",per la prima volta,vidi una cornice sulla scrivania,andai a controllare,in quella foto c'eravamo noi due,la sera della festa di pensione di uno dei nostri colleghi,erano passate due settimane da quella sera,ci fecero una foto a tradimento,ma eravamo venuti bene,io ero felice,lui anche...Era bellissimo con la sua sciarpa rossa,il ciuffo ben pettinato e tirato di lato..."Rafael...","Hai detto il mio nome?".Sobbalzai dalla paura,rimisi al suo posto la cornice,"Ehm no...Ti ho portato una cosa",mi sorrise,"Come stai?Hai le mani rosse",me le guardai,aveva ragione,avevo dimenticato i guanti a casa,"Ottima osservazione Watson",si appoggiò alla porta e sorseggiò il suo caffè caldo,"Come mai sei qua Holmes?".Gli mostrai la cartella,sospirò quasi scocciato,"Altro lavoro","Già,ti capisco...Ormai anche a me danno solo scartoffie...","Stasera hai da fare?".Ci guardammo,lui aspettava una risposta,io aspettavo di sprofondare nel parquet in legno scuro,"Lo sai...Non posso...","Perché?Uscivamo sempre...Pranzo...Cena...Cos'è cambiato?"."Tante cose","Jois,non mi hai mai raccontato tutta la storia","Non c'è nulla da raccontare Barba...Solo che...Non posso","NON POSSO...Non è una motivazione giusta per evitare di uscire con me...Sei cambiata...Mi eviti",annuii,"Si...forse...o forse no",mi mostrò il cellulare,"Ti chiamo tu non rispondi idem per i messaggi.Sono preoccupato per te","Non devi farlo...Ti faresti solo del male,ora scusa ma devo andare...",lo superai a testa bassa e andai verso l'uscita dell'ufficio.
RAFAEL.
La trovai girata,aveva sussurrato il mio nome,Rafael,era la prima volta che lo sentivo,mi aveva fatto uno strano effetto,poi rivederla dopo tanto tempo mi faceva sentire male e bene allo stesso tempo,mi evitava da due mesi,non le avevo fatto nulla...Ci tenevo a lei....

Finalmente tornai a casa per le 22,ero a pezzi,la giornata era stata faticosa,dovevo seguire due casi complicati,per lo più contro due bravi avvocati,ma mai come me.
Ad un tratto sentii bussare alla porta,"Arrivo...",piano piano andai a controllare chi fosse,CARISI,Dominik,aprì la porta,"Ciao Carisi","Avvocato","Come mai a quest'ora?Sono...Sono le 22:15",si passò una mano fra i capelli,"Posso entrare?Dovrei parlare con te",lo feci passare,ci sedemmo in salotto,"Dimmi tutto",mi guardò per un po',quei suoi occhi mi ricordavano LEI,"Si tratta di mia sorella",l'avevo intuito,"Da quando è successa quella cosa è diciamo cambiata...Sta andando ancora dallo psicologo...Ma,vedi,si sta chiudendo in se stessa...Sta creando una barriera,una sera sono andato da lei,la trovai accucciata a terra,in cucina,a piangere...",mi sentii male,non poteva essere la stessa ragazza che avevo conosciuto tempo fa,"Lo psicologo non ti ha detto nulla?Se puoi fare qualcosa per lei?".Scosse la testa frustato,questa situazione era veramente dura,insomma,Jois non si era ripresa del tutto,"Ci penso io!".Mi guardò quasi stupito,alzai un sopracciglio,"Ho risolto tanti casi...Aiutarla non sarà un problema","Se lo dici tu",sospirò e si lasciò andare sullo schienale del divano,"Grazie per aiutarla...E aiutare me",sorrisi,"Jois è tutto per me...L'ho sempre protetta da quando eravamo piccoli...",si vedeva che Dominik le voleva bene,"Allora io vado,ormai è tardi,scusa per il disturbo",si alzò,io feci lo stesso,"Figurati",lo accompagnai alla porta,"Sai...una sera ha fatto il tuo nome,per questo sono venuto da te",rimasi spiazzato da questa cosa,Dominik mi salutò e se n'è andò...
Andai a dormire con un unico pensiero,far tornare il sorriso sulle labbra di Jois...

La sbirra e l'avvocato.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora